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Il pierino Bersani

30 Novembre 2010

Mentre continua il canto del cigno dei finiani, ieri l’Italia si è distinta dal resto del mondo per l’uscita di Pierluigi Bersani, il quale, a causa delle rivelazioni di Wikileaks su Berlusconi, chiede le dimissioni del governo.
Fa proprio la parte del pierino. Avrebbe dovuto emettere prima un profondo respiro e poi parlare. Guardarsi in giro.

I giudizi sulla Merkel e su Sarkozy, per rimanere ai Paesi europei di sicura democrazia, sono stati ben peggiori. Eppure, nessuno dell’opposizione, tanto francese che tedesca, si è permesso di chiedere le dimissioni del governo.
Solo il Pd se lo è permesso, scambiando la marmellata Wikileaks per un saggio illuminato sui potenti della Terra.

Vista l’età, devo presumere che l’arrampicata sui tetti di Roma del leader del Pd gli abbia fatto mancare la congrua ossigenazione al cervello, e che il grido: Berlusconi dimettiti! sia la conseguenza di una fibrillazione mentale.

Tutto fa brodo per chi è intriso fino al midollo di antiberlusconismo. Se tornassimo indietro nel tempo le attuali buone relazioni con la Russia di Putin avrebbero mandato in solluchero fior di stalinisti, e avrebbero fatto di Berlusconi lo stratega illuminato e moderno. Così pure l’apertura a Gheddafi. E siccome poi queste relazioni, dalle rivelazioni di Wikileaks, risultano sgradite alla Casa Bianca, si sarebbero organizzate manifestazioni popolari con tanto di falò di bandiere a stelle e strisce.
Ma i tempi sono cambiati. Gli States sono diventati amici del Pd e la Russia la patria del demonio.
Mi piacerebbe conoscere sul punto anche il pensiero del comunista d’antan Giorgio Napolitano.
O Wikileaks ha altre cose da rivelarci, o queste sono bucce di banana sulle quali solo il pierino di turno, Bersani, è scivolato, a dimostrazione di una opposizione confusa e cervellotica.

Si avvicina invece, e in tutta fretta, la resa dei conti del 14 dicembre. Attesissima. Perché sarà il viatico per tornare a dare la parola agli elettori.
Berlusconi si dice sicuro di ottenere la fiducia in entrambe le Camere. Ma stia attento, giacché, se davvero l’otterrà, essa sarà il frutto di una trappola nemmeno tanto sottile, nella quale non deve cadere. Una concertazione di furbesche uscite dall’Aula al momento del voto, potrebbe abbassare il quorum e far passare la fiducia. Ma non sarebbe certamente questa la fiducia necessaria per una prosecuzione fruttuosa della legislatura.

Dopo il 14 dicembre riprenderebbe il tiro al piccione, soprattutto dei traditori finiani i quali, vuoti di idee e con la pancia piena di ambizioni, a tutto pensano meno che all’interesse del Paese.
Quindi, che Berlusconi non continui a farsi rosolare. Se dovesse prevalere la fiducia in entrambe le Camere, essa sarebbe una polpetta avvelenata.

Guai a ingoiarla.

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“Fiducia, Granata: “Chi si astiene è fuori da Fli”. Qui.


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2 Comments

  1. Commento by Mario Di Monaco — 30 Novembre 2010 @ 14:21

    Che Bersani punti sulle banalità per muovere le sue critiche al governo è un dato ormai assodato.

    Del resto, ogni volta che ha provato a contestare i risultati positivi dell’azione di questo governo ha proposto assurdità populiste tali che anche i suoi compiacenti sostenitori hanno avuto difficoltà a prendere in seria considerazione.

    Ed allora via con le sciocchezze, che trovano invece larga accoglienza nei mezzi di comunicazione, grazie alla collaborazione di personaggi che manipolando le notizie cercano di gettare fango sul premier.

    Perciò non bisogna meravigliarsi se ad ogni cacata di piccione Bersani grida allo scandalo ed invita Berlusconi alle dimissioni o a presentarsi in Parlamento per giustificarsi. Questa, purtroppo, è l’opposizione che passa il convento. Bisogna farsene una ragione.

  2. Commento by Felice Muolo — 30 Novembre 2010 @ 17:55

    E’ una fissa quella di Bersani di chiedere  le dimissioni del governo.  Fu già di Prodi. E sappiamo come è andato a finire Prodi. L’insegnamento a nulla è servito? E’ tanto difficile capire che la pagnotta bisogna guadagnarla? Che nessuno te la regala? I finiani, saranno quelli che saranno, la pagnotta se la stanno sudando. E mica è detto che la otterranno.

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