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Le croste della democrazia malata

7 Febbraio 2010

Quando la democrazia si ammala, è come la varicella. Lascia, nascoste o evidenti,  delle cicatrici.
La pelle può ritornare liscia e fresca, ma qualche  scavo qua e là rivela  l’avvenuto contagio. Molti oggi si ritengono, tanto a destra quanto a sinistra,  ancora democratici autentici, rispettosi degli altri; come pure molti ancora si ritengono portatori di certi valori e impegnati a difenderli. Ma non si accorgono che hanno attraversato una malattia e ancora ne portano le cicatrici. Se uno li guarda o li interroga, non possono e non riescono più a vantare l’antica integrità.

Quando talvolta uso il termine, guareschiano, di trinariciuto, non voglio mai riferirmi – come si potrebbe pensare – a chi è di fede comunista. Ce ne sono di intelligenti. Invece alludo a coloro che non sanno usare il cervello e lo affittano a poco prezzo, e anche gratis,  ai burattinai della persuasione. Saranno loro a depositarvi le idee.

Che fare? Si deve lasciar perdere, e ognuno cuocia nel suo brodo? Oppure si deve tentare di togliere a queste persone il paraocchi e riabilitarli all’uso della ragione?

Domando ciò includendo    anche me stesso tra gli sprovveduti, giacché qualche giorno fa, in un articolo, appoggiai coloro i quali chiedevano che in questo momento occorresse al Paese la riduzione anche minima delle tasse, per agevolare l’uscita dalla crisi.

Anch’io ero stato abbacinato dallo specchietto per le allodole. Anch’io avevo creduto che gli asini volano. La crisi che in Europa sta travolgendo la Spagna, il Portogallo, la Grecia, ha reso evidente anche ai ciechi che il modello Tremonti non va toccato, è quello giusto. Ce lo ha riconosciuto il Fondo Monetario, ce lo ha riconosciuto l’Ocse, ce lo invidiano i Paesi europei.

Tra le grandi nazioni d’Europa, si guardava alla Spagna come esempio da imitare. La Spagna invece rischia di rivelarsi la prima pecora del gregge che si getta nel precipizio, trascinandoci tutte le altre. Conoscete il grandioso romanzo di Thomas Hardy, “Via dalla pazza folla”? Una scena di questo tipo è descritta nelle prime pagine, ed è un monito a vigilare sempre, giacché il pericolo di un impazzimento generale è costante, e ci riguarda tutti.

Dunque, finiamola con questa querelle sulla riduzione delle tasse. Lasciamo fare al manovratore, che è stato riconosciuto capace da organismi internazionali tra i più autorevoli. La febbre è ancora alta, e a scoprirsi si rischia di prendere non l’influenza ma la broncopolmonite.

Non so se dai miei scritti si è capito che sono cattolico. La Chiesa, pur in mezzo a tanti disastri, resta il mio punto di riferimento.  I valori della cristianità sono ancora la mia guida. Se volgo lo sguardo alla laicità e questa la devo trovare rappresentata nei partiti, la mia delusione è grande. Difficile raccapezzarsi.

Mi domando come non riescano i cattolici ad accorgersi della crosta che si è formata loro addosso dopo la malattia degli anni ’70, quando era di moda  vergognarsi dei valori della cristianità per lasciarsi cullare da una sonnolenza e  da uno stordimento   di cui ancora si pagano le conseguenze. Non ne hanno tratto, molti,  alcuno insegnamento. Anzi,  numerosi di costoro, decidono di fare politica insieme con formazioni che poco o niente hanno a che fare con i loro valori. Si dirà:  Discorso superato, stantio, retrogrado. Addirittura integralista e non al passo coi tempi.

Quali tempi? domando io.   I tempi degli scandali di ogni tipo e ad ogni angolo di strada? Manca una cerniera a questo Paese, un punto di sutura, un percorso costruito su di un terreno solido. Viviamo invece in una palude.

Mi domando come possano dirsi cattolici, ad esempio, la Bindi e Franceschini che lavorano per costruire uno Stato in cui la vita, la famiglia, l’educazione, la moralità, il rispetto verso gli altri,    stanno per essere capovolti in senso non cristiano. Forse essi si sono illusi, entrando nel Pd, di essere dei missionari, come credevano di esserlo, tanti anni fa, i loro predecessori La Valle e Gozzini, scomparsi poi nel nulla.   Non riuscirò mai a capire quali valori possano avere in comune, nel Pd, i cattolici con gli altri. Questa è confusione bella e buona.

Io sono perché ciascuno porti avanti i proprio ideali. Se, ad esempio, qualcuno  ha intenzione di  costruire uno Stato che cancelli i valori della nostra tradizione cristiana, ha tutto il diritto di farlo e in una democrazia saranno i cittadini a decidere se questo percorso è accettato.

Ma chi voglia al contrario costruire uno Stato che si poggi sulla nostra tradizione cristiana, non può trasformarsi in missionario, entrando in una organizzazione politica le cui ambizioni sono profondamente diverse e talune inconciliabili.  Per il bene di quel partito non gli dovrebbe essere consentito.

La mescolanza di ideali non potrà che portare soltanto e unicamente al niente:  non si riuscirà mai a costruire  uno Stato che poggi su convinzioni solide.  Replicheremo sempre  il classico gigante dai piedi di argilla.  

La situazione dell’Italia di oggi è già avviata in questa direzione.

Mi domando quale politica potranno condurre le regioni, le provincie e i comuni dove si trovino  a governare insieme partiti legati alla tradizione cristiana e  partiti che, in alcuni casi, arrivano perfino ad avversarla.

E’ in questa direzione che vuol camminare anche l’Udc, che si dice partito cattolico e in realtà non fa altro che seguire l’esempio dei cattolici missionari, quali la Bindi, Franceschini e altri, destinati a fallire e a creare disorientamento tra i cattolici?

Questa è una democrazia che non si libererà più delle sue croste. I cittadini,  tanto quelli di destra che vagheggiano un tipo di Stato, tanto quelli di sinistra che ne vagheggiano uno molto diverso, si porteranno scolpite indosso molte cicatrici.

Nessuno potrà essere contento di sé. L’inquietudine e la  provvisorietà  saranno destinate a dilagare dappertutto, a confonderci, e soprattutto a confondere le idee nelle quali ci sentivamo sicuri e forti.

Un esempio è quello che mi è accaduto in questi giorni leggendo i commenti al mio articolo, pubblicato anche sul Legno Storto, intitolato “I tiratori scelti di Di Pietro”. Nel mio blog un commentatore mi ha contestato, con apprezzamenti poco gradevoli nei miei confronti, il numero delle udienze che la magistratura  ha riservato a Berlusconi da gennaio a marzo del 2010. Traevo i miei dati dalla dichiarazione di voto  rilasciata il 2 febbraio  alla Camera dei deputati dal capogruppo del Pdl, Fabrizio  Cicchitto. Il commentatore così ha scritto: “Ma lei davvero prende per “oro colato” quello che può dire un ex piduista come Cicchitto? Risponderà: è un deputato! ok, ma non sarebbe la prima volta che un politico, in generale, estremizzi certi dati a suo piacimento.”

Avete capito bene. Siccome Cicchitto è stato un piduista, tutto ciò che scrive – sostiene con sicumera il commentatore – non è degno della verità. Ossia, egli altera i dati, comunica il falso.

Anche questa è una crosta della democrazia malata.

Articoli correlatiIl ministro Brunetta: “Con Bersani finiremo come Spagna e Grecia”. Qui.

“Lettera aperta a Luigi De Magistris” di Gianluca Perricone. Qui.


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6 Comments

  1. Commento by Ambra Biagioni — 7 Febbraio 2010 @ 13:05

    Caro Bart, ciò che attribuisci alla Bindi, all’UDC e ai cattolici in genere ha veramente le sue radici negli anni ’60/’70 e te lo potrei testimoniare, ma è inutile mettersi a sbandierare gli scheletri; importante è invece prendere atto che la Repubblica nacque malata, da padri malati (uno per tutti O.L.Scalfaro), malata di un antifascismo d’accatto e vuoto di significato perché sostituito da alta idea dittatoriale, il comunismo, da cui non abbiamo saputo liberarci, anzi ci è servita come unica arma di contrapposizione.

    Inutile lavarsi se prima non si pulisce l’ambiente in cui viviamo.

    Prendiamo atto di questa anomalia, correggiamola con coraggio, senza false idee liberali che ci obnubilano la mente e non ci fanno vedere con chiarezza la fonte dell’infezione.

    Da piccola imparai che il medico pietoso fa la piaga puzzolente.

  2. Commento by Ambra Biagioni — 7 Febbraio 2010 @ 13:12

    Qui il Legno storto da tenere monitorato.

  3. Commento by Ambra Biagioni — 7 Febbraio 2010 @ 16:04

    A proposito delle alleanze dell’UDC, qui potete vedere come si troverà alleata con quel mago, che tanto ebbe a che fare con Prodi e Bertinotti all’epoca del rapimento Moro.

  4. Commento by Ambra Biagioni — 10 Febbraio 2010 @ 10:42

    Alleanza UDC-Bresso da Libero 10 feb.09

  5. Commento by Bartolomeo Di Monaco — 10 Febbraio 2010 @ 19:55

    Sono senza linea adsl (ne avrò per qualche giorno) e scrivo dal pc di mio fratello.

    L’Udc prima o poi imploderà.

  6. Pingback by Le croste della democrazia malata- Rivistaeuropea — 9 Marzo 2010 @ 19:19

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