Con sette mesi di ritardo14 Giugno 2012 Finalmente una notizia confortante che va nella direzione giusta e che, se fosse stata presa sette mesi fa, avrebbe evitato il pesante drenaggio di denaro passato direttamente dalle tasche dei cittadini nelle casseforti della speculazione. Perché, quello che nessuno dice, è proprio questo: ossia che l’ingente tassazione non è servita un fico secco ai fine del risanamento, e infatti ieri gli interessi pagati per la collocazione dei nostri Btp ha toccato il 6,3%, ossia i tassi elevati che si registravano ai tempi in cui  Napolitano e Monti, rispondendo “ja†alla Merkel, hanno disarcionato il cavaliere, in barba alla democrazia e al popolo sovrano. E come dice l’Istat anche tutti gli altri dati econometrici sono peggiorati. I quotidiani non parlano di questo drenaggio del tutto inutile, giacché se i cittadini ne venissero a conoscenza, si solleverebbero e farebbero in Italia un nuovo 14 luglio, l’assalto feroce, ossia, ai palazzi del potere. Tuttavia, mi permetto di continuare a dubitare che il governo arrivi a praticare in tempi rapidi questa decisione annunciata. L’errore sull’IMU, ossia di riproporre la tassa sulla prima casa, è la prova di quanto sopra. Un drenaggio elevato ed assurdo che gonfierà il portafoglio degli speculatori ed anche della Germania verso la quale si stanno dirigendo molti capitali, rinunciando a interessi vantaggiosi pur di mettere al sicuro nel bund tedesco almeno il loro valore nominale. Anche qui, abbiamo assistito nei giorni scorsi alla solita pioggia di bugie. Alfano del Pdl batteva i pugni e assicurava che l’IMU sulla prima casa sarebbe stata una tassa “una tantumâ€, ed ora che il governo ha deciso che a partire dal 2013 essa sarà gestita dagli enti locali, Alfano e lo stato maggiore del Pdl, tacciono. È chiaro che passando il governo la patata bollente agli enti locali, ciò non significa affatto che l’IMU sulla prima casa sarà una tantum, ma semplicemente che continuerà ad esistere con la sola differenza che a gestirla non sarà più lo Stato. Ha nulla da dire il Pdl? Pare di no. Fra l’altro l’annuncio di Monti di mettere mano alla vendita del patrimonio dello Stato arriva in un momento sospetto, ossia alla vigilia del’incontro di fine giugno tra l’Italia, la Germania, la Francia e la Spagna. Monti vuol presentarsi con un pacchetto di riforme per il risanamento così da fare bella figura. Poi si vedrà : del doman non v’è certezza…. Ieri ha riscosso i complimenti del ministro delle finanze tedesco Wolfang Schäeuble, dal quale Monti si è recato per sottoporre al suo controllo l’aggiornamento dei compitini assegnatigli dalla cancelliera. Altro che battere i pugni sul tavolo come gli aveva chiesto il Pdl! Si è presentato servizievole come un agnellino, come un vassallo d’altri tempi. I complimenti che ha ricevuto, del resto, sono stati tutto sommato dello stesso tenero diplomatico di quelli rilasciati ai tempi del governo Berlusconi da Obama, dal Fondo monetario internazionale, da Sarkosy e dalla stessa Merkel, oltre che dai responsabili della Ue. Basta andarsi a rileggere i giornali del tempo. Tutti dicono che gli incontri di fine giugno segneranno il destino dell’Europa. Lo credo anch’io, ma per questa ragione: non ci saranno rotture e, come è più volte accaduto in questi ultimi mesi, l’incontro produrrà risoluzioni confuse e marginali. Sarebbe un miracolo, infatti, che la Germania dicesse di sì all’emissione degli eurobond, la sola decisione che sconfiggerebbe immediatamente la speculazione in atto sugli Stati più deboli, ma annullerebbe tutti i vantaggi che i tedeschi stanno emungendo dalla crisi. In mancanza di ciò, dunque, non vi sarà nessuna novità di rilievo, non vi sarà alcun mutamento di rotta e si tornerà a tremare come e più di questi giorni, giacché la speculazione si sarà fatta l’idea che l’ultimo baluardo di resistenza è caduto, e quindi che si è aperta finalmente la corsa per spartirsi il grosso bottino di guerra. Letto 1209 volte.  Nessun commentoNo comments yet. RSS feed for comments on this post. Sorry, the comment form is closed at this time. | ![]() | ||||||||||