LETTERATURA: Cristina Zagaria: “Veleno” (Sperling & Kupfer)27 Maggio 2013 di Marisa Cecchetti Daniela Spera, protagonista di “Veleno” (Sperling & Kupfer) di Cristina Zagaria, ha avuto il coraggio di mettere in moto la macchina giudiziaria contro i titolari dell’Ilva di Taranto, responsabili dell’inquinamento ambientale, ha svegliato la città, non stancandosi mai di indagare e procurarsi prove. Pur ancora lontane le misure concrete di risanamento, è venuto alla luce il dramma di una città a cui l’industria ha dato da mangiare – non solo l’Ilva – chiedendo in cambio la vita. Il numero dei morti per tumori, leucemie, malattie a carico della pelle, dei polmoni, del sistema nervoso, è cresciuto paurosamente negli anni. Ci sono quartieri come il Tamburi, a due passi dall’Ilva, dove ogni famiglia piange i suoi morti: gli agenti inquinanti che escono dai 256 camini di quella città d’acciaio non solo ammorbano l’aria, ma penetrano nella terra, nel cibo, nell’acqua. Si respira e si mangia veleno. Come in una guerra tra poveri, Taranto si è divisa nella lotta: da una parte il Comitato Cittadini e lavoratori liberi e pensanti, schierati per la chiusura, dall’altra gli operai che hanno manifestato contro la chiusura. Perché Ilva è lavoro e busta paga. Il Governo e gli esperti di economia dicono che la chiusura dell’Ilva, azienda che copre il 30% del fabbisogno nazionale di acciaio, peserebbe fino a 4 punti percentuali sul Pil nazionale. Surreale situazione, in una città dove ai bambini è proibito di giocare all’aperto nel quartiere Tamburi, su ordinanza del Sindaco, perché ogni cosa che toccano è avvelenata. Chi ne ha tratto vantaggio economico è sì ai domiciliari, ma ciò non riporta in vita i morti. L’Ilva che è stata la salvezza, rimane il grande nemico, la grande delusione. Letto 6454 volte. Nessun commentoNo comments yet. RSS feed for comments on this post. Sorry, the comment form is closed at this time. | ![]() | ||||||||||