VARIE: I miei miti non sono letterari, ma umani16 Aprile 2011 di Bartolomeo Di Monaco Sarà per via degli acciacchi che mi hanno tormentato in questi ultimi mesi, sarà per l’età che avanza (a gennaio farò settant’anni, non troppi ma neanche pochi), sta di fatto che ho sentito il bisogno fisico e spirituale di cominciare a fare i miei bilanci. Ho cominciato con i libri che ho scritto, che per i più sono di poco valore ma per me rilevanti, giacché specchio di me stesso nelle varie età vissute. Ho scelto quelli a me più cari. In questa rivisitazione di me stesso non sono mancati i ricordi, tanti. Ma alcuni personaggi incontrati nella mia vita, incontrati fisicamente, ogni volta che li rammento, accendono in me una scintilla di entusiasmo e di gioia. Sono diventati, me ne accorgo ora col passare del tempo, i miei miti, e sono sicuro che mi accompagneranno negli ultimi anni della mia vita. Il loro ricordo sarà sempre un grande momento per me di dolcezza e di serenità . Uno di questi si faceva conoscere sul web col soprannome di Maria Strofa. In realtà il suo vero nome era Carlo Berselli. Scomparso alcuni anni fa, ancora giovane, gli sopravvive il suo sito, fermato ai giorni della sua morte. Devo dire che grazie al web ho conosciuto, anche fisicamente, altre persone che non mi sarà facile dimenticare. Damiano Zerneri è una di queste. La sua cortesia è proverbiale. A vederlo lo si capisce subito che ha un’anima buona e generosa. Scrive bene, e il destino avrebbe dovuto dargli assai di più. Non c’è campo dello scibile in cui non sappia entrare con competenza. Sembra impossibile che uno così immerso nel mondo della letteratura, conosca, ad esempio, fin nei minimi dettagli discipline sportive come il pugilato, il ciclismo, il nuoto. Personaggi che si sono distinti in queste discipline sono scolpiti nella mente di Damiano, che ne ricorda le imprese fin nei particolari. Quando ne scrive, si resta a bocca aperta, attratti e stupiti. Poi Letturalenta, ossia Luca Tassinari, che ebbi la fortuna di ricevere in visita a casa mia qualche tempo fa. Ottima penna, come quella di Damiano, ricca di sapienza stilistica, sorretta da una intelligenza acuta che gli permette osservazioni tutte speciali e profonde sulla nostra società . Per non parlare degli approfondimenti letterari condotti da Luca in maniera egregia, soprattutto se si tratta dei suoi amatissimi Machiavelli e Manganelli. Lucio Angelini è lo spiritello allegro del web, colui che non devi mai prendere di petto, giacché la sua pungente ironia e la sua preparazione culturale, non ti danno scampo. Chi ci ha provato è sempre uscito con le ossa rotte. Il suo amore per la montagna è leggendario. Se però lo sai prendere per il verso giusto, allora scopri la sua generosità e riconosci che appartiene a quella non molto diffusa specie di uomini che sono veramente buoni, pronti a donarti la loro amicizia senza condizioni. Ma il mito che può stare accanto a quello di Maria Strofa, e forse anche superarlo, è quello che porta il nome di Giulio Mozzi. Pur risalendo l’ultimo nostro incontro a qualche anno fa, Giulio non mi ha mai lasciato. Ogni tanto mi ha fatto visita sul mio blog, naturalmente per criticare alcune mie prese di posizione politiche. Devo dire che tutti questi nomi che ho ricordato, in politica sono all’opposto di me. Io parteggio per il centrodestra sperando nelle riforme di questo Stato malato. Loro vedono in Berlusconi un personaggio negativo. Ma Giulio, nonostante ciò, non ha mai fatto mancare la sua presenza, quando occorreva riprendere talune mie affermazioni. Il suo puntiglio è, anch’esso, leggendario. E proprio al suo scrupolo e al suo puntiglio, io devo qualcosa. Mi ha insegnato (e non ho ancora imparato del tutto) a scegliere le parole giuste, a costruire le frasi in modo che abbiano un senso chiaro e compiuto. Così avviene che quando scrivo, io penso sempre a che cosa potrebbe rimproverarmi Giulio Mozzi. L’ho sempre presente, anche se la preoccupazione di usare una scrittura semplice mi ha accompagnato sin dalle prime esperienze letterarie. Mi sono sempre domandato, infatti, se quanto andavo scrivendo fosse comprensibile anche da parte di chi abbia una preparazione limitata. Ma la pervicacia con cui Giulio mi riprendeva mi ha consentito di migliorare, di fare qualche altro passo avanti. Lui queste cose non le sa, ma gli devo molto. Mi limito a scrivere qualche articolo sul blog e sul quotidiano il Legno Storto, e non leggo più libri da un mese. Vi ho rinunciato suscitando le perplessità dell’amico e maestro Giorgio Bárberi Squarotti, che ha insistito perché non lo facessi. Ma ha dovuto rinunciare. La mia decisione è presa, infatti. Fa parte dei miei bilanci. Le pubblicazioni graduali che vedrete sulla mia rivista, o altrove, appartengono a letture passate. Mi dedicherò alle ricerche nel mio archivio e alla pubblicazione degli articoli più interessanti che avrò la fortuna di riscoprire. È una gioia rivedere le sottolineature che facevo in gioventù: un ritornare per un rapido momento a quei tempi. Nella sezione della mia rivista, I Maestri, se ne possono già leggere almeno più di trecento. Altri trecento sono pronti, ma per terminare il lavoro mi occorrerà ancora qualche anno. Sarà un lavoro che, almeno nella mia intenzione, dovrà restare a disposizione dei lettori, di oggi e di domani. Sono articoli rari, difficile a trovarsi, degli anni tra la fine del 1968 e il 1970, quando in Italia e nel mondo si agitavano novità che hanno poi modificato il corso della Storia. Ho avuto modo di capire che Giulio è per la nostra letteratura una energia luminosa e stellare. La sua dedizione a scoprire nuovi talenti è straordinaria. Modesto e generoso, la sua ricompensa non è mai il denaro, ma la soddisfazione di aver dato ad un autore l’opportunità di farsi conoscere e di misurarsi con gli altri. Quando crede nell’artista, si impegna per dargli una chance. Cerca di aprirgli la strada, insomma. Giulio non sarà mai ricco. Lo sarebbe se si misurasse in denaro il tempo che dedica al suo lavoro infaticabile. Ma Giulio non lo misura in denaro, ma in ardimento, in passione, in gioia. A quest’uomo gli farei un monumento, già da ora che è in vita. Pensate che, nonostante che il progresso ci catturi e ci ingoi, lui è riuscito a salvarsi. Viaggia sempre in treno, e in treno legge e in treno fa le sue scoperte di nuovi talenti. La notte non dorme che poche ore, e a volte anche su brandine di fortuna, sempre preso dalle sue letture e dalla sua passione. Ritengo una fortuna averlo incontrato. Letto 3786 volte. | ![]() | ||||||||||
Commento by Carlo Capone — 16 Aprile 2011 @ 22:40
Bart, un caro abbraccio. Anche per i magnifici settanta.
Io  ti ricordo per un sabato di  Pasqua. Hai parlato  a ruota libera,  mentre ti ascoltavo  sorpreso per  la tua versione dal vivo, che non si conosce. A un tratto, non ho mai capito il perchè e soprattutto cosa c’entrasse, mi raccontasti di una solenne indigestione patita  da ragazzo,  per via  di una zuppiera di crema fatta fuori. A sottolineare gonfiasti un poco il ventre e lo carezzasti, come a dire: povera pancia mia, quante ne hai viste. Poche battute e rivelasti: “ieri mi sono confessato. Ora sto bene”.  Non ti riferivi alla  crema, è chiaro,   però  ho sempre voluto pensare  che portassi ancora il senso di colpa :-)
Carlo Capone Â
Commento by Bartolomeo Di Monaco — 16 Aprile 2011 @ 22:51
Grazie, Carlo.
Che piacere il giorno che ci conoscemmo. Spero che potrà succedere di nuovo. In estate magari, quando potremo chiacchierare in giardino. Â
Commento by Luca Tassinari — 17 Aprile 2011 @ 01:12
Grazie Bart, non solo per le belle parole che mi riguardano, ma anche per il ricordo di Carlo e di altre comuni conoscenze. E complimenti per la scelta di non leggere altri libri: la terrò a mente quando toccherà a me varcare la soglia dei settanta. Buon compleanno e buona vita.
Commento by Bartolomeo Di Monaco — 17 Aprile 2011 @ 08:58
Grazie, Luca. Che bel ricordo ho di te e degli altri amici del web.