Il resoconto dell’intervento del sen. Gabriele Boscetto16 Marzo 2010 Ricevo stamani una e-mail del senatore Gabriele Boscetto, che citai qui per il suo intervento esemplare ed esauriente, reso nell’aula del Senato  nella seduta n. 350 del 10 marzo 2010 in occasione della discussione sul legittimo impedimento. Mi scrive: Pubblico volentieri il documento inviatomi, ringraziando il senatore per la sua attenzione e la sua cortesia. [bdm] ____________________________ PRESIDENTE. È iscritto a parlare il senatore Boscetto. Ne ha facoltà . BOSCETTO (PdL). Signora Presidente, saluto lei, il ministro Alfano e la sottosegretario Alberti Casellati e lascio terminare questi applausi che, ovviamente, sono doverosi per quanto riguarda la posizione politica dei nostri contraddittori. Avrei avuto piacere che fosse presente il senatore Ceccanti, perché da professore di diritto costituzionale già gli imputai di essere diventato professore di statistica; oggi è diventato professore di letteratura, neppure solo italiana, ma internazionale. MARCENARO (PD). Comparata, senatore Boscetto. BOSCETTO (PdL). Rispetto alle sue elucubrazioni, che volevano portare e hanno portato a ragionamenti politici su Lewis Carroll, mi trovo in moderato contrasto. Non si può tirare fuori da esempi letterari specificazioni applicate a situazioni delicate e forti come quella della quale stiamo discutendo. Ugualmente, nonostante il ricorso intellettuale a Manzoni e ai Promessi Sposi e a quelle che furono evidenziate come esercitazioni di brocardi da parte di Azzeccagarbugli, difficilmente si arriva alla materia del contendere politico. Certo, ne “I Promessi Sposi” (vado a memoria) si trovano stupendi episodi come quello del contrasto politico che si registrava in Spagna sotto Filippo IV, quando il conte duca d’Olivares era il favorito. Fu lui che inviò alcune truppe in Italia per partecipare alla battaglia di Casale Monferrato; di lì vi furono degli spostamenti nel Nord. Gli eserciti si portavano dietro la peste e da quest’ultima nacque la meravigliosa storia che Manzoni scrisse e che si risolse poi nei grandi termini della Provvidenza. Abbiamo bisogno noi di concetti così elevati quando andiamo a discutere di un provvedimento come questo, in materia di legittimo impedimento? Credo di no, ma forse sì. Quando certe leggi diventano in qualche modo oggetto di un giudizio di Dio va tutto bene, ma bisogna ovviamente rispettare i diversi punti di vista. Non vi sono stati tanti interventi da parte nostra, ma alcuni sono stati molto chiari. Chiarissimo è stato il duplice intervento del relatore, senatore Mugnai, che è riuscito con la grande capacità che gli è propria ad esprimere esattamente la nostra posizione. Discutibili o non discutibili che siano, le posizioni in politica sono ovviamente considerate in un determinato modo o in un altro a seconda che il ragionamento venga dalla maggioranza o dall’opposizione. Vi sono poi situazioni culturali intermedie. Ieri ho avuto modo di comprare l’ultimissimo libro di Travaglio, «Ad personam », al cui interno si trovano, riferite alle diverse legislature Prodi e Berlusconi, dal 1994 ad oggi, critiche incredibili sulla politica italiana, che non fanno sconti né al centrodestra, né al centrosinistra. Se ci si mette nella posizione di Travaglio, niente è andato bene, niente è stato etico, tutto è stato portato verso posizioni forti ed interessi di parte. Mi piacerebbe che Travaglio diventasse Presidente del Consiglio perché vedremmo come riuscirebbe a risolvere i problemi di uno Stato. Ma, come sappiamo, ed è inutile dirlo, uno Stato è un’entità estremamente complessa, che deve curarsi di enormi interessi, che deve mediare, che deve andare avanti, che deve riuscire a contrastare situazioni di tutti i tipi. Allora, il giustizialismo puro, la critica totale non ha senso. Quando qualcuno, un uomo che stimo molto come il senatore Zanda, attacca persino il presidente Schifani, come avvenuto qualche minuto fa, in qualche modo travalica la sua posizione di Vice Capogruppo di un importante partito. Il presidente Schifani fa tutto il possibile per conservare in quest’Aula la garanzia dell’imparzialità e ci riesce a mio parere al 100 per cento; se poi c’è qualche momento in cui l’opposizione non è d’accordo, fa parte della fisiologia del reggimento da Presidente di una Assemblea così complessa. (Applausi dal Gruppo PdL). Quindi, al presidente Schifani va tutta la nostra stima e sono convinto che, sotto sotto, al di là della retorica degli interventi di contrasto, anche voi la pensate come me. Berlusconi certamente è la vostra bestia nera, perché ha introdotto in questo Paese delle novità che non sarebbero piaciute ad Occhetto e continuano a non piacere al centrosinistra. Occhetto aveva attivato la sua “gioiosa macchina da guerra” sicuro di vincere: Berlusconi è sceso in campo e in tre mesi ha cambiato questo Paese, e – a nostro avviso – lo ha cambiato in meglio! (Applausi dal Gruppo PdL. Commenti del senatore Maritati). Tutto quello che accade negli anni dobbiamo imputarlo a questa diversissima posizione politica. Noi riteniamo che il centrosinistra sia l’espressione del conservatorismo e che la nostra parte politica sia invece tesa alla novità , all’innovazione e ad una garbata risoluzione. Lo dirà la storia chi ha ragione, non possiamo dircelo fra noi. È chiaro che voi avete tutta una serie di posizioni di contrasto alle nostre, e meno male: se non ci fossero forti posizioni di contrasto vorrebbe dire che c’è una massa indefinita e grigia nella politica, che a noi non piacerebbe. Vogliamo metterci di fronte all’opposizione in termini che per noi sono fortemente costruttivi e fortemente innovatori. Capisco che queste parole non possono piacervi, ma mi auguro che siano del tutto condivise dai colleghi parlamentari che mi sono intorno. (Applausi dal Gruppo PdL). Stiamo giocando da anni una partita politica nella quale riteniamo di poter cambiare il Paese e di averlo in parte cambiato. Voi invece pensate che tutto quello che facciamo sia in qualche modo interessato, soprattutto con riguardo a Berlusconi. Non è vero! VOCI DAI BANCHI DEL PD. No! No! BOSCETTO (PdL). Abbiamo visto il Presidente del Consiglio raggiunto da una comunicazione giudiziaria, dopo qualche mese dalla vittoria nelle elezioni del 1994, pubblicata in anticipo sul «Corriere della Sera », e abbiamo capito che non stava bene a troppi la novità della nostra vittoria e delle nostre logiche di cambiamento. (Commenti dai banchi dell’opposizione). Da lì poi è andato avanti, ormai per un periodo lunghissimo, tutto il contrasto che ritengo persino serio da parte del centrosinistra, perché non vedo aperture intellettuali significative. Non vedo nessuno che in qualche modo si ponga il problema chiedendosi: avrà ragione Berlusconi? Avranno ragione i berlusconiani? Io vi dico che noi siamo talmente convinti della nostra posizione politica, che ormai da quindici anni sosteniamo tutta una serie di logiche non perché ci danno degli ordini, come qualcuno ha detto… VOCI DAL GRUPPO PD. No? BOSCETTO (PdL). Non ci sarebbe motivo, non ci sarebbe nessuna nostra posizione di lucro attivo. Noi sosteniamo questa politica perché siamo convinti che sia la politica giusta. (Applausi dal Gruppo PdL). Accolgo questi applausi ironici, perché sono la conferma di quello che sto dicendo. FERRANTE (PD). Sono applausi vostri, non nostri! BOSCETTO (PdL). Voi non farete mai sconti a noi, anche perché avete compreso che il Paese da lungo tempo ormai ci segue e avete timore di quello che accadrà alle prossime elezioni regionali, che avete cercato in tutti i modi di scombinare (Commenti del senatore Nerozzi), perché sapete che probabilmente otterremo un’ulteriore vittoria; come l’abbiamo ottenuta alle elezioni politiche, con 3,5 milioni di voti in più, come l’abbiamo ottenuta alle elezioni europee e come credo otterremo comunque alle elezioni regionali. Avremo poi davanti a noi tre anni: in quel momento si capirà cosa si può fare in questo Paese per migliorarlo dalle fondamenta. E lì allora voi dovrete partecipare alle grandi riforme riguardanti questo Paese. Vedremo se lo farete. Vedremo se, dopo questi due anni di schermaglie recenti, ci sarà la volontà di soffermarsi a migliorare il Paese. Poi nel 2013 vinca chi vinca; ma sulla base di un lavoro serio fatto da tutti. Pensare e dire, com’è stato detto, che Berlusconi ha scardinato e sta scardinando il Paese è un semplice artifizio retorico. Noi riteniamo che questo Paese, anche attraverso le ultime esperienze, sia stato retto con mano salda dal Governo Berlusconi. Noi abbiamo risolto e stiamo risolvendo problemi forti, soprattutto in economia, che non so come avrebbe potuto risolvere un vostro Governo, quale quello che ha dato purtroppo una pessima prova di sé, con tutta la stima per Prodi, nei 18 mesi trascorsi dal 2006 al 2008. Voi non riuscivate ad approvare provvedimenti indispensabili (mi viene in mente un certo decreto sicurezza) perché le divisioni al vostro interno non permettevano di realizzare nulla. Il Paese questa vostra esperienza governativa l’ha vissuta, e non vuole ripeterla. Quando, dopo aver approvato questo provvedimento sul legittimo impedimento alla Camera, voi presentate al Senato 1.500 emendamenti, date evidentemente la prova di non voler discutere: su quei dieci emendamenti fondamentali, sui quali pure si sarebbe potuto discutere: date la prova palese di un ostruzionismo direi addirittura fine a se stesso, perché 1.500 emendamenti sono la prova provata di un’azione ostruzionistica. Volevate farlo per dire al Paese che 1.500 emendamenti dimostrano la fondamentale logica contraria del centrosinistra. Non parlo dell’Italia dei Valori, che ha altri valori (questo è in qualche modo un elogio al centrosinistra). Ma il Paese capisce poco quello che succede nelle Aule parlamentari. Ed è grave questo aspetto: non siamo mai riusciti, in tanti anni, a far capire al Paese come lavorano seriamente i parlamentari seri. Il Paese non capisce cosa significano 1.500 emendamenti: il Paese ha i suoi interessi e si aspetta che la politica risolva i problemi economici, invece di fare delle manfrine. Allora, i 1.500 emendamenti non sono serviti neanche a quello, se non a far sì che si dovesse porre la questione di fiducia. Mi chiedo quindi se si sia trattato di un gesto di sconsideratezza o se si sia voluto scientemente portare noi – o meglio, il Governo – a chiedere il voto di fiducia per poi poter dire che su questo provvedimento abbiamo posto la trentesima questione di fiducia. Ricordate però che il Governo Prodi, se non ne ha chieste 30 di fiducie, ne ha chieste 28! Questo è un Paese che dobbiamo cambiare anche e soprattutto nel procedimento legislativo: tanti amici del centrosinistra lo sanno bene e condividono queste affermazioni, non tanto con me, che esprimo solo concetti noti, ma con i pensieri dominanti nella filosofia politica. Qui, se non si avessero i decreti-legge, le leggi di conversione ed anche – se è il caso – le ordinanze di protezione civile, non si riuscirebbe in alcun modo a stare dietro alla vita quotidiana del Paese. Il Paese ha bisogno di velocità , mentre abbiamo regolamenti che non sono in grado di consentirla. Se avessimo dovuto votare 1.500 emendamenti nell’Aula del Senato, avremmo passato giornate a discuterli, salvo ghigliottine che, pur consentite dal Regolamento, non sono però di utile praticabilità sul piano dei rapporti parlamentari. Millecinquecento emendamenti non si sarebbero potuti esaminare, visto che qui non abbiamo neanche la norma, vigente alla Camera, in base alla quale si possono selezionare alcune proposte emendative e votare solo quelle: qui ci saremmo ingaglioffiti, uno dopo l’altro, su una serie di emendamenti, molti dei quali sono stati decisamente creati dagli uffici legislativi che, con la tecnica del canguro, riescono a costruirne a iosa per poi vederseli eventualmente eliminati dalla verifica degli uffici preposti e del Presidente del Senato. Questo è il frutto di una situazione tutta stabilita a tavolino e alla fine non capisco neanche bene il perché, per le ragioni che ho esposto. Se ci fossimo impegnati su 20 emendamenti, avremmo potuto forse uscire da quest’Aula inviando nuovamente il disegno di legge alla Camera, anche se i due articoli di cui è composto sono talmente striminziti che l’intervento non sarebbe stato facile. Tutto è migliorabile, però, e attraverso una discussione seria e serrata si sarebbe potuto vedere di riuscire ad arrivare a questo traguardo. Signori del Partito Democratico, non voglio dire che la vostra discussione sia poco seria, anzi è sempre estremamente interessante e basata su concetti estremamente utili; bisogna anche capire però che ci sono momenti e tempi nei quali è necessario risolvere alcune situazioni. È per questo motivo che il Governo ha posto la questione di fiducia, che noi voteremo, prescindendo dalle esercitazioni intellettuali alle quali facevo cenno ricordando l’intervento del senatore Ceccanti: questa situazione non si può valutare né nei termini di don Abbondio o del conte duca né in quelli così belli che pure alla fine servono poco alla conclusione dei nostri lavori. (Applausi dal Gruppo PdL. Congratulazioni). Letto 1869 volte. | ![]() | ||||||||||
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