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LETTERATURA: Di colore verde

25 Dicembre 2010

di Lorenzo Spurio

Quando smisi di credere in Babbo Natale, cominciai a credere negli alieni. La differenza era sostanziale poiché il primo era rivestito di colore rosso mentre gli altri erano verdi. Tuttavia, quando ero più piccolo, mi era capitato di vedere un film in cui Babbo Natale indossava un abito completamente verde. Questo mi aveva scosso e mi aveva condotto a pensare che si trattasse di un Babbo Natale non ufficiale, ossia una sua pessima imitazione. All’età di otto anni capii che Babbo Natale non esisteva. Né rosso né verde. In realtà fu mio fratello più grande a dirmelo. Quando me lo disse non rimasi male ma riuscii a mettere fine alla mia imperante domanda su come un solo Babbo Natale riuscisse a passare per tutte le case del mondo dove ci fossero dei bambini per lasciare dei regali. Una volta avevo fatto alla mamma questa domanda e non mi aveva risposto.   Forse si era impressionata perché da solo stavo capendo che Babbo Natale non esisteva e probabilmente non voleva svelarmelo perché voleva che rimanessi piccolo. Una volta svelatami la verità capii anche perché Babbo Natale non portava quasi mai i regali che io chiedevo, semplicemente perché erano costosi o ingombranti e cosi i miei, evidentemente, optavano per altri regali.

La questione del colore di Babbo Natale tuttavia non mi abbandonò mai e, in prossimità delle feste natalizie, dicevo alla mamma che non doveva apparecchiare per il pranzo su di una tovaglia rossa ma su di una verde perché quello era il colore di Babbo Natale. Quando i miei genitori ci permisero di navigare in Internet per un’ora alla sera aprivo un motore di ricerca a caso e digitavo le cose più strampalate alle quali da bambino avevo creduto e che in quel momento, pur non essendo più un bambino, non riuscivo a spiegare. Tra le tante, digitai Babbo Natale. Non lessi la storia della tradizione nata attorno a Babbo Natale ma mi limitai a guardare alcune sue foto. In quel momento vidi che nella maggior parte delle foto Babbo Natale indossava un abito di colore rosso ma in alcune di esse l’abito era di colore verde abete e questo subito evocò nella mia mente l’immagine di quel Babbo Natale verde visto su un film anni prima. Documentandomi in rete su questa sconcertante novità compresi che il Babbo Natale rosso in fondo era quello non ufficiale e che quello verde era quello vero ed originale. Lessi infatti che secondo la tradizione Babbo Natale in origine era rivestito di abiti completamente verdi e che in seguito, per motivi pubblicitari in periodo natalizio legati al marchio americano della Coca Cola, la sua immagine era stata cambiata e dal quel momento per tutti Babbo Natale vestiva abiti rossi.   Una volta chiarito il dilemma andai in cucina perché avevo voglia di raccontarlo alla mia famiglia. Quando fui li lo raccontai. Mio madre fece una sorriso stentato mentre mio padre nemmeno mi guardò mentre parlavo. Capii che al mondo non faceva differenza se Babbo Natale si vestiva di rosso piuttosto che con abiti verdi. Soprattutto a metà Luglio, quando avvenne la mia scoperta.

Una volta svestito Babbo Natale dei suoi abiti rossi mi venne da sorridere perché capii quanto la società umana nel tempo e nello spazio avesse creato una tradizione tanto semplice e banale e al tempo stesso innocua, facile da credere e appetibile per i bambini. Infondo ogni tradizione ha le sue ragioni d’esistere e rappresenta una parte insopprimibile di una determinata cultura. Nel caso di Babbo Natale la tradizione magico-fiabesca di trasmissione orale era stata però abusata e utilizzata per fini economici incappando nel marchio multinazionale della Coca Cola. Uno strano connubio quello della tradizione folklorica e quello del commercio. Se la Coca Cola non fosse stata scoperta forse Babbo Natale conserverebbe oggigiorno i suoi abiti più vecchi, quelli di colore verde.

Appena pochi giorni dopo la scoperta dei veri abiti di Babbo Natale, in Internet vidi delle foto strane forse create al computer che ritraevano ciò che veniva definito come ‘alieno’. Quel giorno rimasi terrorizzato dalla possibilità che la Terra non fosse l’unico pianeta abitato e che alcuni piccoli esseri a due zampe ci stessero guardando o per lo meno controllando da altri pianeti. Gli alieni erano verdi. Di un verde più scuro rispetto agli abiti di Babbo Natale. In una delle pagine internet in cui erano presenti delle foto degli alieni c’era una serie di collegamenti ad altri siti che contenevano foto o racconti di esseri supernaturali o comunque non umani. Non aprii quelli dedicati agli ectoplasmi perché non ci avevo mai creduto, neppure da bambino e andai subito a cliccare su un link chiamato ‘Paranormal – Alieni ed Ufo’. Una volta entrato nel sito smisi di interessarmi delle foto degli alieni che cominciavano a sembrarmi delle mere invenzioni e delle elaborazioni grafiche peraltro poco curate e presi a guardare delle immagini e dei video che riguardavano gli Ufo. Per la prima volta riuscii a comprendere il significato dell’acronimo. Ufo significava ‘Unidentified Flying Object’. Si trattava cioè di un oggetto volante non identificato. Capii subito che alieni e ufo erano invenzioni umane o dei fenomeni particolari che succedevano in natura senza l’intervento di Dio né della magia e che erano difficilmente spiegabili con la scienza. Fu solo allora che capii che Babbo Natale era un ufo poiché non aveva un aspetto identificabile, dato che nessuno sapeva con certezza di quale colore avesse gli abiti, e volava nel cielo per mezzo delle sue renne.

lorenzo.spurio@alice.it
lorenzo.spurio@hotmail.it
www.lorenzospurio.blogspot.com


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