LETTERATURA: I MAESTRI: Lilli: I tigrotti di Marinkaja10 Maggio 2018 di Mosca Virgilio Lilli ha scritto un romanzo per ragazzi che verrà adottato nella scuola media. Ma è proprio soltanto per ra gazzi questo «… e la neve si sciolse » edito da Minerva Ita lica? « Caro Mosca â— mi scrive l’autore nella lettera accompa gnante il volume reso ancor più caro dall’affettuosa dedica â—, questo che finirà sui banchi di scuola è in realtà un libro per adulti, o meglio per quegli adulti che saranno un giorno i ragazzi e per quei ragazzi che siamo stati noi adulti ». Come « Cuore », come « I ra gazzi della via Paal ». Non vi sembri ardito l’accostamento. Conoscete Lilli giornalista, co noscete Lilli scrittore di libri di guerra e di viaggi, « Prima linea », « Penna vagabonda », « Buonviaggio, penna! », Lilli romanziere, « Una donna s’al lontana », e sapete di quanta umanità sia ricco, di quale acu to senso di osservazione, di che estro, di che intuizioni: non può meravigliarvi, perciò, che, rivolta la sua attenzione al mon do della fanciullezza, subito lo abbia profondamente penetra to, e, per virtù non so se più d’arte o d’amore, sia riuscito a esprimere i terribili incanti. Terribili vi parrà un agget tivo per lo meno strano, ma nel prossimo anno scolastico i figli di molti di voi avranno per libro di testo questa rosa nel deserto che è «… e la neve si sciolse », miracolo, voglio dire, improvvisamente sbocciato nel la desolata distesa di sabbia della letteratura infantile ita liana: leggetelo anche voi, tro verete i ragazzi della via Paal trasferiti, come per un crudele incanto, dallo sterrato della vecchia Budapest alla campagna del paese di Marinkaja, nel bacino del Donez, anno 1941, devastata dalla guerra e de scritta nei particolari (« i binari apparivano distorti, qualche ro taia stava diritta dentro l’aria come un mastodontico filo di ferro ») con una evidenza e una suggestione impressionanti, e Nèmecec, il biondino, tanto fra gile nel fisico quanto forte nel l’animo, mutato in Dimitri, il bambino che per amore della giustizia e della libertà va felice incontro alla fucilazione. Dal lirismo di Molnar allo spietato realismo di Lilli. Nien te di più crudo delle situazioni che le vicende della banda del « Sindacato dei Giovani Baroni Russi Liberi » offrono al let tore, ma niente, nello stesso tempo di più educativo. Chi so no questi ragazzi che dovendo dare un nome a un’associazio ne, a un gruppo, a una banda altra parola, in Russia, ad imi tazione degli adulti, non posso no trovare se non « Sindacato »? Sono i figli della guerra. I loro genitori o scomparsi, o vivi ma detestati. Un Sindacato di « li beri », di ribelli che vedendo ne gli adulti i responsabili del l’inferno che s’è scatenato se ne staccano nauseati e si strin gono in un gruppo nel quale il tetto dell’età è toccato dai quattordicenni. Guerra agli adulti, guerra a quel mondo nel quale aveva no sognato di fare ingresso, ma è così brutto che se ne ritraggono prima ancora d’avervi posto piede, e la parola d’ordine è combatterlo. In che modo? Con le sue stesse ar mi, imitandolo. E’ il nemico, sì, ma insieme, il modello, e nulla suggestiona di più i ra gazzi che i cattivi esempi. Sot trattisi a una società che li disgusta, ne ricalcano fedel mente le orme: affamati, de predano e se non uccidono è perché sparando sbagliano la mira o colpendo con una sbar ra non hanno la forza suffi ciente per sfondare un cranio. Direte: ma son libri, questi, da dare in mano ai ragazzi della media unica? Risponderò che i libri scolastici scritti bene son così rari che ben venga anche quello il cui contenuto possa giudicarsi ardito, e ag giungerò, soprattutto, che certe scene scabrose (tra le quali pri meggia quella del paralitico ra pinato e lasciato mezzo morto in una pozza di sangue) ven gono riscattate non solo dal l’arte redentrice della felicissima scrittura, ma dall’aura di gioco e di sogno nella quale, magi camente, la realtà si stempera e si trasfigura. Abbandonati a se stessi, liberi da ogni freno, i ragazzi del « Sindacato » si conservano in nocenti nelle loro pur sangui nose gesta compiute all’insegna della eroica avventura. Sergio, il Gran Capo, non è molto di verso, fin qui, da un Corsaro Nero o da un Sandokan, i suoi gregari giocano ai Tigrotti di Mompracem, e lo stesso Dimitri, il fanciullo la cui natura nobile e generosa rimarrà impressa nel cuore del lettore, non si oppone al rapimento di Alia, una delle tante ragazzine di cui il « Sindacato » s’impadronisce per farne, alla maniera delle bande armate, delle vivandiere e delle sguattere, ma semplice- mente, non sopportando che venga imbavagliata fin quasi a soffocarla, e legata sino a farla sanguinare, chiede che la stret ta dello straccio e delle corde venga allentata. Per questo verrà processato come « probabile traditore ». La pietà, difatti, affermano le leggi del « Sindacato », è debolezza, perciò tradimento. Il processo anima di sé le più belle pagine del libro. Meditate, sofferte, vive d’una verità che Lilli, psi cologo di prim’ordine, è andato, come un « sub », a scoprire nel più profondo dell’animo dei ra gazzi, là dov’esso risplende e palpita dei prodigiosi coralli della sua purezza. Se spensieratamente, mi schiando gioco e sangue, i « ti grotti » di Marinkaja hanno se guito « Sandokan » sulla via della violenza e della prepo tenza, ora, dinanzi ai modi del processo, li vediamo sbigottire, fremere d’orrore. Nella imita zione dei pur disprezzati adulti si son fino ad ora divertiti, ma c’è un limite a tutto, il gioco e il sogno si possono prestare a far da compagni anche alle ge sta più deplorevoli, ma non a tener mano alla deformazione della verità, allo strazio del pen siero e dell’animo. Troppo vivo è nei ragazzi il senso della giu stizia, l’amore per la libertà. E’, la loro, un’età tutt’ali, e la libertà non è forse un volo? Nel processo a Dimitri, so spetto di tradimento, Lilli ha voluto condannare non soltanto il mondo degli adulti, ma il mondo particolare che i ragaz zi russi, e i ragazzi di tutti i paesi dominati dalle dittature, si trovano dinanzi agli occhi come esempio. Dal Gran Capo Sergio, che di tutti quei ra gazzi è il più opaco, perciò il più « adulto », e dagli altri gre gari che, pur indignati, cedo no alla paura e si rendono com plici, la verità viene distorta e martoriata a tal punto che il fragile Dimitri, per nobile rea zione, si fa di ferro, d’acciaio e accoglie come un premio, co me una felicità, come una libe razione la condanna a morte. Se questa venga eseguita o un intervento esterno la impe disca, questo è secondario, e rimandiamo chi legga questo articolo alla lettura del libro. Importa la lezione di dignità e di coraggio che Virgilio Lilli con questo suo racconto magi stralmente condotto impartisce ai ragazzi, ai loro genitori, ai loro insegnanti. Importa la le zione di libertà che spirando fresca e pulita come un gene roso vento di mare fa d’ogni pagina una vela.
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