LETTERATURA: Di guardia al deposito carburanti di Gozzano
20 Ottobre 2023
di Bartolomeo Di Monaco
Il Natale 1965 e il Capodanno 1965 – 1966 li trascorsi di guardia al deposito carburante di Gozzano, vicino a Borgomanero.
“Nell’inverno del ’65, la notte di Capodanno, me ne stavo disteso sul letto della mia cameretta del deposito militare di Gozzano, dove mi trovavo dal 27 dicembre per il mio turno di sorveglianza.
Telefonai ad uno dei posti di guardia, situato sulla sommitĂ della collina: tutto bene, mi rispose la sentinella.
Al posto di guardia principale, davanti all’ingresso, trovai i soldati seduti intorno al fuoco; il caporale mi ricordò che era l’ultima notte dell’anno; mi pregò di restare un po’ con loro.
Era una stanzetta piccola, ci si stava bene, tutti raccolti vicino al fuoco. Fuori era straordinariamente freddo e la neve, caduta nei giorni precedenti, rifletteva magicamente la luce della casermetta. Mandai due soldati a Borgomanero a comprare qualcosa per festeggiare; promisi che sarei tornato per la mezzanotte.
Volli salire a visitare gli altri soldati che si trovavano in cima alla collina.
Era buio; lo stretto camminamento, che portava sin lassù, era pericoloso a causa della neve gelata. Spesso incontravo degli scalini che bisognava salire con prudenza. Vi era un gran silenzio. Ogni tanto, una luce posta sul sentiero formava come un’isoletta, un cerchio suggestivo dentro quel buio immenso, assoluto.
Le mani in tasca, chiuso nel giaccone di pelle nera, svagavo in una sensazione fiabesca, che diveniva frenetica ogni volta che scorgevo lontano una nuova luce, piccolissima, alla quale andavo come a un appuntamento.
Gli alberi, allora, uscivano dalla notte e si vestivano di forme sempre meno oscure, piĂą dolci, ed imponevano su di me la misura, la forza della natura.
Giunsi in cima alla collina.
All’interno della casermetta, alcuni soldati erano sdraiati sulle brande, forse qualcuno già dormiva; due stavano intorno al fuoco.
Il caporale fu contento di vedermi. Chiamò i compagni; parlammo per più di un’ora, soprattutto evocammo ricordi dolcissimi.
Promisi che l’indomani avrei mandato su da festeggiare; insieme poi avremmo visitato il paesucolo che sorge proprio aldilà del camminamento, e ci saremmo seduti alla piccola osteria, vecchia, antica, per riacciuffare un po’ della vita che sembrava averci abbandonato.”.
Qui “Il mio servizio militare”.
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