FUMETTI: Feiffer27 Dicembre 2009 [da: “Enciclopedia dei fumetti”, a cura di Gaetano Strazzulla, Sansoni, 1970] L’AUTORE JULES FEIFFER – Nato a New York il 26 gennaio 1929, da modesti genitori di razza ebraica che abitavano nel Bronx, il popolare quartiere bruli cante di immigrati irlandesi, italiani, polacchi e tedeschi. Ultimata la high school, frequentò un corso di disegno presso il Pratt Institute di Brooklyn, durante il quale maturò la sua deci sione di diventare cartoonist. Dopo aver bussato senza successo a molte porte, la prima occa sione di lavoro gli venne offerta da Will Eisner (il celebre creatore di Spirit), che lo assunse come aiuto. La sua prima creazione, che in verità riscosse un limitatissimo successo, fu una tavola dome nicale intitolata Clifford, ospitata soltanto su sei quotidiani. Poi arrivò il servizio militare. Durante questo periodo iniziò a disegnare ironiche vi gnette antimilitariste che però nessuno volle pub blicare: nacque così il buffo e paradossale per sonaggio di Munro, un bambino di appena quat tro anni richiamato alle armi per un errore dei burocrati, i quali, perfino di fronte all’evidenza dei fatti, si rifiutano ottusamente di congedare. Dopo due anni, indossati nuovamente gli abiti civili, Feiffer attraversò il periodo più difficile e triste della sua vita, durante il quale fu co stretto perfino a richiedere il sussidio di disoccupazione. Furono giorni neri che lo videro più volte saltare i pasti. Nel 1956 creò il patetico Bernard Mergendeller, un uomo fatuo, debole e insicuro, uno sradicato alla deriva con una faccia patibolare, divorato da una infinità di complessi e di tic nervosi, il quale ha l’abitudine di raccontare a ogni ra gazza che avvicina le tristi vicissitudini della sua squallida esistenza. Due anni dopo, nel 1958, un editore gli pub blicò una raccolta di tavole. Il volume, con il titolo Sick, Sick, Sick, ottenne un discreto suc cesso. Da questo momento per Feiffer tutto di ventò più facile, tanto che nel breve giro di pochi anni riuscì a imporsi all’attenzione dei lettori e dei critici come il più violento fustigatore del costume (e del malcostume) americano, il dissa cratore più feroce e arrabbiato di miti fino allora intoccabili. Oggi le tavole di Feiffer sono seguite con grande interesse da una vasta schiera di lettori, tanto da rappresentare un fenomeno di costume che coinvolge la realtà e la società americana di questi anni. Senza dubbio Feiffer è una delle punte più avanzate della cosiddetta « America del dissenso », di quella parte dell’America che tenta di portare avanti con estrema spregiudi catezza un discorso critico sulle strutture socio-politiche emergenti in una società piena di stri denti contrasti e di contraddizioni. L’impegno politico di Feiffer e il suo vivace anti conformismo scaturiscono, da una lucida visione dell’odierna american way of life dall’analisi dei gravi problemi che coinvolgono e sconvolgono quotidianamente un paese dalle lunghe tradi zioni conservatrici, un paese profondamente pu ritano e con il perbenismo radicato nel suo mi dollo spinale. Non possiamo certamente catalogarlo come un autore di fumetti, anche se egli, tutto sommato, si esprime attraverso questa forma grafica. Feiffer â— ovvero l’America che si giudica da sé â— è soprattutto uno scrittore satirico e irri verente, un moralista accorato che si scaglia, oltre che contro i responsabili della politica americana, anche contro la società opulenta, la massificazione dei gusti, il dilagare crescente dell’alienazione, lo smarrimento dell’uomo d’oggi di fronte al suo incerto futuro. Altre volte mette sotto accusa la sfrenata politica dei consumi e l’attività speculativa delle grandi compagnie in dustriali. A tutti gli effetti la sua satira appare divertente, brillante, pervasa da un senso di umorismo raffinato e colorito. È certo che una sua tavola è più efficace di un editoriale di Walter Lippmann. Anche se si muove all’interno del fu metto come un qualsiasi altro cartoonist, Feiffer resta un artista indipendente che rifiuta le re gole codificate del comic: diversamente da quasi tutti gli altri autori, egli non disegna strisce giornaliere con personaggi fissi, ma solo tavole, i cui protagonisti sono di volta in volta uomini politici, militari, giovani alla deriva, ragazze ne-vrotiche, amanti delusi ed estranei l’uno all’al tra, infelici e tortuosi complessati, megalomani, paranoici e così via. I loro soliloqui corrosivi e dissacranti ci introducono in un mondo ormai disumanizzato, dove ogni tentativo di dialogo fallisce miseramente. Negli ultimi anni le tavole di Feiffer si sono notevolmente politicizzate e l’influenza iniziale di James Thurber è andata gradatamente scemando: oggi i suoi bersagli preferiti sono Nixon e i responsabili del Dipar timento di Stato e del Pentagono. Sul poeta, alla fine, ha prevalso l’impegno politico e la co scienza sociale del critico spietatamente conte statario, impietoso, provocatorio, corrosivo, che ha quasi del tutto abbandonato i patetici per sonaggi come Munro, Passionella e Bernard Mergendeller. Letto 2230 volte. | ![]() | ||||||||||
Pingback by FUMETTI: Feiffer | Politica Italiana — 27 Dicembre 2009 @ 16:45
[…] via https://www.bartolomeodimonaco.it/?p=8406 Posted by admin on dicembre 27th, 2009 Tags: America, Estero Share | […]
Pingback by FUMETTI: Feiffer | Politica Italiana — 27 Dicembre 2009 @ 16:45
[…] via https://www.bartolomeodimonaco.it/?p=8406 Posted by admin on dicembre 27th, 2009 Tags: America, Estero Share | […]