LETTERATURA: Dioniso, dal Dio fungo ai socratici Ombripedi19 Dicembre 2010 di Maria Antonietta Pinna Dioniso è il dio tradizionalmente associato all’ebbrezza alcolica, alla vite, ai riti orgiastici. Samorini in “Funghi allucinogeni. Studi Etnomicologici”, si chiede come potesse l’alcool che è un deprimente del sistema nervoso centrale, provocare “l’estasi dionisiaca”, caratterizzata da follia, eccessiva esasperazione, allucinazioni, grande vigore fisico e soprattutto comunione mistica con la divinitĂ . Appare evidente che Dioniso originariamente non era affatto un dio del vino. Il nume è nato dalle tradizioni religiose degli Indoeuropei. Queste rimandano ai concetti di Soma e Haoma legati all’uso dell’Ammanita Muscaria in contesti magico-religiosi. Una volta ottenuto il vino Icario invitò i vicini a berne. PiĂą di un commensale in seguito all’ingestione della bevanda, stramazzò per terra, anche i piĂą robusti si sentirono storditi e cominciarono a gridare di essere stati avvelenati. In preda ad un raptus si gettarono sull’ospite e lo fecero a pezzi. I Greci mischiavano altre sostanze al vino, utilizzato come liquido madre per far macerare erbe e sostanze psicoattive come ad esempio l’Amanita muscaria. Il collegamento del fungo coi Monosceli o Ombripedi appare a questo punto evidente. Uomini con un solo enorme piede che utilizzano a guisa di ombrello. Nel bosco c’è un ometto grazioso e bel E i bambini: Il fungo della felicitĂ ! L’amanita muscaria![1] Verso la fine degli Uccelli di Aristofane, si descrive Socrate in una palude che si dedica a pratiche di necromanzia assieme a delle creature chiamate “Piedi-Ombra” o “Ombripedi”, dal solo piede palmato e membranoso su un’unica gamba che usavano come parasole mentre stavano sdraiati: Presso gli ombripedi è un lago Nel corso dei secoli il fungo dionisiaco perdette certi suoi propri caratteri distintivi trasformandosi anche nell’iconografia in grappolo d’uva. Il dio fungo divenne così nume del vino. Alle Antesterie ci sono riferimenti di una droga aggiunta al vino responsabile di aprire le tombe e permettere agli spiriti dei defunti il ritorno ad Atene. Dioniso fu legato al vino proprio per associazione tra la fermentazione dell’alcolico nettare e quello dei funghi, allora considerati una specie di fermentazione della terra. L’arte di rievocare i morti fu severamente condannata dal cattolicesimo. [1] E. Bertol, Le piante magiche, viaggio nel fantastico mondo delle droghe vegetali, Casa Editrice Le Lettere, Firenze, 1996, p. 77. [2] E. Marozzi, F. Mari, E. Bertol, Le piante magiche, viaggio nel fantastico mondo delle droghe vegetali, Casa Editrice Le Lettere, Firenze, 1996, p. 65. Letto 3020 volte.  Nessun commentoNo comments yet. RSS feed for comments on this post. Sorry, the comment form is closed at this time. | ![]() | ||||||||||