Libri, leggende, informazioni sulla città di LuccaBenvenutoWelcome
 
Rivista d'arte Parliamone
La scampanata, il romanzo di Bartolomeo Di Monaco trasformato in testo teatrale, qui per chi volesse rappresentarlo.

Il caso Scajola e il processo mediatico

4 Maggio 2010

Il caso Scajola è emblematico di una situazione anomala e strampalata che regna sovrana in Italia, senza che al momento nessuno riesca a porvi riparo.

È successo che grazie alla solita fuga di notizie, un ministro della Repubblica è stato sottoposto ad un processo mediatico senza che la magistratura abbia ancora formulato contro di lui alcuna accusa, non solo, ma senza che nemmeno abbia inviato il classico avviso di garanzia.

Il ministro Claudio Scajola si proclama innocente, ma contro di lui i giornali riportano testimonianze sfavorevoli che sembrano inchiodarlo. Sono testimonianze, in ogni caso, che hanno ancora margini oscuri. Come si fa a pagare in nero con assegni circolari? Un certo Zampolini dichiara di avere ricevuto i soldi da convertire in assegni circolari dall’imprenditore Anemone, il quale nega. Ci si domanda: ma se c’era la disponibilità di contante (che non lascia traccia) che senso ha avuto la conversione in assegni circolari (che lasciano tracce ben visibili). Inoltre: come mai un notaio stipula un contratto da 600 mila euro e si vede passare davanti assegni circolari di un valore di circa tre volte superiore, senza che batta ciglio sapendo che è un passaggio in nero e quindi illegale? Le due sorelle dichiarano di aver ricevuto i soldi direttamente dal ministro e questi nega.

Insomma, un intrigo.

Ha fatto bene il ministro Scajola a dimettersi stamattina, per non creare imbarazzo al governo. Spero che le sue dimissioni siano accettate, giacché c’è bisogno di un governo che non lasci adito a sospetti, viste le cose importanti che ci sono da fare.

Il comunicato Ansa riporta la dichiarazione del ministro:

“(ANSA) – ROMA, 4 MAG – Il ministro dello sviluppo economico Claudio Scajola ha annunciato le sue dimissioni: ‘Per difendermi non posso restare nel governo’. ‘Mi trovo esposto ogni giorno – ha detto – a ricostruzioni giornalistiche contraddittorie. In questa situazione io mi devo difendere. E per farlo non posso continuare a fare il ministro. Sto vivendo da 10 giorni una situazione di grande sofferenza. Sono al centro di una campagna mediatica senza precedenti e non sono indagato’.”

Però è doverosa una annotazione. Scajola è stato costretto a dimettersi in forza di un processo mediatico, cioè di un processo irregolare che non mette sullo stesso piano accusa e accusato. Questo tipo di processo non è ammesso dalla nostra Costituzione e deve essere impedito. Le sentenze di condanna le emette un organo soltanto, previsto dalla nostra Carta: la magistratura.

Non possiamo avere due magistrature. Non è consentito. E allora? E allora mi meraviglio che la magistratura, quella vera, abbia permesso, nel più assoluto silenzio, che si svolgesse un processo non contemplato dalla Costituzione, e che in realtà l’accusato abbia dovuto patire, con le proprie dimissioni, l’accusa senza potersi difendere.

Scajola la sua condanna l’ha già avuta, a prescindere se sia o meno innocente.
E questo non può succedere in un Paese civile.

Torno a quanto dichiarò, a Ballarò, Luttwak: negli Stati Uniti i giornali possono pubblicare ciò che vogliono, ma se c’è stata una fuga di notizie, il magistrato che è titolare della pratica va in galera.

Articoli correlati

“Fuori la verità” di Pierluigi Battista. Qui. Da cui estraggo:
“Nel caso opposto, e cioè nel caso in cui Claudio Scajola fosse stato vittima di un «trappolone » per incastrarlo, ci troveremmo di fronte (altro che «processo mediatico ») a una così colossale e capillare macchinazione ai danni di un politico, da far dubitare davvero della tenuta della nostra salute democratica.”


Letto 1637 volte.


10 Comments

  1. Commento by Ambra Biagioni — 4 Maggio 2010 @ 19:07

    I colpevoli veri non pagheranno: sono troppi e i capibastone se ne stanno lontani e al sicuro.

    Scajola si è dimesso, perché può essere sostituito.

    Bertolaso era insostituibile , è insostituibile anche per coloro che lo avrebbero voluto far fuori, quindi…meglio tacere

    Anche Berlusoni è insosituibile : che ne sarà di lui e di noi ?

  2. Commento by giuliomozzi — 5 Maggio 2010 @ 09:30

    Bart, domandi: “Come si fa a pagare in nero con assegni circolari?”.

    Giusto ieri un amico mi diceva: “Questo divorzio mi è costato caro. L’avvocato mi ha preso ventimila euro: diecimila con parcella e diecimila in nero”. “E come l’hai pagato?”. “Gli ho fatto degli assegni”.

    L’altro ieri, al ristorante, ho pagato con il bancomat. Dopodiché, per farmi fare la ricevuta, ho dovuto minacciar di telefonare alla polizia. Solo quando ho iniziato a comporre il numero il tipo ha ceduto.

    Bart, credi che tutta l’economia sommersa funzioni in contanti? Credi che le aziende che hanno fondi neri tengano i soldi in uno sgabuzzino?

    Poi: “Se c’era la disponibilità di contante (che non lascia traccia) che senso ha avuto la conversione in assegni circolari (che lasciano tracce ben visibili)”.

    Non è vero che il contante non lascia traccia. Ci sono le norme antiriciclaggio. Ogni versamento in contante sopra una certa cifra (bassa: 12/13 mila euro, se non erro) viene automaticamente segnalato alla Banca d’Italia; la banca ha il dovere di chiedere al cliente, in caso di versamenti “strani”, da dove vengono quei soldi; eccetera.

    Poi: “Scajola è stato costretto a dimettersi in forza di un processo mediatico, cioè di un processo irregolare che non mette sullo stesso piano accusa e accusato. Questo tipo di processo non è ammesso dalla nostra Costituzione e deve essere impedito”.

    Scajola non è stato costretto a dimettersi: poteva restare dov’era. (Esempio: Bertolaso non si è dimesso; per non parlare di Berlusconi). Il lavoro dei giornali viene chiamato “processo mediatico”, è vero: ma si tratta di una figura retorica; parlare di “processo irregolare”, e invocarne l’impedimento su basi costituzionali, significa prendere sul serio la figura retorica (come voler mettere le calze alle gambe del tavolo): e vale solo come gioco di parole. Che accusa e difesa non siano sullo stesso piano è, peraltro, assai dubbio: Scajola era un ministro della Repubblica; ha incassata la solidarietà di tutto il governo; e ha lui stesso tenuto a sottolineare i legami d’affetto col capo del governo.

    La Costituzione dice, all’articolo 21: “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure. Si può procedere a sequestro soltanto per atto motivato dell’autorità giudiziaria nel caso di delitti, per i quali la legge sulla stampa espressamente lo autorizzi, o nel caso di violazione delle norme che la legge stessa prescriva per l’indicazione dei responsabili”.

    Pensa Bart: se fosse lecito impedire ai giornali di fare il loro lavoro, non sarebbero leciti nemmeno i tuoi articoli e le nostre discussioni.

  3. Commento by Mario Di Monaco — 5 Maggio 2010 @ 09:46

    La strategia adottata dalla procura di Perugia per le indagini sul caso Scajola mi ricorda quella del pool “mani pulite” su tangentopoli.

    Non sono un esperto di diritto, ma da quello che ho potuto capire dai dibattiti televisivi di questi giorni, la scelta degli inquirenti di ascoltare il ministro come persona informata dei fatti anziché in qualità di indagato, non sarebbe del tutto corretta e servirebbe ad impedire all’imputato di conoscere gli atti dell’indagine e a cercare di farlo cadere in contraddizione rispetto alle dichiarazioni rese dagli altri protagonisti della vicenda, per poi accusarlo magari di falsa testimonianza.

    Da quanto si apprende anche oggi dai giornali, lo scandalo “appaltopoli” si estenderebbe ad altri parlamentari appartenenti ad entrambi gli schieramenti politici e potrebbe addirittura provocare la caduta del governo e nuove elezioni.

    In un momento così delicato è doveroso rivolgere un appello alla magistratura affinchè assolva pienamente il suo compito di individuare e punire severamente i responsabili di un così vasto malaffare, evitando tuttavia di cadere negli errori della precedente esperienza che consentirono le ben note e pericolose invasioni di campo.

  4. Commento by Ambra Biagioni — 5 Maggio 2010 @ 09:54

    A quale Magistratura ti rivolgi Mario ?

    Se (retorico) questa è una tangentopoli 2, inutile chiedere ai Giudici di sgombrare il campo dalle menzogne. :cry:

  5. Commento by Bartolomeo Di Monaco — 5 Maggio 2010 @ 10:16

    Giulio,

    – “Bart, credi che tutta l’economia sommersa funzioni in contanti? Credi che le aziende che hanno fondi neri tengano i soldi in uno sgabuzzino?”

    Ci sono molti modi per tenere i soldi nell’anonimato. Tanto è vero che ci sono difficoltà perfino a rintracciare la titolarità di movimenti bancari.
    Ma qui il mistero è questo: avendo già in mano il contante, che senso ha convertirlo in assegni circolari?

    – “Scajola non è stato costretto a dimettersi: poteva restare dov’era.”

    Voleva farlo, infatti, dichiarandosi ripetutamente innocente (e qui dovremo vedere se dice la verità)”.
    Ma sai meglio di me che ci sono stati altri innocenti che hanno dovuto dimettersi perché, violentati dal processo mediatico, la loro presenza negli organismi produceva un danno ad essi.
    Questo è anche il caso di Scajola.

    – “Pensa Bart: se fosse lecito impedire ai giornali di fare il loro lavoro, non sarebbero leciti nemmeno i tuoi articoli e le nostre discussioni.”

    Non intendevo che la magistratura facesse alcunché contro i giornali (ho citato Luttwak e gli Stati Uniti).   Però una dichiarazione almeno, come è stato fatto in altri casi, che chiarisse all’opinione pubblica la situazione di Scajola. Sappiamo che è considerato un teste a conoscenza dei fatti, ma solo dai giornali. Nessun procuratore capo – come è succeso in altri episodi – si è scomodato a a chiarire e confermare.

    Non mi meraviglierei, come scrive sopra mio fratello, che il caso Scajola fosse solo la punta di un icesberg.  
    Non ho ancora visto i giornali stamani; spero che qualche giornalista riesca a trovare il bandolo della complessa matassa.  

    Aggiungo questo interessante link fornito da Ambra, che riguarda i prezzi degli appartamenti acquistati nello stesso fabbricato  in cui si trova l’appartamento romano di Scajola

  6. Commento by Ambra Biagioni — 5 Maggio 2010 @ 10:31

    Correlato

  7. Commento by Mario Di Monaco — 5 Maggio 2010 @ 10:37

    @ Ambra

    Proprio di recente il presidente Napolitano ha invitato i giovani che si apprestano ad intraprendere la carriera di magistrato ad evitare protagonismi ed invasioni di campo. Mi auguro che anche coloro che si stanno occupando della vicenda “appaltopoli” abbiano recepito il messaggio e improntino in tal senso la loro delicata attività.
    Certo, se il buongiorno si vede dal mattino, qualche perplessità ce l’ho anch’io.

  8. Commento by giuliomozzi — 6 Maggio 2010 @ 09:06

    “Congiura? I magistrati fanno il loro lavoro”. (U. Bossi)

  9. Commento by Mario Di Monaco — 6 Maggio 2010 @ 10:15

    Il lavoro dei magistrati è utile al paese quando serve a svelare e a punire i responsabili dei fatti delittuosi. In questo caso, il loro sforzo va apprezzato e sostenuto.

    Quando, invece, si risolve, come purtroppo è avvenuto in molti casi, in iniziative che   creano disorientamento nell’opinione pubblica per vaghi sospetti che vengono fatti trapelare su persone che poi alla fine, dopo tanto tempo, risultano incolpevoli, va censurato ed i responsabili incapaci dovrebbero essere chiamati a rispondere per i danni causati.

  10. Commento by Bartolomeo Di Monaco — 6 Maggio 2010 @ 10:52

    La semplice fuga di notizie, Giulio,  sta diventando in Italia un’arma letale, che consente di pronunciare sentenze immediate, senza l’intervento della magistratura.

    Quale è in realtà il lavoro che sta facendo la magistratura?
    A mio avviso non è quello che le riserva l’ordinamento costituzionale. La magistratura sta svolgendo un ruolo anomalo (e ahimè determinante per lo sfascio della democrazia), attraverso la fuga di notizie.
    E’ l’arma che ha scelto. La più subdola e meschina. Se ne sta nell’ombra, non dice niente, ma fa uscire le notizie che desidera far uscire e mette a rosolare la vittima designata, che non è, si badi, solo il singolo, il quale viene sacrificato per un obiettivo superiore. In questo caso la caduta del governo Berlusconi.

    Così non può andare avanti. Bisogna trovare il modo di fermare la fuga di notizie, in modo che la magistratura rientri nei ranghi costituzionali e i processi si facciano come prescrive il nostro ordinamento.
    Non ci possono essere due processi e due organismi giudicanti.

RSS feed for comments on this post.

Sorry, the comment form is closed at this time.

A chi dovesse inviarmi propri libri, non ne assicuro la lettura e la recensione, anche per mancanza di tempo. Così pure vi prego di non invitarmi a convegni o presentazioni di libri. Ho problemi di sordità. Chiedo scusa.
Bart