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Il Pdl ritiri le liste da tutte le regioni

3 Marzo 2010

In questo modo sarà evidente anche ai ciechi, agli stolti e agli opportunisti, che la democrazia è violata.
Le decisioni della magistratura riguardo alla Lombardia e al Lazio fanno a cazzotti con la democrazia.
Dunque, qualcuno deve intervenire. I silenzi o i mezzi silenzi in una tale e grave circostanza sono complici e colpevoli.  

Io non condivido le tue idee, ma io mi batterò perché tu possa esprimerle. È una frase che viene erroneamente attribuita a Voltaire e della quale fanno incetta un po’ tutti, da sinistra e da destra.
Solo che quando il momento giunge di metterla in pratica, ecco che ci si tira indietro.  

L’opposizione è colpevole più del capo dello Stato. La smania di vincere anche laddove avrebbe perso le ha fatto smarrire la ragione.
Il silenzio di Bersani, che ancora si trincera dietro la maschera: La legge è uguale per tutti, è di una gravità scandalosa.  

L’opposizione dovrebbe essere la più interessata affinché la competizione sia leale e i risultati non falsati.
Che vuol dire vincere se l’avversario è stato escluso a causa di cavilli formali e la partita non si è giocata?
Siamo diventati dei legulei?  

Il silenzio del Pd mi ricorda quello di Togliatti allorché, come membro del Comintern, per salvare i soldati italiani condannati da Stalin alla fucilazione non mosse un dito.
In quella circostanza Stalin applicava le sue leggi, ma la Storia ha condannato sia lui che Togliatti, e l’Italia li ha condannati in modo speciale per quell’orrendo sterminio.  

Oggi per fortuna non sono in gioco vite umane, ma è in gioco la democrazia, bene astratto ma fondamentale.
Bersani ha intenzione di fucilare la democrazia per ossequio ad una legge che esalta i formalismi anche quando vanno a scapito della democrazia?  

Deve fare una scelta. Qualificarsi.  

È dall’opposizione che deve arrivare la risposta politica perché milioni di elettori incolpevoli del centrodestra siano ammessi ad esprimersi con il loro voto.  

Si è parlato a vanvera di dittatura in Italia. Ma la dittatura non sta forse annidata in un’opposizione che si appiglia ai cavilli di una legge per escludere dal voto così tanti elettori?  

Se le opposizioni e le Istituzioni (Fini tace, come tace Napolitano: un tandem davvero chiarificatore) continueranno a far finta di niente, c’è un solo modo di rispondere, costi quel che costi: il Pdl deve ritirare le liste da tutte le regioni.  

Vedremo che cosa ne penseranno il mondo e la Storia, di questi silenzi.

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“Pdl, ricorsi respinti: Berlusconi in piazza. E Napolitano: «Che pasticcio con le liste »”. Qui.

“Il centrodestra: “Non si può impedire il voto a 15 milioni di italiani”‘. Qui.

“Il centrodestra insorge: “In piazza a Roma”. E Napolitano si irrita: “Che pasticcio!”‘. Qui. Da cui estraggo:

“Le ipotesi. Sul tavolo del vertice da Berlusconi sono state esaminate diverse ipotesi. E un precedente del ’95, quando era Oscar Luigi Scalfaro Presidente della Repubblica e Dini presidente del Consiglio. In quell’occasione si riaprirono, tramite un decreto, i termini della consegna delle liste e si accorciarono i tempi della campagna elettorale da un mese a 23 giorni.”


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10 Comments

  1. Commento by Cesare Pastorino — 4 Marzo 2010 @ 10:49

    Bart, questi tuoi pezzi sono da manuale.

    L’opposizione e’ colpevole. Certamente. Il PdL non consegna le firme in tempo, e di chi e’ la colpa? Dell’opposizione. Non fa una grinza.

    Dici, ora la sinistra deve “fare una scelta, qualificarsi”.

    Ecco, io penso che i termini che usi siano interessanti, proprio perche’ assai vaghi. Tu stesso non sai che dovrebbe fare, in concreto, la sinistra.

    Ma diciamo tu intenda una dichiarazione di Bersani, dei suoi leader. Bene, immaginiamo che questa dichiarazione avvenga. Cambia qualcosa? Cambiano i regolamenti elettorali? Cambiano le regole? Si potranno presentare liste con meno firme, o in ritardo, perche’ la sinistra e’ d’accordo? Strana idea della democrazia. Saranno contenti i partiti esclusi in passato, o magari pure questa volta, per lo stesso motivo.

    La realta’ e’ che il governo fara’ un decreto e il capo dello stato, per evitare guai, lo firmera’. E il PdL avra’ potuto per un po’ di giorni, parlare di complotto, democrazia violata, magistratura di sinistra. Insomma, avrete fatto tutto da voi: violato le regole, fatta la cagnara, e varata la leggina di sanatoria.

    Ma naturalmente la colpa e’ dell’opposizione. Non fa una grinza.

  2. Commento by Bartolomeo Di Monaco — 4 Marzo 2010 @ 11:39

    Il decreto legge come sai ha un precedente nel 1995. Fu emanato (era la prima volta che succedeva) dalla coppia Scalfaro-Dini ed ebbe il plauso della sinistra e di Marco Pannella. Non sarebbe uno scandalo, visto che questa volta sanerebbe un vulnus di democrazia di proporzioni gigantesche.

    Sarà curioso vedere come questi reagiranno se il governo varerà il decreto. Ancora due pesi e due misure?
    Non mancare di fare attenzione alle reazioni, e ripensa al 1995.

    Siccome ho letto che se le cose restassero così sarebbero  esclusi dalla scelta di voto  milioni di elettori (si parla di 15 milioni), il numero è tanto mai grande che anche l’opposizione dovrebbe pronunciarsi a favore di una risoluzione che rimettesse in gioco questa massa di elettori.

    Bersani, secondo me, avrebbe dovuto dire: Qui si sono commessi degli errori, errori banali e formali. Però essi causano l’esclusione dalla scelta di voto di milioni di italiani, e rischiano di alterare i risultati elettorali. Il Pd è disposto a trovare una soluzione per consentire a tutti gli  italiani di fare la loro scelta.

    Non a caso ho scritto: Io non condivido le tue idee, ma io mi batterò perché tu possa esprimerle.
    L’opposizione non sta facendo questo. Si è arroccata sui formalismi e non ha mostrato, almeno finora,  di voler dare una mano a risolvere questo grosso problema di democrazia.

    L’imbarazzo è addirittura apparso nell’articolo di Concita De Gregorio,   dal titolo assai significativo: “Ridateci l’avversario”,   in cui si legge:
    Alla fine è un brutto spettacolo davvero, un danno non solo per il Pdl ma per il paese intero. Anche per l’opposizione, perché la gara democratica prevede che ci sia un avversario. Vincere senza alternativa è una sconfitta di tutti. Avremmo preferito, preferiremmo che i contendenti ci fossero e che parlassero di progetti.

    Pensa lo scrive Concita De Gregorio!  E Bersani che fa? Forse si muoverà solo quando la figuretta l’avrà bella e fatta. Più passa il tempo e più questo rischio cresce.

    Ecco perché il paragone con il Togliatti che consentì l’uccisione dei soldati italiani prigionieri di Stalin è, con i dovuti distinguo (là ci furono morti assassinati), assai calzante.
    Riflettici.

  3. Commento by Mario Di Monaco — 4 Marzo 2010 @ 13:47

    Nel decidere sull’accoglimento o meno delle liste presentate in Lombardia e nel Lazio dalla coalizione che fa riferimento al PDL, la magistratura doveva giudicare se considerare preminente il dovere del pieno rispetto delle regole elettorali o il diritto di una larga parte della cittadinanza di decidere attraverso il proprio voto da chi essere governata.

    Non so e non mi interessa conoscere quanto gravi siano stati gli errori o le inadempienze commessi nell’iter previsto per la presentazione delle liste, ma non vi è alcun dubbio che la magistratura doveva in ogni caso salvaguardare il diritto del cittadino di esprimere la propria scelta elettorale, diritto che è principio fondamentale di ogni democrazia.

    Chi ha dei dubbi in proposito, è ancora annebbiato da ideologie che appartengono ad altri regimi, in cui  il diritto di voto non è contemplato.      

  4. Commento by Cesare Pastorino — 4 Marzo 2010 @ 14:07

    Bart, tirare fuori il decreto del ’95 a me sembra un altro autogol. A parte che la legge regionale era nuova. A parte che la Rai non pubblicizzo’ il nuovo sistema per la presentazione delle liste. A parte che a favore del decreto furono solo due piccoli partiti, vale a dire radicali e repubblicani.   Ecco, a parte tutto cio’, all’epoca, AN e Forza Italia parlarono di   decisione “scorretta, anticostituzionale e illegittima“. Come dici tu: ancora due pesi e due misure?

  5. Commento by Bartolomeo Di Monaco — 4 Marzo 2010 @ 14:50

    Vedo che mio fratello ha centrato il problema, in sintonia con l’ex presidente emerito della Corte Costituzionale Valerio Onida  che detto in questi giorni: “Si deve giudicare in base alla forma sostanziale e non in base alla forma insostanziale, al fine di favorire lo scopo primo di una legge o di un regolamento”.

    La cronaca di quei giorni del 1995 è nel mio libro Cencio Ognissanti e la rivoluzione impossibile (la conosco bene, dunque). Ti riporto i malumori di quel momento, che non ignoro affatto:

    “C’era un’altra notizia che teneva banco, quella sera, e riguardava il decreto del governo che spostava al 31 marzo il termine per la presentazione delle liste alle elezioni regionali, termine che scadeva invece proprio quel giorno 29 marzo, alle ore 12. Il governo si giustificava adducendo la necessità di provvedere ad un informazione più completa di quella che era stata data soprattutto dalle televisioni, rivelatasi, a detta del governo, carente. Pannella era tra i sostenitori di questa proroga, ma il provvedimento gettava nello sconcerto quasi tutte le forze politiche, ed in particolare i rappresentanti del Polo lo ritenevano finalizzato a favorire, concedendo più tempo, alleanze che non si erano ancora potute realizzare, naturalmente alleanze a danno del Polo. Correva voce che era stato emanato per venire incontro alla sinistra del PPI. Il fatto era che un provvedimento simile, che si caricava di molti sospetti, e si prestava alle interpretazioni più varie, non aveva precedenti nella storia repubblicana. In questo modo, era del tutto evidente, si facilitava chi ancora non aveva presentato le liste, che aveva l’agio di conoscere il nome dei candidati presentati dagli avversari. Una scorrettezza inconcepibile. Mario Segni dichiarava che era un provvedimento degno “di una repubblica delle banane”. Il governo Dini toccava il fondo, secondo Cencio, e non aveva più alcun crisma di democraticità.”

    Sottolineo che Pannella si sfregò le mani dalla contentezza. Vediamo cosa farà oggi.

    Oggi, ripeto, il fatto è di proporzioni scandalose e ben può soccorrere il precedente se è utile a sconfiggere chi volesse opporsi al prevalere della democrazia e quindi della politica sui formalismi.
    Possibile   che la politica si riduca a così poco per te, non chiamandola ad intervenire quando milioni di elettori vengono esclusi da una scelta di voto?

    Ti pare che la politica non debba darsi da fare perché questa massa di elettori possa esercitare il suo voto?

    Qui sta il punto, Cesare.   Qui devi approfondire la tua riflessione, secondo me.

  6. Commento by Cesare Pastorino — 4 Marzo 2010 @ 15:34

    Ecco Bart, mi confermi che nel ’95 non erano formalismi, ne andava della democrazia, ed era colpa della sinistra; ora invece a quanto pare sono formalismi, ne va della democrazia, ed e’ colpa della sinistra. I tempi cambiano. Buon proseguimento, Bart.

     

  7. Commento by Ambra Biagioni — 4 Marzo 2010 @ 17:59

    I commenti del Legno

  8. Commento by Ambra Biagioni — 4 Marzo 2010 @ 18:10

    Mi piacerebbe far rilevare che, per quanto si ricerchino precise cronache dei fatti, si possono trovare solo comunicazioni inadeguate, prive dei riferimenti necessari per giudicare se le differenti Procure abbiano agito secondo identici principi e identiche interpetrazioni e applicazione delle leggi.

    Non si eccepisca che la legge è unica: si potrebbero portare infiniti esempi di discrepanze di attuazione e susseguenti condanne per i medesimi reati(minori per carità !) applicati da differenti Collegi giudicanti.

  9. Commento by Ambra Biagioni — 4 Marzo 2010 @ 18:22

    Per conoscenza riporto un commento raccolto sul Legno Storto

    “MicheleElle

    Elezioni, cavilli e cervelli
    03/03/2010 23:24
    Per la cronaca..

    La Lista Bonino-Pannella a Pisa è stata inizialmente esclusa perchè presentata in ritardo.
    Secondo il verbale del Tribunale “la consegna di tutto il materiale e’ avvenuta alle ore 15.05“.
    L’esclusione definitiva della Lista avrebbe significato l’esclusione dall’intera Toscana (perchè presente in un numero di province inferiore al minimo consentito).

    La Lista è stata riammessa!

    Cronaca da InformArezzo

  10. Pingback by Notizie dai blog su Dura lex sed lex, sed etiam non. — 5 Marzo 2010 @ 11:45

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