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E rieccoli, i finiani

7 Aprile 2010

Sulle riforme, Berlusconi ha due avversari. Uno è scontato, è il Pd che vorrebbe le riformuzze, quelle che scivolano sulla pelle come l’acqua piovana, l’altro è Fini. È di quest’ultimo che deve temere.

Fini fa parte del Pdl, nonostante ricopra una carica istituzionale che lo vorrebbe al di sopra delle parti, lui quindi nel Pdl conta, è parte dell’ingranaggio. Il suo potere risiede nel fatto che questo ingranaggio lo può arrestare con un minimo sforzo, con una pagliuzza, con un granello di sabbia. Si è messo in testa di offuscare la leadership di Berlusconi e va avanti per la sua strada. Il 1 aprile scorso, grazie al suo fedelissimo Italo Bocchino, ha fatto entrare dentro le mura del Pdl il cavallo di Troia, e i suoi militanti hanno già preso posizione, pronti ad agire ad un suo cenno.

Qualcosa si sta già muovendo in questi giorni. Con la stessa tecnica della bomba ad orologeria usata da certa magistratura. Nel momento in cui il premier deve fronteggiare le pretese (e qui) della Lega Nord, che mette all’incasso il successo delle regionali, ecco che Fini fa alzare la voce dai suoi scherani, pronto a disarmarlo ed isolarlo. Ha fatto bene Sandro Bondi a rispondere a FareFuturo:

«FareFuturo emette ancora una volta una nota stonata. L’agenda, il cammino delle riforme, così come la natura ed il ruolo del Pdl, sono sempre stati saldamente in mano al Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, nell’ambito di un’alleanza con la Lega Nord di Umberto Bossi improntata ad un rapporto di leale collaborazione e di reciproco rispetto ».

Dopo l’incontro con Bossi ci sarà quello con Fini. Di Fini non mi fido più. Il lavoro che in questo ultimo anno ha svolto contro il premier lo rende ambiguo, su di lui non si può fare affidamento. Non si può andare allo scoperto pensando di poter contare su di lui. Ci si potrebbe trovare non solo scoperti ma sotto il tiro del cosiddetto fuoco amico.

Che si diranno Berlusconi e Fini? Riuscirà Berlusconi a leggerne le vere intenzioni?

È un’alleanza infida. Doversi sempre guardare le spalle. Peggio che nel medioevo quando i reggitori del potere dovevano guardarsi dalle pugnalate dei propri fedelissimi.

Se Fini non convincerà Berlusconi, quest’ultimo dovrà agire mettendo in conto che potrà trovarselo schierato con Bersani.

Valuti, a seconda di come andrà l’incontro, se non sia il caso di liberarsene subito.

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5 Comments

  1. Commento by Ambra Biagioni — 7 Aprile 2010 @ 10:39

    Qui il tema trattato da Libero: Lega, Fini, finiani e Pdl.

  2. Commento by Ambra Biagioni — 7 Aprile 2010 @ 10:59

    Sto col fiato sospeso: vincerà il vecchio modo di far politica di Fini o quello moderno e ardito della Lega ?
    E Berlusconi sarà capace di ammortizzare le due spinte ? Per non contare poi che poggia i piedi su di un terreno elastico, quello della compagine pidiellina ?
    Auguriamoci di sì, alla barba di tutti i detrattori che lo odiano tanto, perché ne sentono la forza e il valore; sono tutti come quei ragazzi che confondono l’autorità con l’autorevolezza, vi si ribellano, ma in fondo sanno d’aver torto ed anche per questo diventano barricadieri, demagoghii faziosi e disfattisti.
    A loro non importa dell’Italia, sono offuscati nella mente e non vedono ad un millimetro del proprio naso, non vogliono sapere che il loro maggiore alleato è il tempo: dare tempo al tempo e aspettare il proprio turno, guardando oltre loro stessi.

    Tra i commenti del Legno

  3. Commento by Mario Di Monaco — 7 Aprile 2010 @ 12:03

    Fra i possibili avversari al progetto di riforme di Berlusconi, non mi sentirei di escludere, almeno per ora, lo stesso Bossi e spiego perché.

    Che anche lui voglia le riforme è fin troppo evidente, ma non è altrettanto chiaro se il risultato finale che con esse si vuol perseguire sia pienamente condiviso.

    Come dicevo nel commento al tuo articolo di ieri, finora la Lega ha avuto gioco facile con il proprio elettorato perché ha sbandierato ovunque l’icona del federalismo, senza mai affrontare  nel merito il problema di quale modello introdurre nel nostro paese e delle  possibili ricadute sulle condizioni economiche e sociali di tutti i cittadini.

    Lo si è voluto rappresentare come un contenitore vuoto in cui ognuno era libero di metterci ciò che più gli conveniva.

     

    Dalla propaganda elettorale, il popolo del nord ha    appreso soltanto che con il federalismo avrà più voce in capitolo e nelle sue tasche rimarranno molti più soldi.

    Ora, però, che quel contenitore dovrà essere riempito tenendo nel dovuto conto i vincoli di bilancio e di solidarietà sociale, per Bossi e compagni si farà dura ed i nodi verranno al pettine. Intanto, sulla materia fiscale, che è il cardine su cui si innesterà la riforma federale, hanno già imposto la loro esclusiva competenza Berlusconi e Tremonti e, conoscendo il carattere spigoloso dei contendenti, ne vedremo delle belle.

    Fini potrebbe ritagliarsi un importante ruolo di mediazione. Tutto dipenderà dalle sue intenzioni e dalle sue capacità.

  4. Commento by Ambra Biagioni — 7 Aprile 2010 @ 19:34

    Si trova fra i commenti del Legno, ma mi piace riportarlo qui per esteso:

    ermanno

    E rieccoli, i finiani
    07/04/2010 19:21
    Fini?il solito presuntuoso,il solito traditore,il solito Badoglio.Personalmente quando ho avuto modo di incontrarlo ho provato un senso di repulsione.Ho militato dal 1964 nella formazione giovanile del MSI,la Giovane Italia,poi nel Fronte Universitario di Azione Universitaria,ho fondato ben 4 sezioni del MSI e una di AN.Ho rivestito la carica di Segretario in tutte le sezioni e quella di Presidente del Circolo di AN. Ho rischiato la vita negli anni di piombo,sia nella mia attività politica e sia come studente,ho perso un “fratello” ucciso dall’estremismo comunista.E mentre noi rischiavamo la vita il Fini nelle manifestazioni appena vedeva che le cose si mettevano male si dileguava nei negozi e si nascondeva nell’inseparabile impermeabile bianco.Per questo suo atteggiamento venne soprannominato “CACHETTA”. Come ci si può fidare di uno che tradisce i propri “camerati”,che dimentica facilmente coloro che sono morti in nome di una Idea e per l’Idea?di una persona che da un giorno all’altro,pur di non dispiacere a certa sinistra e a certi poteri,rinnega il passato,il suo padre politico(Almirante)e se non sbaglio anche suo padre.La LEALTA’ non è proprio il suo forte e mi fermo qui per non entrare in aromenti di vita privata.Si può solo dire che chi chi usa la stampella prima o poi và con lo zoppo!A buon intenditore…Forza Silvio la vera Destra non tradisce MAI!

  5. Commento by Bartolomeo Di Monaco — 7 Aprile 2010 @ 20:23

    Straordinaria testimonianza, Ambra. Con quel soprannome, conquistato sul campo, si spiegano molte cose.

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