CINEMA: I vecchi sceneggiati
9 Febbraio 2022
di Bartolomeo Di Monaco
Oggi si chiamano Fiction e hanno una durata quasi illimitata. Si superano spesso le 100 puntate. A seguire il tutto ci vuole coraggio.
Una volta in Italia avevamo gli sceneggiati, che si limitavano a 4, 6, 8 puntate. Raramente di piĂą.
Ed avevamo ottimi registi, veri e propri maestri in quest’arte, oggi pressochĂ© dimenticati: Sandro Bolchi (“Il mulino del Po” ed anche “I promessi sposi”, “I fratelli Karamazov”, “I miserabili”, “Anna Karenina”), Anton Giulio Majano (“L’isola del tesoro” ed anche “David Copperfield”, “…E le stelle stanno a guardare”, “La cittadella”, “La freccia nera”), Salvatore Nocita (“Ligabue”), Giuliano Montaldo (“Marco Polo”), Daniele D’Anza (“L’amaro caso della baronessa Carini”, ed anche “Madame Bovary”, “Racconti fantastici”, “Il segno del comando”), Edmo Fenoglio (“Il conte di Montecristo”).
Vi si cimentarono pure Alberto Lattuada (“Cristoforo Colombo”) e Luigi Comencini (“Cuore”, “Le avventure di Pinocchio”).
Traevano l’ispirazione dai capolavori della letteratura e sapevano trasferirvi l’alta qualitĂ artistica.
Mi è venuto in mente tutto ciò, poichĂ© poco fa ho finito di guardare lo sceneggiato in 4 puntate “Racconti fantastici” con la regia di Daniele D’Anza, ispirato ai racconti di Edgar Allan Poe.
Ne consiglio la visione.
Le prime 3 puntate sono ineccepibili. La quarta, “La caduta di casa Usher”, ha del tragico che richiama quando Michelangelo Antonioni quando Luis Buñuel. Ä–, secondo me, la meno riuscita, ma sempre di lodevole fattura.
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