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LETTERATURA: I MAESTRI: Linguaggio ed esotismi

25 Novembre 2017

di Paolo Monelli
[dal “Corriere della Sera”, 5 luglio 1969]

Le volenterose e purtroppo inutili rubriche linguistiche dei quotidiani e dei settimanali se la prendono sempre e sol ­tanto con i giornalisti come i più colpevoli di tanta barba ­rie (e invece, salve rarissime eccezioni, soltanto dai quoti ­diani partono queste prime reazioni) e lasciano stare gli orrori dei romanzieri e dei letterati; che i lettori possono trovare esposti e commentati con molto spirito e sorridente indulgenza in un libro di Lu ­ciano Satta (Come si scrive, uso ed abuso della lingua italiana, ed. Sansoni, 1968).

Luciano Satta è giornalista, e con molto garbo pesca, anzi raccoglie con il mestolone dal ­la prosa dei nostri più letti o più, noti narratori sfarfalloni grammaticali e sintattici, bar ­barismi, errori di senso, mar ­chiane distrazioni (la più bella è questa, di un « barone » del ­le lettere di cui Satta fa il no ­me: « …cominciarono a vede ­re una striscia di colori verso oriente, perché il sole tramon ­tava da quella parte »). E giornalista è Mauro Magni, che nel suo Giornalismo e lin ­gua d’oggi (ed. Miano, Mila ­no, 1968) elenca frasi fatte, lapsus, barbarismi, paroloni, costrutti complicati e difficili delle nostre scritture; libro che farebbero bene a leggere an ­che gli olimpici narratori.

Nonostante     gli stambura ­menti intorno alle grandi tira ­ture dei libri vincitori dei pre ­mi letterari lo stile della nar ­rativa influisce assai meno sul linguaggio che non la stampa periodica; e questa, purtrop ­po, assai meno che la radio e la televisione. Di fronte ai citati e ancora esitanti esempi di pentimento e di autodisciplina, i barbarismi si accam ­pano ancora da padroni nel ­l’originario tessuto della lingua, ogni giorno, si può dire, ce ne arriva addosso uno nuovo subito ripappagallato da quotidiani e settimanali che non sempre si disturbano a spiegare ai lettori che cosa significhi.   « Arriva   Anna, la principessa swinging »; il giornale che mette questa didascalia sotto un’immagine della bella figliola non spiega che roba sia questo swinging, o   in che senso intenda usarlo, forse non è quello che ha in inglese, di persona fanatica di jazz e che frequenta con passione ritrovi notturni

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Cito alcuni calchi ed esoti ­smi degli ultimi dodici mesi.

Sit-in, recentissima espressione arche in America che prima diceva sit-down, venuta di mo ­da con quelle recenti dimo ­strazioni studentesche e accol ­ta subito da noi, cara ad un giornale di Roma che vuole esser letto dal popolo, del quale citai lo scorso anno un teach-in che ancora non so che cosa significhi. Briefing, un insieme di esami clinici a cui sono stati sottoposti i piloti degli Apollo ed un’indagine sulle loro reazioni alle nuove esperienze; il senso originale dell’espressione inglese è « sommario, riassunto »; non sapranno i nostri medici sug ­gerire una parola nostra che valga ad indicare un esame di questo genere, magari spul ­ciando i limpidi Consulti del secentesco medico aretino Francesco Redi?

Factoring, operazione che consiste nella cessione di cre ­diti commerciali dal titolare a un   factor (commissionario) che percepisce una commissio ­ne e corre il rischio dell’insol ­venza del debitore; non doveva essere difficile trovare il competente che suggerisse il vocabolo adatto; invece è già sorta a Milano la società In ­ternational Factors Italia e la Heller Factors Italia. « Civiltà rurbana » calco del neologismo francese rurbaine composto su rural e urbain, per in ­dicare quella periferia che non è più città e non è ancora campagna. Carca deur, francese, per indicare quell’acrobata che è la controfigura. « acrobata controfigura », di un attore. Optional, per indi ­care l’automobile fabbricata in vari tipi, sport, berlina, due-posti, etc., fra cui il com ­pratore ha la scelta; e si po ­trebbe tradurre « facoltativo » Le recenti trasmissioni tele ­visive dall’America dei due viaggi intorno alla Luna pullulavano di barbarismi o di parole di gergo, perché il com ­mentatore nostro nella concitazione non si sovveniva lì per lì il corrispondente italiano (ed una volta gli scappò « co ­stale », coastal, invece di costiero); così illustrando l’ammaraggio dell’Apollo 9 ci riem ­pì le orecchie di innumerevoli « uomini-rana ». Ma ecco an ­che   i   quotidiani riproporci questo calco di frog-men, men ­tre avevano tutto l’agio di ricordarsi che noi questi specia ­listi li chiamiamo « sommoz ­zatori », espressione dei dia ­letti meridionali da un verbo summuzzà napoletano o sammuzzari siciliano o sumbuzzari calabrese, che vuol dire tuffarsi,     nuotare sott’acqua etc., entrata con tutti gli onori nella lingua. E nelle cronache del secondo ammaraggio abbiamo letto nei titoli splash down     (o addirittura splash per la tendenza che abbiamo di mutilare anche queste coppie di monosillabi) che con un po’ di buona volontà si po ­teva rendere con lo scientifico « impatto » (francese e ingle ­se impact, ma dal latino impactus), o con l’efficace « tuf ­fo ». Dobbiamo alle imprese nello spazio anche il count-down e il mondano e salottiero, come lo ha definito Leo Pestelli, rendez-vous in orbita in luogo del molto più serio « appuntamento ».

I nuovi esotismi si somma ­no agli antichi; per cui è sem ­pre più frequente imbattersi sui giornali in titoli, talvolta mezze dozzine per ogni nu ­mero, in cui è straniera la pa ­rola più importante (se non due). « Quanto costa un pic ­nic al sacco per un week-end ». « La visita dei media-men pubblicitari ». « Donne verso il part-time ». « Thrilling lun ­go il canale ». «Il racer team di Bertone al rally di Montecar ­lo ». « Vanessa pre-maman (e op) ». (Pré-maman era fino ad ora la veste della donna incin ­ta; qui è usato per l’incinta stessa). « Piazza Navona off limits ». (Se la guerra la vin ­cevano i tedeschi avremmo detto « Piazza Navona verboten ».). « Supermarket dei bipedi » (i quali bipedi sarebbe ­ro i più contesi campioni del calcio. Che delicatezza). Di ti ­toli di questo genere ne ho centinaia nelle mie schede.

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Tutti i nuovi prodotti della nostra industria, ogni nuova attività in vari campi, turismo, editoria, cinematografo, vita sociale, si può dire che sono presentati al pubblico in veste forestiera. Scelgo, anche qui, fra centinaia di esempi. Un nuovo lucido da scarpa si chiama « sciuscià okay ». La Piaggio ha creato un nuovo aereo P.D. 108, detto executi ­ve, italian style. (Vedete? E’ diventato « stile italiano » es ­sere chiamati con un nome straniero).

Alla fiera di Milano una ditta italiana espone plastic processing machinery. A Ro ­ma, già orgogliosa di un suo cinema d’essai, i bambini han ­no un loro circolo, baby’s club composto di un baby parking e di un centro baby sitter. (Baby, boy e teen ager â— spes ­so ridotto a teen per il vezzo mutilatorio di cui sopra per cui si dice trench, trincea, in ­vece di trench-coat, night che in inglese vuol dire notte e anche buona notte, invece di night club â— hanno messo del tutto al bando i nostri bimbo e bambino e adolescen ­te. Tanto per cambiare, un’in ­dustria vicentina che fabbrica vestiti per bambini preferisce la parola tedesca kinder e così si appella. Per fortuna che « bambino » è ancora vivo in inglese ove è preferito a baby, soprattutto per indicare il Bambin Gesù; e nel gergo americano è molto diffuso « bimbo » per dire « recluta » « persona insignificante », « un tipo spavaldo »; e anche « pu ­gno »).

Case editrici hanno i loro art-directors. Un’impresa edi ­lizia, che preferisce chiamarsi « realizzazione », ha creato « una residenza élite per l’élite preparata da una équipe di architetti e paesaggisti, in una atmosfera di relax, di sport e sicura privacy, con appartamenti di gran standing ». La pellicola di Raffaele Andreassi che la Direzione generale dello Spettacolo ha mandato a Cannes a rappresentare uffi ­cialmente l’Italia è intitolata Flash Back. Sorge un nuovo albergo alla baia del sole sulla via Aurelia, e si chiama sunbay Park Hotel. Una scuola di navigazione a vela sul lago di Garda si denomina West Garda yacht club. Un’indu ­stria italiana di caldaie per ri ­scaldamento ne produce quat ­tro tipi a gasolio, silent W., oil fire B., oil boiler K., pres (sic) jet.

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Da quando la Fiat ha chia ­mato una sua nuova vettura 124 special (ed io inviai una lettera alla rubrìca delle « Lettere al Corriere » chie ­dendo ai dirigenti di quella celeberrima casa quale parti ­colare significato dessero a questo aggettivo inglese, sì da preferirlo al nostro « specia ­le »; ma non ebbi l’onore di una risposta), altri ne hanno seguito l’esempio, alcune tra ­smissioni della televisione so ­no state chiamate anch’esse special; è lecita la previsione che fra qualche anno tutti i vocaboli inglesi uguali ai no ­stri salvo la vocale ultima, universal, claustral, format, primordial, canal, fatal, etc., intent, content, cement, lament, dement, ferment, etc., saranno sostituiti ai nostri ori ­ginali. Già ora un metodo di cura italiano per dimagrire in fretta è nominato president; e President è uno spumante di una nota casa piemontese. Chi abbia letto su un giornale di una ditta che lancia un appa ­recchio, chiamato « mare lung », per rifornire d’aria un nuotatore subacqueo, non creda che si tratti anche qui di un aggettivo italiano, ampu ­tato nell’ultima vocale; quel lung è inglese,- e significa « polmone ».


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A chi dovesse inviarmi propri libri, non ne assicuro la lettura e la recensione, anche per mancanza di tempo. Così pure vi prego di non invitarmi a convegni o presentazioni di libri. Ho problemi di sordità. Chiedo scusa.
Bart