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FUMETTI: G. Palumbo e L. Curreri: “L’elmo e la rivolta”, Comma 22

22 Maggio 2012

di Gordiano Lupi

Giuseppe Palumbo – Luciano Curreri
L’elmo e la rivolta
Fumetto d’autore
Comma22 – www.comma22.com – Euro 10,00

L’elmo e la rivolta è un fumetto colto, pieno zeppo di citazioni cinematografiche, di riferimenti storici, rimandi filosofici e annotazioni politiche. Luciano Curreri – saggista di vaglia, autore de Il peplum, di Emilio (Il Foglio, 2012) – scrive un testo ispirato, che non rinuncia alla complessità (in senso positivo) pur usando il mezzo espressivo del fumetto. Siamo in presenza di un vero e proprio saggio disegnato con protagonisti due simboli come Spartaco e Scipione l’Africano che non ha niente da invidiare a precedenti opere ponderose di un autore esperto di D’Annunzio e Salgari. I disegni sono del grande Giuseppe Palumbo (Matera, 1964), che ricordiamo creatore per Frigidaire del personaggio di Ramarro, un supereroe bizzarro e masochista. Un maestro del fumetto italiano, autore di tavole con protagonisti personaggi popolari come Diabolik e Martin Mystere. Comma22 gli dedica un’intera collana che contiene le sue storie più personali, in formato 17×24 con una speciale sovraccoperta stampata su cartoncino acquerello.

L’elmo e la rivolta cita Uccellacci e uccellini, il capolavoro di Pier Paolo Pasolini, introducendo il racconto con la figura di un corvo saccente che accompagna lo svolgersi egli eventi e con un finale che ricalca la pellicola interpretata da Totò e Ninetto Davoli. Spartaco viene immortalato come l’eroe della ribellione, lo schiavo che affronta il potere a viso aperto, sia nell’interpretazione marxista, in funzione anticapitalista e antiborghese, che in chiave religioso – messianica. Alla base di tutto ci sono le pellicole e i romanzi (Spartacus di Howard Fast), ma soprattutto lo Spartaco scritto da Stanley Kubrick e interpretato da Kirk Douglas nel 1960. Personaggi del libro sono anche Annibale e Scipione l’Africano, eterni avversari di una guerra infinita, citati per mezzo di pellicole storiche (Scipione l’africano di Luigi Magni, 1971) e fatti rivivere con vesti contemporanee. Garibaldi potrebbe essere uno Scipione moderno, ma pure Mussolini come il condottiero della guerra d’Africa ricalca le orme del personaggio storico. Persino Alessandro Manzoni avrebbe voluto scrivere il romanzo di Spartaco, ma allora non avremmo avuto I promessi sposi, avremmo dovuto attendere Fogazzaro per il primo vero romanzo d’amore italiano. Meglio così, abbiamo lasciato al cinema il compito di far rivivere la leggenda di Spartaco, mentre questo saggio grafico, scritto in maniera mirabile e illustrato con classe da artista, si arroga il compito di far riflettere sulle tante valenze simboliche e sui molteplici corsi e ricorsi storici.

 

Gordiano Lupi

www.infol.it/lupi  


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