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La nemesi della Storia

3 Febbraio 2010

Vi ricordate i tanti risolini che certa parte dell’opposizione mette fuori ogni volta che si parla di complotti? Si sorride e si  lascia intendere: Parlano di complotto perché vogliono negare le proprie colpe. In questi giorni si presentano due casi che dimostrano quanto la Storia sappia prendersi le sue rivincite. Il tempo è una medicina, si sa. Tutti i grovigli della cronaca non hanno mai la capacità di durare nel tempo. Resistono solo i più forti, ossia quelli che sono legati alla verità. Gli altri imputridiscono.
La Storia oggi si prende due rivincite: la prima contro l’opposizione del governo Berlusconi, rappresentata dal suo autentico e ormai riconosciuto leader, il quotidiano La Repubblica. La seconda contro Antonio Di Pietro, che ormai potremmo definire L’uomo dei misteri.
Andiamo con ordine.
Oggi la Repubblica affida ad una delle sue firme più note, quella di Giuseppe D’Avanzo, un articolo che porta questo significativo titolo: “Il Cavaliere, il Vaticano e la congiura contro Boffo”.
Avete letto bene: in mezzo al titolo c’è la parola “congiura”. D’Avanzo non è voluto restare indietro rispetto a “Panorama”, che ci sta rivelando un complotto dietro la storia enigmatica di Patrizia D’Addario. Per non copiare del tutto, e distinguersi orgogliosamente dal settimanale diretto da Giorgio Mulè, adopera un altro termine, “congiura”, ma della stessa cosa si tratta.

Il caso Boffo, dunque, entra a far parte della  blasonata casistica dei complotti che attraversano l’Italia in lungo e in largo, e non da ora. Al tempo dei Comuni, eravamo degli assi, e forse abbiamo insegnato a tutto il mondo. Chi non ricorda Caterina dei Medici, regina di Francia?
La storia un po’ squallida che vide protagonista l’ex direttore di “Avvenire” è tornata di nuovo alla ribalta in questi giorni dopo che Vittorio Feltri (che qualche tempo fa aveva riconosciuto di aver preso un abbaglio) ha invitato a cena o a pranzo, non ricordo bene, la sua vittima Dino Boffo.

D’Avanzo costruisce una vera trama alla Dumas, dove Vittorio Feltri fa in pratica la parte di Mazzarino.
Feltri ogni tanto ci fa dei brutti  scherzi, bisogna riconoscerlo. Qualche tempo fa ne fece uno assai bizzarro a tutti noi quando ci raccontò che aveva un testimone, che voleva mantenere l’anonimato, il quale affermava di aver sentito dire, in un ristorante di Milano, se non ricordo male, parole di fuoco contro Berlusconi dal giudice Mesiano, il quale era colui che doveva decidere nella causa conosciuta come Lodo Mondadori, che sappiano come è finita: con la condanna della Fininvest al pagamento di una esorbitante cifra a favore della Cir di Carlo De Benedetti.

Poi Feltri lasciò cadere la notizia. Ne scrissi qui. Non riesco ancora oggi a capire il perché.
Né riesco a capire come sul caso Boffo D’Avanzo perda tempo a ricostruire intorno alle dimissioni di Boffo le trame di una congiura, quando una cosa è certa e inoppugnabile: esiste un certificato penale in cui si legge della condanna a Dino Boffo per molestie sessuali contro una donna. A quel tempo “Il Giornale” riferiva anche stralci degli atti processuali, secondo i quali la versione di Boffo, che sosteneva che quelle telefonate molestatrici erano state fatte da un suo assistito tossicodipendente,  non era stata considerata attendibile dagli inquirenti. Non solo, ma vi erano testimonianze a suo carico (qui).
Quindi, la questione Boffo, secondo me, non  va affatto chiusa con una assoluzione. Se è vero, infatti, che il brogliaccio è risultato un falso, non altrettanto lo è il certificato del casellario giudiziale (ancora qui).

Non esito a dire che, almeno secondo la mia morale, il comportamento di Dino Boffo è assai più grave, ad esempio, di quello del sindaco di Bologna  Delbono (se ci si limita alla sua relazione extraconiugale) e di Marrazzo,  nonché di altri – compreso Berlusconi -, le cui colpe  sono quelle di  essere andati  a letto con un’amante.

Per coprire invece la colpa di Boffo, configuratasi come reato,  oggi, approfittando di una parziale marcia indietro di Feltri, si cerca di assolvere e santificare Boffo, facendolo passare come vittima di un complotto. La colpa di Boffo c’è stata ed è documentata da un certificato penale, che nessuno ha dichiarato essere falso. Il caso Boffo è tutto qui, il resto è arzigogolio e gratuito arrovellamento.

La seconda nemesi della Storia riguarda il grande inquisitore di Mani Pulite, Antonio Di Pietro.
Vi ricordate il teorema tanto sbandierato che è costato il carcere a diversi imputati?: Non poteva non sapere.
Oggi è arrivato il momento che tocca a Antonio Di Pietro farci i conti. E lui naturalmente, come Oscar Luigi Scalfaro ai suoi tempi, non ci sta.
Oggi il Corriere della Sera pubblica un’intervista all’ex magistrato (qui), il quale si difende dicendo che non conosceva le persone sedute al tavolo di quella cena. Non conosceva nemmeno Bruno Contrada, che per lui era un semplice poliziotto.

Ci si domanda come il grande inquisitore, famoso in tutta Italia, addentro alle indagini più intricate che coinvolgevano uomini potenti, potesse non  sapere che Bruno Contrada era un noto funzionario del Sisde, sul quale peraltro si stava indagando.

Se poi si pensi che al suo tavolo erano seduti personaggi tutti importanti, resta davvero poco credibile che egli si  sia recato ad una cena, ancorché organizzata in una caserma dei carabinieri, senza avere la più pallida idea di chi fossero gli altri commensali.

Vi pare possibile che quando qualcuno gli ha telefonato o scritto per comunicargli l’invito, egli non si sia domandato, da grande inquisitore qual era: E chi sono gli altri invitati?

I misteri intorno a Di Pietro restano tutti, e non sono allegri. Molto ma molto probabilmente passano attraverso la sua persona le risposte a tanti enigmi che hanno portato allo sterminio dei grandi partiti che, pur con le loro colpe,  fondarono la democrazia nel nostro Paese.

Ma la Storia non si fa mai prendere dalla fretta. Lascia a noi di fare qualche tentativo, poi quando si sbaglia, ci mette sulla giusta strada e si prende anche qualche vendetta.

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Letto 1955 volte.


2 Comments

  1. Commento by Ambra Biagioni — 3 Febbraio 2010 @ 18:06

    Articoli correlati da Libero di oggi 3 febbraio

    Su Boffo

    Su Di Pietro

  2. Pingback by Pranzo di chiarimento tra Boffo e Feltri | speciale in Liquida — 4 Febbraio 2010 @ 08:57

    […] La nemesi della Storia […]

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Bart