Fini al No B-Day?3 Dicembre 2009 Sugli altri quotidiani presenti sul web non ho trovato conferma della notizia, che ho appreso dal sito georgiamada, riportata dal Il Messaggero, ossia che Gianfranco Fini, presidente della Camera e esponente del Pdl parteciperà alla manifestazione No B-Day organizzata per il 5 dicembre da Di Pietro contro il governo Berlusconi. Non ci credo, e penso che sia una bufala, un incidente in cui è incorso il quotidiano romano (mio fratello mi ha portato poco fa Il Messaggero e non c’è niente di tutto ciò. Dunque è un abile fotomontaggio). Ma la bufala mi dà occasione, comunque, di ragionare ancora una volta sui comportamenti e sulle esternazioni di Fini. Ho, infatti, ragione di credere che quanto dichiaravo nei giorni scorsi (qui) non sia stata affatto una battuta ma una profezia, ed effettivamente Fini ha perso la testa, e c’è in giro chi ci si diverte. Mandare allo sfascio anzitempo un governo che ha avuto una così ampia maggioranza e il cui mandato scadrà nel 2013, un governo che si accinge a varare riforme che da anni sono attese dai cittadini, che si accinge a inaugurare lavori infrastrutturali di grande rilievo come il ponte sullo stretto di Messina, significa diventare un personaggio non solo incomprensibile, ma ridicolo, e soprattutto non avere il senso dello Stato. E per un presidente della Camera è un fatto di grave incompatibilità. Egli dovrebbe avere a cuore la governabilità, nell’interesse del Paese. Capire che dovrebbe fare un passo indietro nelle sue esternazioni che raccolgono solo il plauso dell’opposizione e mettono invece in difficoltà il governo e i suoi stessi sostenitori. Egli dovrebbe tenere conto che nel Paese il suo nome è stato ormai affiancato dall’epiteto “il traditore”, che probabilmente si trascinerà per sempre nella sua biografia. Le rivalità di carattere con Silvio Berlusconi, le invidie, le gelosie per la maggiore visibilità del premier, dovrebbero essere accantonate nell’interesse della governabilità. Non mi pare che su questo versante Berlusconi sia stato il primo a cominciare, e dunque sia Fini il primo a smettere. Fini si deve ricordare che un presidente della Camera non deve fare politica ma essere super partes. Forse non ricorda più quando il presidente del Senato Marcello Pera incorreva in qualche esternazione politica e l’opposizione lo redarguiva sostenendo che i presidenti delle due Camere devono restare fuori dalla contesa politica? Quando Fini ha accettato l’incarico istituzionale ha accettato congiuntamente di restare sopra la mischia, di non calarcisi dentro addirittura a gamba tesa. Oggi l’opposizione, contrariamente a quanto faceva contro il presidente Pera, ammorbata dall’antiberlusconismo e dal doppiopesismo, non si ricorda più, ha perso la memoria, ma Fini dovrebbe ricordare e domandarsi perché l’opposizione non lo critica, ed anzi lo osanna. Il Fatto Quotidiano titolava ieri: “Fini capo dell’opposizione”. Non significa nulla? A questo proposito, interessante è l’analisi di Angelo Panebianco, che si trova qui, da cui mi limito ad estrarre: “Ma non c’è dubbio che la fine del sodalizio si deve soprattutto al cambiamento di posizioni politiche di Fini su un amplissimo spettro di questioni. Un cambiamento così radicale che oggi sembrano non esserci più punti di contatto fra ciò che vuole Fini e ciò che vuole il grosso dello schieramento di cui egli fa ancora ufficialmente parte.” Mi sono interrogato, nel titolo, qui, se Fini non sia sotto ricatto. Perché è impensabile che un uomo di vasta esperienza politica, faccia in pochi mesi, all’improvviso, una tale giravolta. Appare troppo incredibile che rivalità di leadership possano portare Fini a sfasciare una maggioranza che, non solo ha avuto ampio consenso presso l’elettorato, ma sta realizzando il programma di governo che lui stesso ha sottoscritto. Ricatto o perdita della ragione. Tertium non datur. Articoli correlati”È la sindrome rancorosa del beneficiato contro il suo benefattore” di Annamaria Bernardini de Pace. Qui.Letto 3102 volte. | ![]() | ||||||||||
Commento by Carlo Capone — 3 Dicembre 2009 @ 12:08
Bart, ti chiedi se Fini sia ricattato. Io mi chiedo se è lui che ricatta Berlusconi, sulla base dei voti in Parlamento che il Presidente della Camera ritiene – e sottolineo ritiene – di possedere. Se si arrivasse infatti a una rottura insanabile potrebbe far cadere il Governo e spedire Berlusconi alle urne. Ovviamente secundum non datur . Nelle eventuali elezioni anticipate si profilerebbe un’alleanza Fini- Casini – Montezemolo in concorrenza con ciò che resterebbe dal PdL.
Commento by Ambra Biagioni — 3 Dicembre 2009 @ 13:07
Per saperne di più di FINIto :
http://linkati2.wordpress.com/files/2009/10/martino-cervo1.odt
http://linkati2.wordpress.com/files/2009/10/senza-nome-11.odt
Commento by Bartolomeo Di Monaco — 3 Dicembre 2009 @ 13:30
Un governo senza che sia sorretto dall’attuale maggioranza non si potrebbe fare (lo ha confermato il capo dello Stato) e Fini non potrebbe ricevere il consenso di una larga parte del Pdl. A nulla servirebbe l’appoggio del Pd.
Se si va alle lezioni, idem con patatine. Già ora sta avvenendo al Nord, secondo i soliti sondaggi, che una parte dell’elettorato ex An si sta dirottando verso la Lega.
Fini si sta politicamente suicidando, e non se ne accorge. Fra poco voglio ancora approfondire con un altro post il comportamento di Fini, al centro di tanti interrogativi.
Commento by Carlo Capone — 3 Dicembre 2009 @ 13:49
Vorrei capire perchè Fini sarebbe sotto ricatto. Nel post relativo non mi è risultato chiaro.
Quanto al suicidio, tanto più politico, o uno ci pensa parecchio o lo fa d’istinto. Escluderei nel caso di Fini la seconda ipotesi. Quanto alla prima tempo per meditare ne ha avuto a iosa. Difficile che tanto riflettere porti a un’autosoppresisone politica.
La Lega se si ingrossa lo fa a spese del Cavaliere. E il Nord non è tutto il Paese. Esistono un Centro, per questioni di destra baricentrico in Roma , e soprattutto un Sud, antico serbatoio di voti missini e poi ad AN.
O il Sud esiste solo a chiacchiere?
Commento by Ambra Biagioni — 3 Dicembre 2009 @ 14:32
Se il dissenso che Fini raccoglie da ogni dove, in alto e in basso, non è sintomo di un “suicidio politico” mi dica lei, Signor Capone, come potremmo definirlo.
Veda, non tutte le ciambelle riescono col buco, e questa è, per Fini, una bella ciambella senza buco.
Chi semina vento raccoglie tempesta.
Commento by Bartolomeo Di Monaco — 3 Dicembre 2009 @ 15:08
Carlo, sono convinto, come ho scritto nel post relativo, che la mafia si è messa in testa di eliminare lo scomodo Berlusconi, visti i risultati che il suo governo sta ottenendo contro di essa. Mettendo la mafia al centro del disegno, vedrai che tutto quadra.
Ho la vaga sensazione che in qualche modo Fini sia sotto ricatto (non ho le prove, ovviamente), ma il suo repentino cambiamento (a partire da luglio la sua svolta antiberlusconiana e perfino anti Pdl ha marciato ad una velocità impressionante) sono la sola spiegazione che posso dare (dopo quella dell’impazzimento).
La mafia (perché è lei che manovra tutto per arrivare a far cadere Berlusconi) potrebbe avere qualcosa di compromettente su di lui e averlo messo sull’avviso.
Mie congetture. Ma il quadro avrebbe però la sua logica spiegazione.
Poco fa ho scritto un post sulla sua natura fascista che sta emergendo per effetto della carica istituzionale che ricopre. Figurarsi se diventerà capo dello Stato. Avremo un altro Mussolini. Monarca lo è già stato in An, le prove le ha fatte.
E’ un altro mio tentativo di analizzare i fatti di questi ultimi mesi e il comportamento di un uomo che sta sorprendendo tutti.
Commento by Bartolomeo Di Monaco — 3 Dicembre 2009 @ 15:12
Ambra, i file che mi hai segnalato al commento 2 non mi si aprono.
Commento by Ambra Biagioni — 3 Dicembre 2009 @ 15:19
Bart. io ho provato qui e si aprono; non so cosa accade su altri computer.
Proverò a mandarteli a casa come allegati.
Commento by kalle — 3 Dicembre 2009 @ 15:24
francamente e’ paradossale affermare che Fini raccoglie dissenso “da ogni dove”. A me sembra che il dissenso sia tutto tra i filo-berlusconiani. Che senz’altro saranno un buon numero, ma sono pur sempre una minoranza nel paese, in termini assoluti. Berlusconi e’ il primo a saperlo, non e’ uno stupido. Si dice, ha sdoganato i missini: grazie, gli hanno portato i voti senza i quali si scorderebbe palazzo Chigi. Un favore reciproco (e alle ultime consultazioni, per lo stesso motivo inglobo’ chiunque, pure i neofascisti di Forza Nuova). E ora si sostiene che andrebbe ad ipotetiche nuove elezioni senza i voti dei sostenitori di Fini? E’ francamente impensabile. Ed e’ il motivo per cui, nonostante lo strepito delle seconde file, Berlusconi si e’ guardato bene dal rompere con Fini in pubblico. Forse sarebbe il caso andaste a rivedere quel che scriveva La Padania nel 1998: sostanzialmente dava del mafioso a Berlusconi. E ora Bossi e Maroni sono tranquilllamente ministri. Altro che Fini.
Commento by Ambra Biagioni — 3 Dicembre 2009 @ 15:30
Signor Kalle, ha letto l’articolo correlato dell’avv. Bernardini De Pace ?
Tanto per dirne uno, ma le consiglierei di fare più approfondite ricerche prima di fare affermazioni così categoriche; a me risultano tutti i dissensi di cui ho parlato e li ho raccolti sul Web.
Commento by Carlo Capone — 3 Dicembre 2009 @ 16:09
Ha ragione, signora Biagioni, non tutte le ciambelle riescono col buco. Lo rammenti.
Commento by kalle — 3 Dicembre 2009 @ 16:33
Signora Biagioni, potrei risponderle per le rime, consigliandola di allargare le sue prospettive oltre le Colonne d’Ercole de Il Giornale. Non lo faccio, perche’ bastera’ aspettare qualche mese per capire chi tra lei e me sia nel giusto. A me sembra che il pubblico silenzio di Berlusconi sia piu’ eloquente di mille dichiarazioni.
Commento by Bartolomeo Di Monaco — 3 Dicembre 2009 @ 16:35
@Kalle
Kalle, a me interessa un governo che faccia fatti e non chiacchiere. Questo è il mio primo assunto. Il secondo è che sia rispettato (sempre) l’esito elettorale.
Sono i fulcri del mio credo politico.
Detto questo, non ho mai nascosto, ad esempio, le mie antipatie sia per Bossi che per Fini, democratici a modo loro. Bossi ne ha dette tante, anche quando era alleato del Ds col governo Dini.
Se dovessi contare quelle che ha detto Bossi, a cui Scalfaro fece la corte per far cadere il primo governo Berlusconi, starei fresco.
Mi preme invece analizzare il comportamento di Fini che, non lo dico io, ma lo dicono i commentatori politici dei quotidiani italiani, sta meravigliando tutti.
Secondo me, Fini è il fascista di sempre (Berlusconi vi si è alleato, come si è alleato con la Lega, e anche con Casini, perché non c’erano altre alleanze possibili. Con chi avrebbe dovuto allearsi con i Ds contro i quali scendeva in campo?). Ciò che sta facendo può essere anche la spia del suo fascismo congenito. Vedi il mio ultimo post “Fini il demiurgo: si dimetta“.
Sto cercando di capire il suo comportamento, e appena avrò finito di dedicarmi alla lettura di un libro (letteratura) compilerò un altro post.
Ragiono in pubblico, sperando di riuscire a capire, anche attraverso ciò che mi dite.
Ma il disegno mafioso regge, secondo me, tutta l’impalcatura.
@ Ambra
I file che mi hai inviato si sono aperti. Più tardi li leggerò. Grazie
Commento by kalle — 3 Dicembre 2009 @ 17:20
Come volevasi dimostrare, altro che rottura: “Berlusconi: «Con Fini nessuna competizione »”
Commento by Ambra Biagioni — 3 Dicembre 2009 @ 17:30
E che cosa si è dimostrato ?
Quello che giustamente deve essere : Berlusconi non si sente e non si mette in competizione con alcuno.
Ci mancherebbe anche quello.
Se mai appare ancora più chiaro che è Fini a volersi mettere in competizione con Berlusconi, dall’alto della sua presunzione, solleticata anche dal fatto di essere il Predidente della Camera dei Deputati.
Commento by kalle — 3 Dicembre 2009 @ 18:08
Cara signora Biagioni: si e’ dimostrato quanto dicevo, vale a dire che Berlusconi non intende affatto rompere con Fini, per il momento. Che Berlusconi non si senta in competizione con Fini, mi permetta di dubitarlo.
Commento by Ambra Biagioni — 3 Dicembre 2009 @ 18:13
Punti di vista ?
Commento by Carlo Capone — 3 Dicembre 2009 @ 18:16
Ricordo l’ordine di importanza costituzionale delle principali cariche dello Satato :
1) Presidente della Repubblica
2) Presidente del Senato
3) Presidente della Camera *
4) Presidente del Consiglio **
5) Presidente della Corte Costituzionale
6) Presidenti Emeriti della Repubblica
* On. Gianfranco Fini
** On. Silvio Berlusconi
Commento by Ambra Biagioni — 3 Dicembre 2009 @ 18:19
Cosa vuol significare rammentando quanto sopra ?
Commento by Carlo Capone — 3 Dicembre 2009 @ 18:26
Rammento affinchè altri accusino ricevuta.
Commento by Ambra Biagioni — 3 Dicembre 2009 @ 18:44
Ricevuta accusata.
Però mi sovvengono le parole scritte in altro articolo dal titolare del blog:
“Una volta c’era la buona usanza che le tre più alte cariche dello Stato riconsegnassero la propria tessera al partito di appartenenza per riprenderla a fine mandato. Ciò per dare simbolicamente ai cittadini il messaggio costituzionale che quella carica sarebbe stata esercitata super partes. Ossia, a differenza della quarta carica dello Stato, ricoperta dal presidente del Consiglio (che rappresenta la maggioranza politica del Paese), essi avrebbero rappresentato tutti i cittadini.”
Dopodiché vorrei aggiungere che la competizione fra la terza e la quarta carica dello Stato sarebbe quantomai inconsueta.
Commento by Bartolomeo Di Monaco — 3 Dicembre 2009 @ 20:24
@Carlo
Infatti, Carlo, Ambra ti ha ricordato il mio passaggio nel post “Fini il demiurgo si dimetta”
Quella del presidente del consiglio è la quarta carica dello Stato, che ha compiti diversi di rappresentanza rispetto sia alla terza che alla seconda carica dello Stato. La seconda carica dello Stato (Schifani) ha in più la prerogativa di rappresentare il capo dello Stato in sua assenza. La seconda e la terza carica dello Stato hanno in pratica le stesse funzioni istituzionali, e il presidente del senato è la seconda carica in virtù della possibilità di poter esercitare anche la funzione di capo dello Stato. Altrimenti sarebbero alla pari in tutto e per tutto.
La quarta carica dello Stato (Berlusconi) rappresenta la maggioranza che lo ha eletto. La seconda e terza carica dello Stato (come del resto la prima carica) una volta eletti da una maggioranza, la travalicano per rapprsentare tutti.
La differenza non è di poco conto, perché segna il limite delle esternazioni, ad esempio, di Fini, che non può essere un capo corrente di partito, addirittura discutendone la linea.
@ Kalle
Nell’ultimo post scrivevo:
“Nemmeno un voto di sfiducia della maggioranza servirebbe allo scopo, poiché anche in questo caso si tratterebbe di un accadimento che non ha precedenti nella storia della Repubblica e destinato anch’esso a lasciare nella nostra democrazia cattivi segni e terribili presagi. Ci pensate? la stessa maggioranza che governa e che lo ha scelto a presiedere la Camera, deciderebbe di togliergli la fiducia.”
Berlusconi e Fini non possono fare la figura di interrompere la legislatura. Questo non vuol dire che non potrà succedere. Succederà se Fini non farà un passo indietro e tornerà a non impicciarsi delle questioni interne al Pdl, anche se ne è il co-fondatore. Se non si capisce questa distinzione, non si capisce l’impianto costituzionale.
Fini o fa il presidente della camera o si dimette e fa il capo di una corrente all’interno del Pdl..
Posso concedere che qualche esternazione possa scappare (nel passato è scappata ad altri presidenti delle due Camere), ma quando si fa una netta contrapposizione di linea politica (non lo dico io ma lo dice un commentatore esperto del Corsera, come Angelo Panebianco) e vi si insiste in ogni occasione (e vi si aggiunge un fuorionda denigratorio del presidente del Consiglio: quarta carica dello Stao) si va scientemente fuori del seminato e contro il governo che si è contribuito a formare. Ci si deve domandare perché.
Oggi è uscito il comunicato della presidenza del consiglio secondo il quale la lite tra i due è pura invenzione della stampa. Io credo invece che ci sia competitività vera, e che Fini (che non devi dimenticare è stato il monarca di An), con il ruolo di terza carica dello Stato si sia montata la testa ed ora vaneggia ambizioni sopite, di marca fascista. Ho detto altre volte e lo ripeto ora, a te e a tutti, che se ci mettiamo ad osannare Fini, potremmo trovarcelo a capo della Repubblica. Ed io voglio sperare (e mi sto battendo) perché questo rischio di non poco conto emerga. Mentre invece l’attenzione (tutta negativa) è solo concentrata sui vizi del cavaliere, che si arriva perfino ad accusare di essere il mandante delle peggiori stragi in Italia.
Ci si concentra su Berlusconi e poi ci ritroviamo Fini a scalare i gradi delle Istituzioni fino ad arrivare in cima, magari con il consenso (concordato) del Pd).
@ Ambra
Ho letto i due articoli che mi hai inviato; sono riuscito ad aprili!
Ci vuole il programma OpenOffice 3.1.
Interessante quanto si legge sulla nuova moglie di Fini, Elisabetta Tulliani. Ho sospettato anch’io in un altro post che Fini avesse perso la testa per la sua bella moglie, ma non sapevo delle rivelazioni, nel 2007, di Scherzi a parte.
Il pezzo si trova sul secondo link del commento n. 2)
Commento by Carlo Capone — 3 Dicembre 2009 @ 20:26
La signora Biagioni riporta quanto scritto da Bartolomeo Di Monaco:
“…a differenza della quarta carica dello Stato, ricoperta dal presidente del Consiglio (che rappresenta la maggioranza politica del Paese), essi [cioè: la prima e la terza] avrebbero rappresentato tutti i cittadini.”
Mi rivolgo a Bart. E’ evidente che il PdC è stato eletto da una parte o coalizione politica ma non vi è dubbio che anch’Egli rappresenta tutti gli Italiani.
Se vado in viaggio in Yemen e mi rapiscono i predoni, secondo te Lui che fa? dice “no, questo qua non mi ha votato e perciò non attivo tutti i miei poteri per salvarlo?”
Non scherziamo, Bart.
Commento by Bartolomeo Di Monaco — 4 Dicembre 2009 @ 01:14
@Carlo
L’esempio che porti non calza. Non è questo che distingue il presidente del consiglio dalle altre due cariche dello Stato. Il presidente del consiglio esercita il potere esecutivo nell’interesse del suo Paese (quindi verrà a salvarti dalle grinfie dei predoni :-) ), ma la sua espressione è legata alla maggioranza che lo ha eletto. Si dirà sempre (come lo si dice per altri governi europei), è un governo di destra, è un governo di sinistra, e così via, mentre non lo si dirà mai per un presidente delle Camere. I presidenti delle Camere devono essere (come il presidente della Repubblica) super partes. Non così il presidente del consiglio che è, appunto espressione di una maggioranza, alla quale si oppone l’opposizione. Nessuno schieramento siede in parlamento, invece, per opporsi ai presidenti delle Camere. Non è un caso che il presidente siede in alto sopra gli scranni sui quali siedono i membri del governo. Nelle aule, l’opposizione si oppone sempre al governo e non ai presidenti delle Camere.
Il governo è sempre di parte. I presidenti delle Camere (come il presidente della Repubblica) no.
Tra i primi tre gradini della nomenclatura, e il quarto gradino c’è una differenza molto marcata.
Se cade un governo (faccio l’esempio della prima Repubblica perché con la nuova legge maggioritaria siamo incamminati verso un cambiamento di tipo presidenziale, che ha modificato di fatto la Costituzione, anche se qualcuno la interpreta ancora nel suo testo formale) cade il presidente del Consiglio, ma non cadono i presidenti delle Camere, giacchè essi non sono più espressione della maggioranza che li ha eletti, ma sono diventati espressione sia della maggioranza che dell’opposizione.
Spero di essere stato chiaro ed esaustivo.
Commento by Carlo Capone — 4 Dicembre 2009 @ 10:01
Bart, io mi riferisco agli atti escutivi del Governo. Essi sono erga omnes, e ribadisco: il PdC, pur eletto da una maggioranza politica esistente nel Paese, prende decisioni nell’interesse nazionale, piacciano o non piacicano a qualcuna delle parti sociali. Se l’esempio dei predoni non ti sembra calzante faccio quello dell’invio di truppe in Afghanistan. Non v’è dubbio che la decisione è appannaggio del Governo, previo appogggio qualificato della maggiornza del Parlamento. Ma una volta inviati soldati essi operano in nome dello Stato italiano, non di Berlusconi. Voglio dire che l’attuazione normativa risolve qualunque decisione partorita alla fonte.
Ancora più lampante l’esempio della Prima Guerra Mondiale. L’entrata in guerra fu decisa dal Governo Orlando- Sonnino, se ricordo bene, ma in trincea ci andarono gli Italiani, tutti, in nome e per conto delle decisioni maggioritarie del Parlamento, su proposta di quel Governo. Ma nessuno si è mai sognato di definire quella guerra ‘la guerra di Orlando e Sonnino’. Voglio in sintesi dire che ogni atto e deliberazione, in qualunque Nazione democratica, nasce da un’idea di mondo precisa e variabile a seconda del sentire ( basti pensare alla riforma Maroni, che istituiva gradoni pensionistici troppo alti, mentre quella di Prodi i salti li addolcì) ma poi assurge al rango di Legge dello Stato, con tanto di pubblicazione su Gazzetta Ufficiale.
Spero anch’io di esere stato esaustivo.
Commento by Ambra Biagioni — 4 Dicembre 2009 @ 10:45
Caro Bart, forse sarebbe utile specificare che il Capo del Governo è tenuto a svolgere la sua azione politica, quella per la quale è stato votato, con un preciso programma preventivamente presentato agli elettori.
Le altre tre cariche dello Stato non dovranno avere alcun altro compito se non quello di semplici notai, che dovranno far rispettare la Costituzione laddove Parlamento e Governo la trascurassero.
Niente intromissioni di politica di parte dunque e tampoco, come accade con Fini, stravolgimento della volontà espressa dal popolo. Già Fini ha un potere che può esercitare per dare indirizzi : l’agenda parlamentare, con la quale porta in discussione alla Camera le questioni del Governo e le iniziative di legge.
Si accontenti di quella, ma anche lì sarà bene che non strafaccia.
Commento by Maria — 4 Dicembre 2009 @ 12:12
Vedo che l’argomento è stato ampiamente sviscerato e ognuno è rimasto sulle sue posizioni.
Io sono in contatto con moltissime persone che, a differenza mia, hanno sempre votato per il MSI prima e per AN poi: non solo non si riconoscono più in Fini ma, con rammarico, stanno notando che le vere politiche di destra ora le fa la Lega.
Strano, molto strano che gli applausi che Fini riceve dalla sinistra non lo insospettiscano. Certo gli applausi piacciono a tutti, soprattutti ai vanitosi, ma al momento di mettere una croce sulla scheda elettorale come la metterà? Non penso possa immaginare che chi ha sempre votato a sinistra voterà per lui e quindi i sospetti, dato che nessuno pensa che sia impazzito, rimangono e danno da pensare
Commento by Bartolomeo Di Monaco — 4 Dicembre 2009 @ 13:22
Carlo, tu mescoli gli atti del governo che, una volta approvati dal parlamento, sono erga omnes (come potrebbero non esserlo, me lo devi spiegare) dalla figura istituzionale del presidente del Consiglio.
Infatti anch’io ho scritto:
“Il presidente del consiglio esercita il potere esecutivo nell’interesse del suo Paese (quindi verrà a salvarti dalle grinfie dei predoni :-) ), ma la sua espressione è legata alla maggioranza che lo ha eletto.”
Perciò tutte le azioni del governo sono fatte nell’interesse del Paese e quindi degli italiani; anche l’invio delle truppe all’estero è una decisione assunta nell’interesse del Paese (e delle sue alleanze internazionali). Tutti i ministri, come il presidente del Consiglio, quando si recano all’estero (ma anche quando circolano in Italia) rappresentano l’Italia. Ossia quando una maggioranza vince le elezioni e forma il suo governo, come tale quest’ultimo rappresenta il nostro Paese, e tutti gli atti legislativi che assume si trasformano in leggi erga omnese. Ciò non toglie che il presidente del Consiglio sia espressione di una maggioranza chiamata dal corpo elettorale ad agire nell’interesse del Paese. Ma il presidente del Consiglio non è come le altre tre cariche che lo precedono, super partes, ma nel presentare le proposte di legge agisce secondo il programma stabilito dalla maggioranza (e non dell’opposizione, ad esempio. Non assume affatto il programma elettorale anche dell’opposizione). Una volta che il suo programma si trasforma in atti legislativi questi valgono per tutti i cittadini.
Ti ricordo che la dichiarazione di guerra è tra i poteri esclusivi del capo dello Stato, che lo esercita, sentite le Camere, secondo quanto prescrive l’art. 87 della Costituzione. Guarda caso sono chiamati in causa soltanto le due istituzioni a cui appartengono le prime tre cariche dello Stato. Non è chiamato in causa il governo.
Il Governo deve solo fare quanto stabilisce l’art 78 della Costituzione:
“78. â— Le Camere deliberano lo stato di guerra e conferiscono al Governo i poteri necessari.”
Egli non partecipa alle decisioni, ma le esegue in quanto organo esecutivo.
Inoltre una nota di commento che trovi qui conclude:
“Va inoltre rilevato che tutti gli esponenti del potere esecutivo sono di parte, in quanto diretta espressione della maggioranza politica in Parlamento. “
Più di questo non posso più argomentare.
Vuol dire che resteremo ciascuno convinto delle proprie ragioni. Importante è esserci confrontati anche su questo.