LETTERATURA: I MAESTRI: Fogazzaro e il vescovo
30 Giugno 2009
di Piero Nardi
[dal “Corriere della Sera”, giovedì 16 ottobre 1969]
Carlo Marcora ha raccolte sotto il titolo Corri spondenza Fogazzaro Bonomelli, e pubblicate presso l’Editrice Vita e Pensiero di Milano, 1969 (pp. 290, L. 2800), le lettere di Antonio Fogazzaro a monsignor Ge remia Bonomelli, e del Bonomelli al Fogazzaro. Pec cato ch’egli abbia raggruppate, e sia pure in ordine cronologico, tutte le lettere dello scrittore vicentino in una parte del libro, e in un’altra tutte quelle del ve scovo di Cremona. Così, chi voglia seguire â— né credo giovi fare diversamente â— il dialogo tra i due, si tro va a dover passare conti nuamente da un gruppo al l’altro, con meno agevole lettura e meno immediata comprensione. Un carteggio presentato alternando le let tere dei corrispondenti se condo l’unitaria loro sequen za temporale, avrebbe per messo, oltre a tutto, il ri sparmio di molte note a pie di pagina rivolte a chiarire qanto sarebbe stato senz’al tro palese dall’affiancamento delle reciproche.
Delle lettere del Fogazza ro, più di un terzo era sta to pubblicato da Tommaso Gallarati Scotti, parte nella Vita di Antonio Fogazzaro, e la più gran parte nel XIII volume (Lettere scelte) della collezione di « Tutte le opere » del Fogazzaro da me diretta per Mondadori. Una era apparsa nel mio Fogaz zaro su documenti inediti e una nel saggio di Guido Astori Mons. Bonomelli e il suo opuscolo sulla concilia zione. E anche le lettere del Bonomelli erano in buona parte note, per l’utilizzazio ne fattane dallo Scotti nel la sua biografia fogazzariana. Con ciò non si vuol dire che tutto l’inedito che lo Scotti aveva scartato nelle sue scelte sia di mediocre importanza. Non mi sarei mai aspettato, per esempio, che il Fogazzaro confessas se, come fa in una delle let tere edite soltanto ora, di avere tradotta con Piero Giacosa la famosa Lettera con fidenziale del Tyrrell, della quale il Giacosa s’era dichia rato unico traduttore.
Il libro nel suo complesso è una messa a fuoco stret tamente documentaria dei fermenti nati e nel Fogazzaro e nel Bonomelli dalla problematica del tempo, con particolare riferimento alla questione romana e al mo dernismo. Passati come so no tanti anni dalla conci liazione fra Stato e Chiesa, e scavalcato come appare oggi, e con tutti i crismi ec clesiastici, tanto moderni smo d’allora, chi voglia da re il peso che in prospetti va storica le compete all’a zione dei due eminenti spi riti per il trionfo del loro anelito a veder sanate le di vergenze fra Italia e Chiesa e instaurata una visione nuova nel rapporto tra ra gione e fede, s’affidi alla Vita di Antonio Fogazzaro dello Scotti. Chi poi voles se constatare in quale mi sura il Fogazzaro precorres se i tempi, oggi che financo l’Indice dei libri proibiti, nel quale figuravano due suoi romanzi, è stato abo lito, legga la « memoria » pubblicata da Vittorino Ve ronese con il titolo Spunti per una lettura post-conci liare del Fogazzaro nel se sto fascicolo del periodico dell’Accademia Olimpica di Vicenza « Odeo Olimpico ».
Per conto mio, questa Corrispondenza Fogazzaro Bonomelli offrirebbe il de stro di riaprire il discorso sulla menomazione che do vette venire all’artista Fo gazzaro da una crescente esigenza di natura specula tiva piuttosto che creatrice. Né si trattava soltanto di in tralciata e ritardata attività nella produzione del narra tore. Era soprattutto que stione, almeno a giudizio mio, di più difficile esito a visione unitaria, per il pre valere di preoccupazioni ideologiche e d’apostolato più resistenti a trasfigura zione fantastica. Il roman ziere in declino, del Santo, di Leila, è proprio quello più dominato dagli interes si di cui è tutta animata questa corrispondenza con monsignor Bonomelli.
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Commento by Gian Gabriele Benedetti — 30 Giugno 2009 @ 17:17
Si avverte in maniera evidente, nelle opere del Fogazzaro, il contrasto tra dottrine materialistiche e religiosità, come ben evidenziato in questa pagina.
I suoi principali lavori (“Piccolo mondo antico” e “Malombra”) si legano ad esigenze veristiche, ma aprono già la strada verso zone romantiche. Proprio con “Malombra” (dove molto forte è il contrasto tra senso e spirito) ebbe inizio, a mio avviso, il “Decadentismo”
Gian Gabriele Benedetti