Babel, Isaac6 Novembre 2007 “L’armata a cavallo”(Trad. Ignazio Ambrogio) Ho finito di leggere il libro il 12 marzo 2002 alle ore 9,46, in ospedale a Lucca, dove dal 21 febbraio mi reco tutti i giorni ad assistere mio zio Giuliano, in agonia. Sua moglie, Anna, morì il 19 aprile 2001, in conseguenza di un ictus cerebrale che la colpì il 30 settembre 2000. D’allora li abbiamo accolti a casa nostra per accudirli: sono i protagonisti del mio racconto: Cara Anna, ora raccolto nel volume La culla della luna. Come furono sfortunati nella vita, così lo sono stati nella morte. Ma veniamo a Babel e al suo libro. Uscito nel 1924, è l’opera più famosa di questo autore, ebreo, nato nel 1894 ad Odessa e morto fucilato in un campo di concentramento staliniano nel 1941. Prende parte alla guerra russo – polacca del 1920, arruolato tra i cosacchi. Da questa esperienza, trae ispirazione per comporre “miniature”, com’è stato scritto, di guerra. L’ambiente dei cosacchi e quello ebraico vengono descritti via via che la guerra avanza con le sue crudeltà e le sue contraddizioni. Prendono risalto personaggi che ai nostri occhi sembrano oggi avvolti di magia e di mistero. Lo stile è quasi sempre essenziale, asciutto (qualche volta, infatti, è anche un po’ ridondante). Il periodare breve. Dai racconti tuttavia, non emerge quell’insieme, quel tutt’uno, quella continuità che è propria del romanzo, e che avrebbe potuto dare al lettore maggiori e più durature emozioni. Questi i titoli di alcuni racconti che ho preferito: “Gedali”; “La mia prima oca”; “Il rabbino”; “SaÅ¡ka Cristo”; “Storia di un cavallo”; “Konkin”; “Il sale”; “Afonka Bida”; “Zamostie” a cui appartiene questa descrizione, che può offrire al lettore un saggio della scrittura di Babel, oltre che delle pietose condizioni di una guerra: “Legata al mio piede la briglia del cavallo, mi avvolsi in un mantello e rimasi sdraiato in un fossato colmo d’acqua. La terra fradicia mi accolse nell’abbraccio rasserenante d’una tomba. Il cavallo tirò la briglia e mi trascinò per il piede. Scoprì un ciuffo d’erba e cominciò a brucarlo. Allora mi addormentai…”. Letto 2754 volte.  Nessun commentoNo comments yet. RSS feed for comments on this post. Sorry, the comment form is closed at this time. | ![]() | ||||||||||