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LETTERATURA: Equivoco sentimentale

5 Settembre 2010

 di Mario Camaiani

        Franco e Angelo, due fratelli gemelli somigliantesi come due gocce d’acqua,     erano ormai due bei giovanotti. Anche nel carattere e nelle abitudini erano assai   simili; ma una differenza cominciava a delinearsi: nelle faccende amorose.

Franco si mostrava più leggero, più superficiale, mentre Angelo tendeva ad essere più ponderato, più serio.

        Quel giorno Angelo, uscito dall’ufficio, si recò ai “Grandi Magazzini” per comprare un paio di cravatte alla moda.   Cominciò a girare da un banco all’altro, osservando la merce di tutte le varietà bellamente esposta, finchè giunse al banco dove c’erano cravatte.   Si soffermò a lungo prima di scegliere; poi, rivolgendosi alla commessa, disse: – Signorina, desidero questa cravatta a pallini rossi e quest’ altra…..- Ma rimase imbambolato. Una figurina incantevole stava innanzi a lui. Occhioni celesti che le illuminavano tutto il viso e un sorriso smagliante: mai vista una ragazza così graziosa!

        La commessa notò l’ammirazione e l’imbarazzo del giovane e un po’ per divertirsi, un po’ per curiosità, si mise ad osservarlo, attendendo quale altra cravatta desiderasse. Però…..però le piacque subito: alto, atletico, un bel viso……e poi doveva essere un bravo ragazzo, se arrossiva per così poco! Infine la ragazza ruppe il silenzio: – Ecco quella a pallini rossi e poi? – Quella marrone, soggiunse il giovane riprendendo fiato. Poi passò alla cassa e uscì. Ma che tumulto in cuore! Forse era l’amore? Il classico colpo di fulmine: non c’era da dubitare e Angelo, pur timido per natura, si scosse e decise: “L’aspetterò stasera quando esce dal lavoro e…poi si vedrà!”

        Allegre e chiassose, le commesse uscirono dai “Grandi Magazzini”. Ada, così si chiamava la ragazza che aveva colpito il cuore di Angelo, si staccò dal gruppo insieme all’amica Carla, con la quale doveva fare un po’ di strada insieme; ma subito si accorse di Angelo che si mise a seguire le due ragazze. Ada parlò a Carla del giovane e l’amica commentò:

–                 Sì; è un discreto giovanotto e penso, da come t ‘interessi a lui, che tu abbia preso una “cotta”! Del resto è normale: hai diciotto anni!

–                 No, no! –Reagì Ada, niente cotte! Ma per chi mi prendi? Non so cosa siano! Certo che però mi piace: starò in attesa con molta cautela.

    Giunte in Piazza Italia le due amiche si separarono e allora Angelo si fece coraggio e abbordò Ada: – Buona sera, signorina, mi riconosce?

    La ragazza non disse niente, ma sorridendo lo invitava a continuare e il giovane riprese – Oggi mi ha venduto due belle cravatte……ma non sono qui per questo. Ecco, lei è così diversa dalle altre donne, cosi carina, che io…..insomma, vorrei conoscerla! Concluse con una certa forza non sapendo più che dire, rosso come un pomodoro. Anche Ada era un po’ confusa e il comportamento di Angelo le piacque.

–                 Sì, mi ricordo di lei, gli disse; possiamo pure conoscerci….e si soffermò.

    Così’ Angelo le parlò di sé, narrandole con semplicità della sua vita e anche Ada corrispose nello stesso tono. Ormai la cosa era avviata e i due giovani si separarono davanti alla casa della ragazza, dandosi appuntamento per il giorno dopo.

      I due gemelli facevano la consueta chiacchierata prima di dormire. Angelo, stranamente loquace e contentissimo, si tradì subito e dopo un abile interrogatorio condotto da Franco, gli narrò che si era innamorato di una ragazza meravigliosa, senza però narrargli i particolari. –Ah!, fece Franco, così presto! E magari fra un anno ti sposerai! Comunque fai come credi. Per me per ora preferisco stare scapolo e, anzi, osserverò la tua esperienza: mi servirà!

      L’indomani, verso mezzogiorno, Franco passeggiava tranquillamente nei pressi dei “Grandi Magazzini”, in attesa dell’ ora del pranzo. Ma osservando distrattamente l’interno dei locali, notò che una bella ragazza bruna le sorrideva. Non stette a pensare su: rispose al sorriso e la salutò con piena corresponsione da parte della ragazza. Il giovane pensò: “Deve essere una gran civetta, quella commessa: comunque, se le vado tanto a genio, l’aspetto all’uscita e ci faccio amicizia”.

      Frattanto Ada, notato quello che credeva Angelo fuori ad aspettarla, era piena di contentezza: “Mi vuol proprio bene, pensava, se anziché stasera, come d’accordo, viene adesso, per vedermi!”.

    Giunse infine l’ora dell’uscita di Ada dal lavoro. Subito si avvicinò a Franco e questi la prese confidenzialmente a braccetto, dicendole: – Buon giorno bellezza, mi sento proprio un re accanto a lei! Ma la battuta non fece colpo. Ada rimase di stucco dal tono del giovane e da qualcosa di strano che era in esso: ma eppure era proprio lui!

–                 Ma, fece la ragazza, che modi sono questi? E staccò il giovane da sé.

–                 Come!, riprese Franco, dopo tanta simpatia che mi ha dimostrato, ora pretende di trattarmi così? Allora si è burlata di me!

    Ada trattenne a stento le lacrime e proruppe: – Basta! Se ne vada! E scappò via, allontanandosi da Franco.

    All’ inizio del lavoro pomeridiano Carla notò subito che Ada non era tranquilla, Poi si accorse che piangeva. –Che ti è successo? –le domandò. –Niente, niente, rispose Ada. Ma non poteva celare il suo grande dolore e si confidò   con l’amica raccontandole tutto.

–                 …..E così quel mascalzone ha gettato subito la maschera. Pure mi sembrava tanto buono e gentile! Non ci capisco proprio nulla:   non mi sembrava più lui! Ed io che già pensavo ad una chiesa infiorata dove venivano benedette le nostre nozze! Che sciocca che sono stata…….e continuava a piangere.

–                 Eh, gli uomini non si conoscono mai abbastanza, la consolò Carla, figuriamoci   il tuo corteggiatore che lo conoscevi da appena un giorno! Ma ti puoi considerare fortunata se hai capito subito di che tipo si trattava.

    Per tutto il pomeriggio Ada tirò avanti il suo lavoro come un automa. Giovane com’ era, al suo primo amore, la delusione così cocente l’aveva profondamente colpita.

    Così si giunse nuovamente all’uscita serale. Ed ecco l’incredibile! Carla dette una gomitata ad Ada: – Eccolo!, le disse. Proprio così: Angelo, sorridente, si avvicinava verso le due ragazze ignaro, ovviamente, di tutto. E se la vide passare davanti senza rispondere al suo saluto e proceder altezzosamente.

–                 Che tipo, che sfacciato, fece Carla.

–                 Ma che succede? Pensò Angelo, sogno o son desto? Ma come è possibile? E si mise a seguire le due donne. Poi, quando Ada restò sola, le si affiancò e fece per attaccare discorso; ma la ragazza lo prevenne:

–                 Mi lasci in pace, gli disse. E allungò il passo. Al colmo dello sbalordimento, Angelo se ne tornò a casa.

La cena è pronta: ti aspettavamo. Sei in ritardo, gli disse sua madre. Poi osservando i suoi   due figli, la donna esclamò: – Com’è che siete così seri? Vi è accaduto qualcosa?

–                 No, niente, mamma.

–                 Saranno innamorati, intervenne sorridendo il babbo e a queste parole i due giovani ebbero un sussulto.

Quella sera, coricati nei propri letti, i due gemelli non avevano ancora fatto la consueta chiacchierata. Franco infine ruppe il silenzio: – Dunque, che hai? Non mi rispondere che ti va tutto bene, perché si vede benissimo che sei attanagliato da un dispiacere……Forse l’amore ti fa già soffrire?

–                 Lo puoi ben dire, proruppe Angelo. Ma non mi accadrà più! Sono stato inspiegabilmente piantato, se così si può dire dopo un giorni di relazione; hai ragione tu: bisogna giudicare freddamente prima che l’amore ci faccia perdere la testa.

–                 Proprio così! Esclamò Franco. Anche a me oggi è capitato di conoscere quanto siano civette le ragazze: figurati che una commessa mi ha invitato, a forza di sorrisi e ammiccamenti, affinché l’attendessi fuori dal negozio e poi se n’è andata in malo modo! E tutto, penso, per ridere alle mie spalle con le sue amiche, mentre ero fuori ad aspettarla! E’ meglio pensare ai nostri sport e lasciare stare le donne, chè ci portano guai!

Angelo, assorto nei suoi pensieri, non dette tanto ascolto alle parole del fratello e spense la luce. Ma, dopo qualche minuto, gli risuonò nella mente ciò che aveva detto Franco: riaccese la luce e si alzò a sedere sul letto, dicendo:

–                 Che hai detto? Di che commessa parli?

–                 Sei impazzito, gridò Franco, sobbalzando sul letto.

–                 Dimmi, dove hai visto quella ragazza?

–                 Ai “Grandi Magazzini”, ma perché?

–                 Ah, poveri noi! Esclamò Angelo, ma allora tutto è spiegato!

Così i due gemelli chiarirono la faccenda ricredendosi del tutto sul comportamento di Ada e si preoccuparono di rimediare   l’equivoco nato per motivo della loro somiglianza.

–                 Domani è domenica, fece Angelo e Ada non andrà al lavoro; allora andremo a piantonare la sua casa e attenderemo che esca.

–                 Ben detto! Rispose il fratello. Faremo così.

    Seduti ad un tavolo del bar dirimpetto all’abitazione di Ada, i due gemelli la videro uscire con i genitori. Non era il momento di farsi vedere e seguirono i tre che andavano in chiesa, alla Santa Messa. I due gemelli assistettero alla celebrazione del Santo Sacrificio, poi uscirono, restando sul sagrato della chiesa. Poco dopo, Ada, bellissima, uscì anch’essa e il suo sguardo si posò sui due fratelli che la osservavano sorridenti.

    Quale fu il suo stupore! Per qualche secondo restò come pietrificata; poi intuendo la verità si avvicinò ai due e riconobbe, nel confronto diretto, il suo Angelo che le rivolse la parola:

–                  Buon giorno, Ada…Ti presento mio fratello gemello Franco. C’è stato   un brutto malinteso; ma fortunatamente tutto si è risolto bene.

    Ada, commossa fino alle lacrime, sorrise felice e Franco si accomiatò dicendo:

–                    Ho un appuntamento, vi lascio: vogliate scusarmi.

      E, sorridendo soggiunse:

–     E poi penso che un gemello qui sia di troppo…


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1 commento

  1. Commento by Mario Camaiani — 6 Settembre 2010 @ 23:20

    Questo lisinghiero commento al   mio racconto, è dell’amico Gian Gabriele Benedetti, al quale rivolgo un grande grazie ed un affettuoso saluto.

    “La vita che si schiude e fiorisce nell’innamoramento. Due gemelli, caratteri e comportamenti diversi, a creare un equivoco. Ma è ancora l’amore che trionfa.

    Storia che rispecchia una realtà non infrequente e si fa voce di una vicenda che vede nei gesti dei protagonisti quanto di più semplice ed autentico può sfociare in una suggestione significativa e preziosa. La genuinità e la freschezza del sentimento più puro trovano vero conforto nella rivisitazione narrativa, che percorre lievi ma chiari toni emozionali, pur nel momento di un disguido, capace di creare incomprensioni e momenti di sofferenza.

    L’insieme strappa simpatia e gradimento.

    Gian Gabriele Benedetti.”

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