Ci prendono per scemi: l’asse Napolitano – Fini16 Gennaio 2010 Il Pd può fare a meno di esercitare l’opposizione. Bersani, la sera, può andare a letto e dormire su due guanciali. A fare opposizione ci pensano Napolitano e Fini: nientemeno che la prima e la terza carica dello Stato. Pezzi da novanta. Fini s’incontra con Berlusconi, fanno quattro chiacchiere a pranzo, qualche sorrisetto a denti stretti, e Fini  se ne esce  convinto di aver messo a segno un buon colpo contro Berlusconi. L’incontro stesso che cosa è, infatti,  se non un segnale di concordia? Come si può dire che egli voglia lo scontro con il Cavaliere se è sempre disponibile ad incontrarlo? E’ una mossa, questa, che rende molto a Fini, giacché i suoi fedelissimi  avranno un buon motivo di far  notare ad un accigliato Berlusconi che il loro capo non si tira mai  indietro quando c’è da dialogare o, meglio, da confrontarsi, come oggi ci insegna a dire Pierluigi Bersani. Fini  si incontra con il Cavaliere, sorride a denti stretti, e il colpo lo spara, in sua vece, il capo dello Stato. E’ frutto di un’intesa, non v’è dubbio. Non so se tacita o esplicita. Ma che si tratti di un’intesa, quantomeno  intima, spirituale, è certo. Fanno a turno. Quando Napolitano tace, ci pensa Fini a togliere il sonno a Berlusconi, sparandogli contro  una delle sue nella nuova veste di voltagabbana, che nemmeno lo fa arrossire. Ripeto quanto scrissi tempo fa. Per me Fini o è impazzito o è sotto ricatto. Non riesco a spiegarmi come un uomo posato come lui, ad un certo punto, dalla fine dell’estate scorsa, abbia potuto fare un cambiamento così repentino. Oggi sui quotidiani ha spazio una specie di biografia di Antonio Di Pietro, che lo stesso ex magistrato si affretta a denunciare come un tentativo di infangarlo alla vigilia delle elezioni regionali. Non sono in grado di dire se tutte le insinuazioni che sono avanzate in quegli articoli abbiano un qualche fondamento. Certo è che non ci si può non domandare come un personaggio rozzo e apparentemente di scarsa istruzione, abbia potuto da poliziotto macinare tanta strada: laurea lampo; carriera lampo, con incarichi significativi sin dagli esordi nel mondo del lavoro. Se uno di noi si mette a guardarlo e lo ascolta, Di Pietro non dà l’impressione di un genio. Di solito chi macina studi e carriera in tempi così veloci, l’ha scritto in faccia e lo esprime nell’eloquio che ha nel cervello la pietruzza del genio. Ecco, anche per Gianfranco Fini ci vorrebbe qualcuno che ne tracciasse una biografia approfondita, con particolare attenzione agli ultimissimi anni, se non agli ultimissimi mesi. Non si può cambiare a questo modo. Non è umano. Una qualche mostruosità lo ha attanagliato. Sono sicuro che con il tempo verrà fuori, e tutti ci diremo: Ah, ecco perché. Come non averci pensato! Ma è oggi che dobbiamo capire, giacché l’asse Fini – Napolitano sta frenando l’azione riformatrice di questo governo. Fini, come Napolitano, sono politici nati, cresciuti e formati nella scandalosa prima Repubblica. Ad essi nessuno può insegnare quanto l’arte della mediazione possa essere subdola e perniciosa, se a condurla siano uomini addestrati come loro. L’interlocutore inesperto (in questo caso Berlusconi) in qualche modo ne è irretito. Con quali giustificazioni, accettabili da tutti, può respingerla? Tornerebbero ad accusarlo di essere un monarca, addirittura un imperatore. Fini lo sa, e quindi non rompe con lui. Gli fa gioco frenarlo e lo incontra per mediare tra le sue posizioni e quelle del Cavaliere. Mediazioni perfino poco chiare, giacché la mancanza di chiarezza aiuta il gioco. E Berlusconi, che ha passato molto della sua vita a fare l’imprenditore, cioè a decidere rapidamente e lucidamente, si trova in difficoltà . Fini è il ragno di cui si serve Napolitano, e Berlusconi è la mosca che è caduta nella ragnatela. Chi sa che cosa è stato promesso a Fini per questo gioco squallido. Bersani con tutto il suo attaccare la maggioranza, con tutti i suoi Franceschini e Bindi che urlano contro Berlusconi non potrebbe fare meglio. Lo ha capito anche troppo bene e, chioccio chioccio, lascia fare. Un articolo di stamani sul Corriere della Sera, a firma di Angelo Panebianco, rimprovera a Berlusconi di annunciare e poi ritirare la promessa di procedere alla riforma fiscale con la riduzione a due delle aliquote d’imposta. Scrive: Ci ricordiamo bene chi furono i bloccatori: Fini e Casini. Quelli che ancora oggi si mettono di traverso, interessati a sgretolare la fiducia dei cittadini nei confronti di Berlusconi e del suo governo. Infatti,  Panebianco continua: E conclude: Sono le avvisaglie di un logoramento che sta lavorando sotto la superficie. Se è vero che la maggioranza gode oggi di un consenso che arriva al 40% (un gradimento molto alto, ed insolito nel nostro Paese), è anche vero che Berlusconi non può stare fermo. Deve decidere. Gli italiani sono con lui, ma non lo saranno più se lo vedranno agitarsi impigliato nella ragnatela tessuta da Fini con la complicità di Napolitano. Deve decidere oggi. Deve decidere nei confronti di Casini, impedendogli il vecchio trucco democristiano dei due forni, pur di accaparrarsi qualche poltrona, e deve anche decidere nei confronti di Fini, attuando il programma per il quale gli italiani gli hanno dato il voto. Deve capire che il colloquio dell’altro giorno è un tranello, fa parte della tessitura che vuole paralizzarlo. Berlusconi deve metterselo bene in testa. Fini sta tessendo una ragnatela mortale. Lo aiuta Casini, lo aiuta, spalleggiandolo, Napolitano. Più aspetta, più il veleno diventerà mortale. Articoli correlatiCraxi su Fini. Qui. Letto 1833 volte. | ![]() | ||||||||||
Commento by Ambra Biagioni — 16 Gennaio 2010 @ 19:58
Caro Bart, ti ho lasciato sul Legno questo commento, ma tieni conto che mi sono moderata. Qui invece poSso dirti una parola di più. Intanto io sono Garfagnina e dei Garfagnini potrei davvero raccontarti storie interessanti che ti farebbero capire il detto da te riportato, al quale daresti ben altro significato da quello che gli hai dato; peraltro ricorda che garfagnini erano il Poeta Olinto Dini, il Pittore Giovan Battista Santini, non ultimo quel Vecchiacchi sienziato importante e molti altri che hanno veramente illustrato la loro terra e non solo.
Scusa il rimbrotto, ma lo dovevo alla mia Terra.
Â
Commento by Bartolomeo Di Monaco — 16 Gennaio 2010 @ 20:42
Non voleva essere un’offesa, mi scuso. Fra l’altro ho lavorato in Garfagnana e ho trovato gente onestissima.
Commento by Ambra Biagioni — 16 Gennaio 2010 @ 21:09
Vedi Bart, non si tratta di onestà , ma di quel tocco di genio che manca all’ignorante Di Pietro e non manca agli scarponi garfagnini.
Pensa Bart che io ho avuto modo di conoscere negli anni di guerra uomini con la terza elementare, che però sapevano a memoria la Divina commedia, la Gerusalemme liberata, l’Orlando Furioso…addirittura un cugino di mia madre, a suo tempo emigratnte in America,  aveva riscritto, oralmente, tutte le ricette dell’Artusi in endecasilabi sciolti e ce le raccontava nelle lunghe serate di veglia.
Mia Nonna era analfabeta, ma si faceva leggere ogni giorno il quotidiano da mia Madre, che aveva imparato a leggere da una donna del paese, la quale aveva vinto il suo analfabetismo in maniera evventurosa e la chiamavano “la maéstra” solo per questa sua virtù. Tutt’oggi, per parlare della sua famiglia diciamo “quelli della Maéstra.
Niente a che fare con Di Pietro, il quale peraltro non credo proprio che sia il prototipo del Molisano, mi rifiuto di pensarlo.
Comunque non sono offesa, ho solo voluto indicare un errore di valutazione.
Ciao  Ambra
Â
Commento by Bartolomeo Di Monaco — 16 Gennaio 2010 @ 21:29
Loris Biagioni, che tanto fece per la Garfagnana, Â era un tuo parente?
Commento by Ambra Biagioni — 16 Gennaio 2010 @ 21:56
No Bart, Â nessuna parentela, anzi lascia che dica quello che ho sempre pensato di lui: un uomo simpaticissimo, ma il classico politico della prima Repubblica( e tu sai quello che ne penso)
A proposito, guardate sul Legno
Commento by Bartolomeo Di Monaco — 16 Gennaio 2010 @ 22:45
Letto, ciao.