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Cosa rischiano le colombe

10 Settembre 2010

Volete un altro esempio delle giravolte di Fini, e proprio a riguardo delle dimissioni del presidente della Camera? Fu lui ad invocarle per Irene Pivetti, nel 1995. Si legge qui, in un articolo del Giornale a firma di Paolo Bracalini:

«La terza carica dello Stato deve es ­sere super partes, non può dire “ora non parlo come presidente della Ca ­mera” » e dire quel che le pare, so ­prattutto se poi «è stata eletta da coloro che ritiene irresponsabili, tradi ­tori e persino attentatori della democrazia », e se poi esprime «giudizi net ­ti e così polemici senza mettere in dubbio il fatto che parla come singo ­lo parlamentare o privato cittadino e non più come presidente della Ca ­mera ». Insomma una terza carica del genere, se proprio vuole fare po ­litica e dare giudizi sugli altri leader, forse dovrebbe «prendere in consi ­derazione anche l’ipotesi (…) (…) di rimettere il manda ­to ». E’ Fini che parla!

Ma gustatevi anche le argomentazioni di Paolo Armaroli su Libero, qui.

Era anche Fini analfabeta costituzionale e parlamentare, come va accusando oggi coloro che lo invitano a dimettersi?

Dunque, è proprio vero che Fini è attaccato alla poltrona, visto che lui si è comportato esattamente come la Pivetti nel 1995, ma non ne ha tratto ciò che richiedeva al presidente della Camera di quel tempo. Qualcuno può ancora dubitarne?

Leggendo poi l’articolo su Libero di Franco Bechis, ho appreso che l’affaire Montecarlo è stato così ben congegnato che la magistratura non riuscirà ad ottenere alcuna informazione utile a svelare la proprietà dell’immobile. Da ciò, scrive Bechis, la tracotanza di Fini, che queste cose le sa. Scrive Bechis:

“La rogatoria sulla casa a Montecarlo farebbe quindi un buco nell’acqua, per ­ché nessuno sarebbe tenuto a risponde ­re o dare assistenza giudiziaria alla pro ­cura della Repubblica di Roma. Quella “fiducia” nei giudici manifestata da Fini davanti alle telecamere di Enrico Men ­tana è quindi un clamoroso bluff del pre ­sidente della Camera, che da ex ministro degli Esteri sa perfettamente come il se ­greto di quella casa sia stato blindato in uno dei pochi posti al mondo in cui la magistratura nulla può.”

Il quale Bechis poi rincara la dose:

“L’inter ­vista di Fini a Mentana dunque nascon ­de un consapevole bluff, indegno di un leader politico e ancora di più del rap ­presentante della terza carica istituzio ­nale della Repubblica italiana.”

Ma voglio sperare che qualche passo falso sia stato commesso e che non vi sia impunità per chiunque sia implicato in un’operazione che possa avere, come sembra, risvolti illeciti.

Pare, dunque, che Fini, almeno al momento, possa dormire su tre cuscini. Il primo è quello della sua faccia tosta che si rifiuta di dimettersi nonostante che fosse proprio lui a richiederlo, per gli stessi motivi, a Irene Pivetti; il secondo è quello dell’abile blindatura dell’affaire Montecarlo, il terzo è costituito dalla arrendevolezza di Berlusconi, che gli consentirà di mettere a puntino il suo progetto politico.

Fini ha in animo, infatti, di costruire un partito (mi verrebbe da scrivere: un quarto cuscino) che con il tempo rosichi voti al Pdl, fino addirittura a sostituirlo.

Berlusconi non è giovane quanto Fini e, causa l’età, sta per uscire di scena. Non sono così sicuro che dopo il 2013 correrà per guidare qualche altro governo, e probabilmente in seno al Pdl ricoprirà una carica onorifica.

Fini avrebbe potuto esserne il naturale successore, ma l’incompatibilità di carattere tra i due, e soprattutto gli scontri durissimi di questi ultimi tempi e i cambiamenti di rotta suggeriti a Fini probabilmente da nuovi consiglieri in cerca di qualche scranno, hanno fatto maturare a quest’ultimo l’ambizione di costruire una creatura politica tutta sua, da non condividere con alcuno, e con questa competere con il Pdl nel tentativo di acquisirne a poco a poco l’elettorato.

Uscito di scena Berlusconi, il Pdl, secondo i calcoli di Fini, dovrebbe liquefarsi, ed ecco che il Fli avrebbe la strada spianata per imporsi come il partito leader e di maggioranza nel centrodestra.

Se questa ipotesi ha un qualche fondamento, proviamo a ragionarci su.
Cosa sta succedendo in questi giorni?
Che Berlusconi, che avrebbe dovuto recitare la parte del leone, avendo ruggito forte per tutta l’estate, ora si sta trasformando in coniglio, arrendendosi alle colombe, e deponendo ai loro piedi tutta la carica combattiva che gli elettori gli riconoscevano.

Fini, che aveva confessato in gioventù di essere una persona senza coraggio e che il coraggio uno non se lo può dare da solo, oggi, barricato dietro la protezione e il fortino della sua carica istituzionale, dirige un’operazione spregiudicata servendosi di fedelissimi pronti a gettarsi allo sbaraglio, e a costo di perderci anche la faccia.

Dunque da una parte, quella di Berlusconi, sta prevalendo insospettatamente la remissività, e dall’altra, quella di Fini, l’aggressività.

Fino a qualche settimana fa, nessuno avrebbe potuto immaginare che il leone Berlusconi si sarebbe trasformato in coniglio, e il coniglio Fini, al contrario, si sarebbe trasformato, se non proprio in un leone, in uno sciacallo.

Il suo disegno è infatti un disegno da sciacallo, che prefigura di mangiarsi quanto prima ciò che resterà del Pdl, dopo l’uscita di scena di Berlusconi.

Non so se Berlusconi abbia ben valutato questo disegno e creda ancora di poter continuare a governare contando sulla lealtà dei suoi parlamentari, magari anche con il consenso dei finiani, sempre pronti a dichiararsi fedeli alleati della maggioranza.

Se la risposta è sì, così facendo, Berlusconi non farà altro che alimentare le ambizioni e le speranze di Fini, il quale, graziato a sorpresa dopo una snervante battaglia con il Cavaliere, potrà dedicarsi a costruire, con tutto l’agio che non avrebbe mai potuto immaginarsi, il suo disegno.

Sappiano perciò Berlusconi e il Pdl  che è nelle loro possibilità, oggi e subito, decidere se concederglielo o stroncarlo sul nascere.

Berlusconi è pure convinto di poter aggregare al Pdl e alla Lega Nord un’area di responsabilità che possa consentirgli di proseguire la legislatura senza avere sulla testa la spada di Damocle dei finiani.
Glielo auguro. Ma non sono tanto convinto sulla tenuta di questa nuova aggregazione.
Se fallirà, forse sarà troppo tardi per arrestare l’avanzata di Fini.

Intervista a Marina Berlusconi, a cura di Daniele Manca. Qui.

“Bossi: “Non faremo mancare voti”. E anche Tremonti dice no al voto”. Qui.

“Il giurista: “Costituzione tradita, ora deve andarsene” di Giuseppe Staiano. Qui.

Sulle colombe. Qui.

“Schifani: «Fini non può essere sfiduciato »”. Qui.

Quando Fini voleva far dimettere la Pivetti da presidente della Camera. Qui.

Da Montecarlo stanno per arrivare i documenti. Qui.

Casa di Montecarlo ed altro. Rassegna stampa del 10 settembre 2010. Qui.


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8 Comments

  1. Commento by Carlo Capone — 10 Settembre 2010 @ 00:57

    Bartolomeo, se “l’affaire Montecarlo è stato così ben congegnato che la magistratura non riuscirà ad ottenere alcuna informazione utile a svelare la proprietà dell’immobile”, come è possibile accusare Fini a prescindere? con le supposizioni non si manda la gente alla lapidazione, altrimenti è inutile che condanniamo  i fondamentalisti iraniani. Le parole sono pietre, diceva il buon vecchio Freud.

  2. Commento by Bartolomeo Di Monaco — 10 Settembre 2010 @ 08:56

    I sospetti su Fini sono alimentati da due fattori.

    Il primo è che egli non chiarisce alcun dubbio sollevato (nemmeno  l’altro giorno da  Mentana);
    il secondo è che egli sa di non aver risposto e mostra tracotanza, con ciò alimentando il sospetto che è sicuro di aver blindato il segreto.

    Spero che Pontone, che sarà interrogato la prossima settimana dai magistrati, si confermi quell’onest’uomo che dicono che sia, e non nasconda la verità.

    Giancarlo Tulliani è sparito dalla circolazione. Vorrà dire qualcosa? E’ stato consigliato da qualcuno a non aprire bocca? E perché, se non avesse nulla da nascondere?

    Più passa il tempo, Carlo, e dai silenzi e dai vuoti, mi convinco che Fini sia colpevole in qualche modo.

    Un innocente non credi che si comporterebbe diversamente?

  3. Commento by Mario Di Monaco — 10 Settembre 2010 @ 09:55

    E’ proprio vero che in politica niente è impossibile. Ieri abbiamo assistito addirittura ad un miracolo: il tornado che minacciava di spazzar via  il governo si è tramutato in un semplice acquazzone estivo e come  dice il Leopardi, Bossi permettendo, tornerà azzurro il sereno.

  4. Commento by Felice Muolo — 10 Settembre 2010 @ 10:12

    Riporto  quello che ho scritto poco fa su facebook. La situazione politica italiana  è quella di sempre: in bilico.  

  5. Commento by Carlo Capone — 11 Settembre 2010 @ 10:00

    Intanto Schifani si smarca dalla campagna diffamatoria su Fini.

  6. Commento by Bartolomeo Di Monaco — 11 Settembre 2010 @ 10:42

    No, Carlo. Ha solo detto che non si può sfiduciare Fini. Sugli scandali che lo coinvolgono, mi pare che non abbia detto niente.
    Comunque la questione delle dimissioni di Fini rersta un problema centrale per la funzionalità della Camera, visto che Pdl e Lega Nord non hanno più fiducia nella sua imparzialità.
    Come avrai letto, le attribuzioni che fanno capo al presidente della Camera sono molte e alcune discrezionali.

  7. Commento by Carlo Capone — 11 Settembre 2010 @ 14:21

    Però, Bart, devi  ammetterai che Schifani dà un grosso colpo a chi, del suo campo di appartenenza originario,  si adopera per le dimissioni di Fini.

    Poteva stare zitto, nessuno gli aveva chiesto di pronunciarsi, perché ha parlato? il suo è un parere autorevole.

  8. Commento by Bartolomeo Di Monaco — 11 Settembre 2010 @ 14:30

    Questo, Carlo, è vero. Ma non chiude comunque il tema delle dimissioni di Fini.

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