La riforma delle riforme15 Giugno 2010 Ne parlava perfino Enrico Berlinguer ponendo alla politica la questione morale. Mai risolta, ovviamente. Né da una parte né dall’altra. Eppure, anche la moralizzazione della politica è una riforma, e va messa nel novero delle altre da realizzare. È forse la più importante, quella che fa da fondamenta allo Stato. Ed è pure la più delicata giacché va ad interessare avversari ma anche amici, e spesso ha a che fare con il portafoglio. Oggi che abbiamo visto la Cgil abbandonare la classe operaia per proteggere gli stipendi dei dipendenti pubblici, dei magistrati e degli alti burocrati dello Stato proprio nel momento in cui tutti sono chiamati a fare sacrifici, non è rimasta una sola voce a reclamare che si introduca con forza la questione morale, non per farne cicaleggio da salotto, bensì per risolverla una volta per tutte. Qualcosa si può fare da subito. Vediamo. Se gli operai non hanno i loro salari aumentati da anni, e addirittura vanno in cassa integrazione e poi perdono perfino il lavoro, è giusto che i dipendenti pubblici protestino perché per tre anni vengono bloccati i loro stipendi? Essi non rischiano, come gli operai, il posto di lavoro. È un sacrificio minimo. È giusto che gli stipendi da paperopoli dei magistrati non si debbano toccare, quando basta voltare gli occhi intorno e tutti possiamo vedere che la crisi economica sta toccando duramente le classi più deboli, e tra i magistrati e queste ultime c’è ormai una distanza siderale? Che cosa significa per i magistrati la parola giustizia? E i burocrati? Idem. Costoro, per giunta, sono i frenatori di ogni riforma e ad essi lo stipendio dovrebbe essere tolto del tutto, e con un benservito dovrebbero essere rispediti a casa. Ed eccoci ai parlamentari. In questi giorni il giornale Libero  sta pubblicando le assurde indennità che vengo lautamente pagate ai parlamentari senza che si verifichi la condizione per la quale l’indennità è prevista. Tutti la richiedono e a tutti è concessa. Il bello, anzi il brutto, sta nel fatto che non tutti ne avrebbero diritto. Con questa indennità e con altre consimili i parlamentari diventano ricchi e si costruiscono ville signorili, e qualche volta non una sola. Si sentono davvero di rappresentare il popolo? E le provincie sono o non sono un peso per lo Stato? È vero o non è vero che consumano soldi pubblici in stipendi e spese inutili? Se non sono un peso, si lascino. Se però, conti alla mano, sono un peso, la morale impone che siano tolte. Spendere a vuoto denaro pubblico che esce dalle tasche magre dei cittadini non è consentito. Dunque, Berlusconi dia un po’ di ordine morale anche a questi fenomeni sgradevoli, dai quali appare evidente che non c’è nessuna intenzione di servire lo Stato, ma di sfruttarlo. Lo Stato non si sfrutta, si serve, allo stesso modo che lo Stato serve il cittadino. Lo sfruttamento tanto da una parte che dall’altra non è lecito ed è immorale. Berlusconi metta in conto anche questa riforma. Non guardi in faccia a nessuno. Gli amici che si sono legati a lui in questa grande avventura riformatrice devono sapere che la moralizzazione dello Stato può anche toccare le loro tasche. Non si moralizzano gli altri, se si fa eccezione per se stessi. Articoli correlati“Intercettazioni, Fini frena il Pdl. Berlusconi: “Basta ricatti”. Qui. “Il pm legge le telefonate hard di Del Turco. L’ex governatore lascia l’aula: è dileggio” di Giuseppe Caporale. Qui. “Soldi del Pd, il gup ai pm: non avete indagato” di Luca Fazzo. Qui. “Bocchino, bonus da 100mila euro” di Paolo Bracalini. Qui. “Il sindaco di Draquila adesso chiede aiuto” di Alessandro Sallusti. Qui. “Non solo case, d’oro la casta ha anche gli uffici”. Qui. “Cricca Balducci? “Nacque a sinistra”” di Gian Marco Chiocci e Massimo Malpica. Qui. “Bende e bavagli” di Davide Giacalone. Qui. “Intercettandosi” di Davide Giacalone. Qui. “Il dossier insabbiato fa tremare il Pd” di Gian Marco Chiocci. Qui. “Debora Serracchiani ha la promessa facile Ma la memoria corta” di Paolo Granzotto. Qui. “Quando Di Pietro scriveva libri criticando le intercettazioni” di Marco De Palma. Qui. Letto 1727 volte. | ![]() | ||||||||||
Commento by Mario Di Monaco — 15 Giugno 2010 @ 15:22
Moralizzazione della politica e riforme istituzionali sono l’essenza del mandato assegnato al governo dagli elettori.
Chi ha sottoscritto un programma così ambizioso e fondamentale per le sorti del paese dovrebbe sentirsi moralmente impegnato a compiere ogni sforzo per la sua realizzazione.
Essi hanno ricevuto per questo una larga maggioranza di voti che tuttavia non possono utilizzare appieno perché, per motivi incomprensibili, Fini ha deciso di mettersi di traverso. Il ruolo che si è ritagliato di zeppa in grado di bloccare l’ingranaggio comincia però a fare cilecca. La grande canea organizzata contro legge che disciplina la pubblicazione delle intercettazioni telefoniche, alimentata grazie anche alle sue contrastanti prese di posizione,  è diventata un pigolio di pulcini.
Dopo il severo ammonimento di ieri di Berlusconi di procedere, secondo le intese e senza ulteriori indugi, a far approvare alla camera  lo stesso testo licenziato dal Senato, si prospetta per lui un destino segnato: smettere di ostacolare il cammino delle riforme e rientrare nei ranghi o lasciare il partito.
I pochi parlamentari del Pdl che gli sono vicini mostrano perplessità sull’opportunità dei suoi continui tentennamenti e potrebbero abbandonarlo al suo destino: offrire i suoi dubbi a qualche altro partito.
Negli altri paesi europei, i politici come lui, che hanno esaurito la loro funzione, abbandonano la scena. Ma in Italia, si sa, per molti l’incarico dura tutta la vita.