LETTERATURA: Nota a Kavafis, un canto alla finestra10 Dicembre 2009 di Nicola Dal Falco  Una finestra a quadri, il muro della stanza dipinto per metà di verde, quasi grigio e all’orizzonte, controluce,  il dorso scuro di un’isola. Così, mi sembra, potrebbe configurarsi la felicità fisica di un luogo, ripulito dall’ansia, che sconfini con l’attimo e riesca a generare l’immagine di se stesso come un accordo; una piccola, insistente musica di qualche tasto appena od ottone. Tutto sta nel rapporto visivo tra il dentro e il fuori, complice una finestra a quadri. Il muro diviso in due bande, sotto il verde lacrimoso e tenace, sopra un bianco rannuvolato di macchie, anticipa l’altra divisione, quella tra mare e cielo. Una coincidenza che lancia lo sguardo ancora più lontano o, piuttosto, lo fa rimbalzare all’indietro, scavando in se stessi. Come la terra emersa, come l’isola di fronte, ci si adagia sull’orizzonte, distendendo fin dove è possibile i pensieri e quando questi hanno preso una posizione, allora anche i sensi fino all’ultimo nervo toccano i margini della scena. Da quello sfiorare ciò che appare come la cornice, si manifesta un’emozione che poco ha a che fare con la vista e molto, in maniera incerta, con la facoltà di vedere. Allora, prima ancora di averlo scritto o di averne anche solo immaginate le parole d’avvio si è pronti a muovere un canto. Saranno fiori e il loro sfiorire ripeterà l’eco della piccola, insistente musica. Colte, una ad una, tutte le associazioni e scelti i nomi alle cose, un ritmo ci farà alzare, senza ragioni, sollevando lo sguardo dal muro, dalla finestra, dall’isola. E, in quel momento, uscendo in strada, vedremo passare, gonfio si musica e bandiere «il reggimento del piacere ». Letto 1669 volte. | ![]() | ||||||||||
Commento by Gian Gabriele Benedetti — 10 Dicembre 2009 @ 18:14
Un’alchimia leggiadra e ben modulata di sensazioni visive e d’animo segna il fiorire e la ricchezza di emozioni vive e autentiche. Il pensiero si allinea alla colorità del luogo ed alla limpida funzionalità del paesaggio intimo. Il lirismo del fraseggio si pone a sigillo di immagini, ricche ed agili, e del felice progetto introspettivo.
Gian Gabriele Benedetti