Hawthorne, Nathaniel7 Novembre 2007 “La lettera scarlatta”Quando comincia il romanzo, il fatto che turbò nel XVII secolo la comunità puritana di Boston è già accaduto. La bella Hester Prynne è già stata sedotta dal reverendo Arthur Dimmesdale e viene messa alla gogna davanti ad una folla scandalizzata dal suo peccato, in mezzo alla quale sta Roger Chillingworth, il marito di cui non aveva saputo più nulla e che riappare nelle vesti di medico e mezzo mago, dopo essere vissuto per qualche anno tra gli indiani. Nessuno sa che questo medico è il marito di Hester, nemmeno Dimmesdale, del quale il cerusico (l’unico che abbia compreso che è proprio il sacerdote il seduttore della moglie) diventa amico e confidente, approfittandone per tormentarlo (scrive l’autore: Roger Chillingworth era la prova evidente della possibilità che ha l’uomo di tramutarsi in demone). Ad Hester come segno distintivo della sua colpa verrà obbligato di portare sempre affissa sul petto la lettera A, che la stessa Hester ha ricamato su di un tessuto di color scarlatto. Da questo celebre romanzo – che è del 1850 – il regista Roland Joffé ha tratto un bel film dal titolo omonimo, che però approfitta di una nuova trama per mostrare agli spettatori l’adulterio di Hester. In prigione nascerà la piccola Perla, che la comunità considererà figlia del diavolo. Il romanzo risente di una certa vena romantica che ha fatto il suo tempo (particolarmente espressa nel cap. XVII), ma è ben condotto ed ha spunti di indagine psicologica notevoli, come quelli che fanno capo allo spietato Chillingworth, o quelli che creano tormento al reverendo Dimmesdale. Ho trovato mirabile l’avvio, allorché Hawthorne (aggiunse lui la w al cognome della sua famiglia: Hathorne) ci descrive la Dogana vecchia dove aveva effettivamente lavorato come doganiere (e ricorda altri due doganieri illustri: Robert Burns e Geoffrey Chaucer), con i suoi personaggi caratteristici; e da qui, adottando l’invenzione (non nuova) di aver appreso la vicenda da un manoscritto da lui rinvenuto nella soffitta di quel fabbricato, ci introduce nella storia della sventurata Hester Prynne. Un clima da caccia alle streghe (riuscitissimo il personaggio della signora Hibbins, sorella del governatore, considerata una strega), un’ambientazione cupa, nella quale ogni gesto viene esaminato o compiuto nel timore del peccato, e dove aleggia l’ombra di un Satana sempre pronto a ghermire le anime, rendono suggestivo il romanzo e ne decretarono il successo, che perdura.Riporto alcune frasi che mi hanno colpito, nella traduzione di Francesco Valori: “Quando una massa ignorante cerca di vedere coi propri occhi, è estremamente facile che si sbagli. Quando però essa si forma un giudizio, come avviene di solito, partendo dalle intuizioni del suo cuore caldo e generoso, le conclusioni che raggiunge sono spesso così profonde e così esatte da possedere gli stessi caratteri della verità rivelata per vie soprannaturali.”; “Bisogna dire a favore della natura umana che essa, quando non entri in gioco l’egoismo, è più disposta all’amore che all’odio.”; “Temano gli uomini di ottenere la mano di una donna, quando ad essa non si accompagni anche la più profonda passione del suo cuore!”; “Nessuno può presentare due volti diversi a se stesso ed alla gente per un periodo di tempo considerevole senza finire col dubitare quale sia il vero.” Letto 2432 volte.  Nessun commentoNo comments yet. RSS feed for comments on this post. Sorry, the comment form is closed at this time. | ![]() | ||||||||||