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La Finocchiaro lancia la nuova strategia: Non è il governo a combattere la mafia

10 Dicembre 2009

Quando la faccia è di bronzo. Voltatevi indietro e guardate quante ne ha  dette l’opposizione.   Al tempo in cui Berlusconi (era la fine del 1993) decise di entrare in politica, partì la prima campagna diffamatoria: Berlusconi entra in politica per salvare le sue aziende. Va precisato che queste aziende, al contrario ad esempio della Fiat, non hanno mai né richiesto né usufruito di cassa integrazione.

Poi venne lo stalliere Mangano. Finalmente! Troppa grazia Sant’Antonio! Era l’inequivocabile segno che Berlusconi si trovava in contatto con la mafia, e via dunque ad una nuova campagna diffamatoria. Ma non bastava: Berlusconi è anche un corruttore. Nella sua attività di imprenditore non ha fatto altro che corrompere. Poi arriva il compleanno, quello di Noemi, lui ci va, e subito si fa scatenare la voce che ci è andato a letto. Veronica piglia la palla al balzo e chiede il salatissimo divorzio per colpa del coniuge troppo galletto.

La serie continua: con un teleobiettivo che manca poco riesce a spiare perfino sulla luna, lo soprendono nella sua villa in Sardegna in compagnia di belle pollastrelle. E’ un dissoluto. Poi Spatuzza a giugno, dopo che lo ha rinnegato un numero infinito di volte, si ricorda che i nomi fattigli dai Graviano sono quelli di Berlusconi e di Dell’Utri, e allora si fa correre la voce che Berlusconi è un capomafia, se non il capo dei capi.  

Purtroppo per l’opposizione, tutte queste accuse a poco a poco si sgonfiano, e Spatuzza con la sua deposizione bislacca, senza rendersene conto poverello, mette a terra le quattro ruote della macchina delle insinuazioni e della calunnia che era partita a velocità supersonica per falcidiare l’uomo nero, il nemico pubblico numero 1.  

Quello è proprio baciato dalla fortuna! si devono essere detti i capi dell’opposizione. Anche la manifestazione del No B-Day, infatti, si è dimostrata come un palloncino colorato (di viola) che ha preso il largo per le vie del cielo, e nessuno lo ricorda più.  

Che ci resta da fare? si dicono, seduti al tavolo dei grandi pensatori, strofinandosi il mento. Poi la grande idea. Qualcuno in vena di azzeccarne una, si alza tutto tronfio e fa questo ragionamento: Siccome Berlusconi si vanta dei successi del suo governo contro la mafia, colpiamolo lì.

E come? si domanda un altro. Mica possiamo intralciare l’arresto dei mafiosi. E se qualcuno lo viene a sapere?

Il piccolo genio, lo rassicura: Ma cosa hai capito? Certo che non si può intralciare l’arresto dei mafiosi. Se ne accorgerebbero tutti e avremmo i cittadini alle calcagna per appiccarci tutti a un albero. Mica sono fesso. Dobbiamo dire semplicemente che non è il governo ad arrestare i mafiosi ma le forze dell’ordine e i magistrati.

Si alzano tutti in piedi e grandi pacche piovono sulle spalle del piccolo genio. Qualcuno arriva addirittura a pronosticargli una grande carriera nelle Istituzioni.

A questo punto, si dà il via alle prove di una nuova strategia. Comincia il Fatto Quotidiano, poi segue, a Ballarò, l’insinuazione del conduttore Floris, che incassa il rimprovero del ministro La Russa con quel paternalistico: Floris, Floris, e infine stasera ci pensa la Finocchiaro a dare l’imprimatur. Lo insinua anche lei al Tg2 delle 20,30, che non è il governo a combattere la mafia, e ciò altro non è che il segnale atteso, l’ordine secondo il quale, riuscite le prime prove, ora si può partire a vele spiegate.

Come il governo non fa nulla per l’economia, così non fa nulla contro la mafia. Dovrebbe essere l’accoppiata vincente, e i 21 su 30 più pericolosi mafiosi (i 17 di qualche giorno fa sono soltanto un ricordo) arrestati in questi mesi sono semplicemente un pacco regalo che le forze dell’ordine e i magistrati hanno voluto fare al governo.

Si ripete la stessa manfrina delle operazioni di soccorso svolte da Bertolaso in Abruzzo e purtroppo in occasione delle altre calamità succedutesi. Non era lui (e di conseguenza il governo) che agiva ma i volontari. Il successo lo si doveva unicamente a loro.

Peccato che si erano dimenticati che Bertolaso fu nominato dal governo Prodi e il suo inefficiente governo non aveva saputo valorizzarlo, nonostante che i volontari ci fossero allora come ci sono oggi e ci saranno domani. All’opposizione, manco le è passata per la cocuzza che era difettoso il manico e che il governo Prodi non aveva certo la lucidità e l’efficacia di quello di Berlusconi.

Così è ora per l’arresto dei mafiosi. Le forze dell’ordine e i magistrati c’erano anche al tempo che l’opposizione era al governo. Perché allora non si ottenevano questi risultati?

La risposta è sempre la stessa, e sta nel manico. Nel riconoscere l’indiscutibile merito delle forze dell’ordine, di certa magistratura che non va in televisione e lavora al buio dei riflettori della spettacolarità, e dei volontari che si prodigano per alleviare le sofferenze delle popolazioni martoriate dalle sciagure, occorre avere anche il coraggio e l’onestà intellettuale di riconoscere che Berlusconi e questa maggioranza sanno come combattere la mafia. L’opposizione no: perché quando ne ha avuto l’occasione (e più di una volta) si rigirava i pollici delle mani.


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3 Comments

  1. Commento by Ambra Biagioni — 10 Dicembre 2009 @ 11:05

    Sono terribilmente triste.

    E’ mortificante trovarsi a governare con un’opposizione tanto miserabile. Ogni giorno di più si applica quel disfattismo privo di proposte, di soluzioni alternative che sono il sale della democrazia; essendo incapaci di fare non sanno nemmeno accettare che altri faccia e si comportano da inutili idioti.

    Quo usque tantem….

  2. Commento by Ambra Biagioni — 10 Dicembre 2009 @ 11:09

    Da   L’Occidentale

    Il governo combatte gli Spatuzza con l’antimafia delle leggi e dei fatti

     

     

  3. Commento by Ambra Biagioni — 10 Dicembre 2009 @ 17:01

    Qui il thread del Legno Storto dove si possono leggere i commenti all’articolo l’ pubblicato.

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