La bolla del governo del Prof. Indici giù, ma popolarità su21 Febbraio 2012 di Renato Brunetta Negli ultimi due anni e mezzo abbiamo assistito in Italia a due bolle di tipo mediatico, a livello nazionale e internazionale: una ferocemente ne Âgativa, nella quale ha dovuto gover Ânare Berlusconi, e una spaventosa Âmente positiva, di cui gode il governo Monti. Entrambe le bolle si sono tenute ben lontane dalla realtà dei fatti e dall’azione economica dei due governi ma, mentre la bolla Monti non è riu Âscita fino ad ora a trasmettere la pro Âpria positività all’economia, di con Âverso la bolla negativa intorno a Ber Âlusconi ha finito per condizionare la realtà e le aspettative degli investito Âri, con i risultati catastrofici a tutti no Âti. Questa asimmetria si è realizzata per due motivi. Primo, perché con Berlusconi, in quel particolare mo Âmento di volatilità dei mercati, il pa Ârossismo di una crisi che si andava di Âspiegando (dai subprime, alla Gre Âcia, ai debiti sovrani) ha prevalso sui dati di fatto e sono via via passate in secondo piano le cose buone realizzate dal suo governo: le 4 manovre di fi Ânanza pubblica per un valore cumu Âlato di 265 miliardi di euro, il pareg Âgio di bilancio anticipato al2013, lari- forma dell’università , la riforma del Âla Pubblica amministrazione e nume Ârosi altri interventi, il tutto assorbito, annullato dall’incertezza e dalla paura. Secondo, perché alla crisi econo Âmica crescente, che ha colpito tutta l’area euro, in Italia si è aggiunta una dialettica anomala all’interno del go Âverno di coalizione. In particolare, è stato dirompente il conflitto insanabile tra il presidente del Consiglio sviluppista e riformatore, e il suo mini Âstro dell’Economia conservatore e banalmente rigorista. Risultati: vin Âce la bolla della negatività in una sor Âta di «crescendo rossiniano » con esplosione dello spread tra Btp e Bund a dieci anni, perdita di credibili Âtà sui mercati internazionali e due re Âvisioni a ribasso del rating del debito pubblico (nell’ultimo periodo). Il tut Âto a prescindere dai «fondamentali » dell’economia reale e dai risultati di finanza pubblica raggiunti (avanzo di bilancio al 5% nel 2011 ). Insomma la bolla negativa ha avuto buon gioco nel condizionare la realtà per ragioni di congiuntura internazionale, ma soprattutto di masochismo interno. Anche il governo Monti vive den Âtro una bolla che prescinde dalla real Âtà : infatti, mentre il presidente del Consiglio registra i più grandi succes Âsi mediatici – dalla copertina del Ti Âme, alla televisione che racconta stra Âordinarie storie di successo della sua azione di governo, agli applausi scro Âscianti nel Parlamento europeo – tut Âti gli indici macroeconomici hanno nel contempo segno negativo, il Pae Âse subisce tre declassamenti in un mese, 34 banche si vedono tagliare il rating, siamo in recessione e l’outlook rimane negativo. Anche lo spread continua a viaggiare su valori alti, in media nei primi 100 giorni di Monti superiori di circa 90 punti base rispetto a quelli del precedente gover Âno (nei suoi ultimi 100 giorni di pas Âsione). In questo caso, però, la bolla mediatica non riesce a prendere in gi Âro la realtà . E la spiegazione è presto detta: l’at Âtività dell’esecutivo Monti è in stallo. Nei primi cento giorni solo un decre Âto, tutto tasse e la sola riforma delle pensioni (rectius: l’ultimo miglio del Âla riforma delle pensioni), è stato convertito in legge dal Parlamento; un se Âcondo decreto timido timido, che do Âvrebbe liberalizzare il mercato inter Âno, ma che non contiene la parola li Âberalizzazioni neanche nel titolo, è nel pantano; il terzo decreto sulle semplificazioni, invece, non ha ini Âziato neppure il proprio iter in Parla Âmento, dopo due false partenze; la ri Âforma del mercato del lavoro, infine, è ancora nella mente degli dei (tra ta Âvoli e tabù). Urge, dunque, una doppia opera Âzione verità : svelare la stucchevole perversione della bolla negativa del passato, per cominciare a muoversi, oggi, con i piedi per terra, in un paral Âlelo sentiero virtuoso che si basi sui fatti. Il rischio, in caso contrario? Un tragico risveglio all’insegna del «si stava meglio quando si stava peg Âgio ». Il più consapevole di tutti è pro Âprio Monti che, con la scelta di non candidare Roma alle Olimpiadi del 2020, ha dimostrato, da economista, di conoscere come stanno le cose. Senza farsi condizionare dalla bolla in cui pur è immerso. La realtà non fa sconti: c’è la reces Âsione (due trimestri consecutivi con il segno meno del pii), e in peggiora Âmento; nessun protagonismo del Âl’Italia in Europa (contro l’asse Sarkozy-Merkel); totale mancanza di iniziativa del governo per intacca Âre il debito e per fare sviluppo. Morale. L’Italia vive in maniera sempre più dissociata la sua luna di miele con il tecnico Monti, come ieri sembrava ossessionata dall’eletto Berlusconi. A quando un po’ di nor Âmalità ? A quando giornali e televisio Âni a raccontare i fatti, solo i fatti, nient’altro che i fatti? A scherzare col fuo Âco si finisce bruciati, oltre che com Âprati e venduti. Altri articoli“Dopo il Festival” (su Celentano). Qui. “Celentano. Catto-Adriano dà i soldi ai comunisti ma alla chiesa del suo paese non molla un euro”. Qui. “Caro Walter ma Monti è sul mercato?” di Emanuele Macaluso. Qui. “Redditi dei ministri, Severino batte Passera Monti on line in extremis: 1,5 milioni di euro”. Qui. Letto 1278 volte.  Nessun commentoNo comments yet. RSS feed for comments on this post. Sorry, the comment form is closed at this time. | ![]() | ||||||||||