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Grande Alleanza per cosa?

3 Gennaio 2013

È l’obiettivo di Pierferdinando Casini. Adoperarsi perché al senato si realizzi un pareggio e il vincitore delle elezioni (presumibilmente il Pd con il Sel) sia costretto a negoziare un patto con il centro di Casini-Monti.

Addirittura Casini già avverte che se al senato ci sarà un pareggio, Bersani si dovrà scordare di fare il presidente del consiglio. Evidentemente pensa ancora ad un Monti-bis. Non solo: pensa addirittura di riproporre la grande alleanza che ha sostenuto il governo uscente.
Perché?
Perché solo così – sostiene – è possibile dedicarsi alle grandi riforme di cui il Paese ha bisogno.

Sul Mattino di stamani si dà conto della posizione del leader centrista:

“GRANDE ALLEANZA. La prospettiva di Casini è quella di una larga alleanza. «Non un patto tra Pd e Monti – spiega il leader dell’Udc – ma un grande patto tra tutte le forze politiche. Anche con il Pdl, con la Lega, perfino con Grillo. Serve una legislatura costituente, per riformare le istituzioni ».â€

Chi ha seguito la nascita del governo Monti, più di un anno fa, non può non ricordare che il professore avrebbe dovuto occuparsi solamente di raddrizzare la barca finita tra i marosi della speculazione internazionale, togliendo una tale incombenza ai partiti e al parlamento, ai quali lo stesso Napolitano aveva indicato un altro obiettivo, proprio quello di realizzare nell’anno e mezzo che rimaneva della legislatura le riforme necessarie a modernizzare il Paese.
Le avete viste queste riforme? No. Nemmeno sulla legge elettorale il parlamento è stato capace di trovare un’intesa. Sulla riforma della giustizia e dell’architettura dello Stato, il nero più cupo.

Dunque, Casini vorrebbe ritornare a comporre quella specie di tavola rotonda dalla quale si sa già che è impossibile che esca una risoluzione che trovi d’accordo tutte le forze in campo, o almeno le maggiori.
Ciò che vuole Casini è perciò creare le condizioni affinché nulla si muova e nulla cambi. Avviare, addirittura, una trattativa lunga quanto un’intera legislatura, inconcludente, senza sbocchi di sorta e che magari preservi a lui e al suo partitino quella golden share che ha loro consentito di prosperare in poltrone e privilegi.

Al contrario, il Paese ha bisogno di un governo che sappia andare verso una direzione precisa (quella uscita vincente dal risultato elettorale) e prendere rapidamente quelle decisioni riformiste che la proposta di Casini rimanderebbe alle calende greche. L’Italia ha bisogno di pragmatismo.  Il caos parlamentare che abbiamo vissuto dal novembre del 2011  è un cattivo esempio da evitare a tutti i costi.

Se dovesse affermarsi il centro Casini – Monti,   e quindi un lungo periodo di ingovernabilità e di incertezza sugli obiettivi di riforma, la nostra democrazia non reggerebbe ad una agonia che, avendo già stremato gli italiani, potrebbe costituire il prodromo di conseguenze pericolose e forse anche irreversibili.


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Bart