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LETTERATURA: I MAESTRI: Machiavelli non si convertì

7 Febbraio 2009

di Alberto Macchiavello
[dal “Corriere della Sera”, domenica 28 settembre 1969]  

Firenze 27 settembre, notte.  

Nel clima di suspense in cui viviamo neanche Niccolò Ma ­chiavelli fa eccezione. Le ce ­rimonie per il quinto cente ­nario della nascita del segre ­tario fiorentino si aprono in ­fatti con un colpo di scena che terremota la storiografia machiavelliana. Una lettera fra le più famose dell’Episto ­lario, quella indirizzata dal figlio di messer Niccolò, Pie ­ro Machiavelli, allo zio, l’av ­vocato Francesco Nellio, per annunciargli la scomparsa dell’illustre genitore, sarebbe falsa. La scoperta del falso verrà annunciata domani, e con un’esauriente documen ­tazione, nella mostra dedi ­cata ai manoscritti del Ma ­chiavelli che sarà inaugurata a Palazzo Vecchio.
Il falso è anche dettaglia ­tamente descritto nel quarto volume dell’Opera Omnia che sta per uscire, in coinciden ­za con i festeggiamenti del quinto centenario, dal profes ­sor Sergio Bertelli, che ha curato l’edizione e demolisce la leggenda secondo la quale Niccolò Machiavelli, in pun ­to di morte, avrebbe accetta ­to i conforti religiosi. Secon ­do le ultime indagini, l’im ­magine del Machiavelli che poco prima di spirare rinne ­ga il passato e si libera dei peccati nelle braccia di un frate, sarebbe una semplice invenzione. Si legge infatti nella celeberrima lettera: « Non posso far di meno di piangere in dovervi dire co ­me è morto il dì 22 di questo mese Niccolò nostro padre di dolori di ventre, cagionati da uno medicamento preso il dì venti. Lasciossi confessare le sue peccata da frate Matteo, che gl’ha tenuto compagnia fino a morte ». Sulla piatta ­forma di questa lettera si è sempre fondata la tesi della estrema conversione del Ma ­chiavelli che adesso sembra non reggere.

Primo avvertimento  

Dice il professor Sergio Bertelli, incaricato di Storia moderna all’università di Pe ­rugia, che ha appena termi ­nato di curare il volume del ­l’Opera Omnia con l’Episto ­lario e che comprende ottan ­ta lettere inedite: «Il mes ­saggio di Piero Machiavelli allo zio è falso e già lo ave ­va sospettato il Gherardi, di ­rettore dell’archivio di Stato di Firenze, nel 1911; ma il suo avvertimento non è stato accolto dai successivi bio ­grafi. Poco tempo fa, ripren ­dendo in mano il documento, il professor Emanuele Casamassima, direttore della bi ­blioteca nazionale centrale di Firenze, e la dottoressa Eugenia Levi, direttrice della sezione manoscritti, hanno accertato senza ombra di dubbio che la lettera è apocrifa. Anzitutto la grafia non può essere quella di un ragazzo di tredici anni, cioè la età che Piero aveva alla morte del padre. Inoltre il Machiavelli non spirò il 22. Il giorno 22 fu sepolto, come risulta da prove inoppugnabili, e il decesso per lo meno avvenne il 21, se non addirittura il 20, come appare più probabile. E poi altre circo ­stanze ne frantumano l’au ­tenticità ».
La storia romanzesca della lettera sarebbe incominciata circa due secoli fa. Si suppo ­ne che autore del falso sia stato Angelo Maria Bandini, prefetto della biblioteca Marcelliana, nel 1752. A quella epoca, egli progettava un’edi ­zione completa delle opere del segretario fiorentino, che pe ­rò era un autore proibito dalle autorità ecclesiastiche. Inventando l’episodio della conversione e inserendo la lettera nel carteggio, molto probabilmente Angelo Maria Bandini sperava di aggirare l’ostacolo, di ottenere il nul ­laosta, cioè che il Machia ­velli fosse cancellato dalla li ­sta dei reprobi.
Contemporaneamente alla mostra dei manoscritti, do ­mani si apre un convegno di studi per fare il punto sul ­l’attualità della dottrina ma ­chiavellica e per mettere in risalto quanto di essa sopravvive al logorio dei secoli. A cinquecento anni dalla na ­scita, Niccolò Machiavelli sembra essere ancora vivo e operosissimo, e il bilancio della sua attività sarà molto preciso poiché al congresso parteciperanno numerosi esperti altamente qualificati. Sviluppando il tema centrale « Il pensiero politico e la for ­tuna dì Machiavelli nel mon ­do », un cast di illustri pro ­fessori di vari paesi riferirà sull’influenza che il messaggio del « Principe » ha eser ­citato nei più diversi ambienti culturali. Assisteremo a una lunga carrellata che in ­quadrerà l’immagine del Machiavelli ripresa da molte angolazioni.

I relatori  

Franco Gaeta ritrarrà il Machiavelli dal punto di vi sta italiano e poi via via, per due giorni, altri relatori ci ragguaglieranno sugli itine ­rari che il pensiero politico del segretario fiorentino ha percorso in Francia (Anna Maria Battista), Spagna (Jo ­sé Antonio Maravall), In ­ghilterra (Giuliano Procacci), Europa Orientale (Angelo Taborra), Germania (Hanno Hebling), America (Eric Cochrane) e nel mondo islamico (Francesco Gabrieli).
Seguiranno parecchi interventi, sicuramente quelli di Nicola Badaloni, Jaroslav Matejka, Federico Melis, Raf ­faello Morghen e Mario San ­sone.
Le celebrazioni del quinto centenario della nascita di messer Niccolò incominceran ­no domani mattina a Palazzo Vecchio con un discorso del professor Luigi Firpo, del ­l’università di Torino; le se ­dute del convegno prosegui ­ranno nel palazzo dei con ­gressi. Per varare questo pro ­gramma si sono associati il comune di San Casciano, il comune e l’amministrazione provinciale di Firenze; ma qualcuno osserva che il Ma ­chiavelli avrebbe meritato di più e può anche darsi. Tut ­tavia è già un miracolo che si sia riusciti a fare quel che si è fatto perché i denari a disposizione erano scarsissimi.
Nel nostro paese si spen ­dono somme favolose per fi ­nanziare tornei calcistici, fe ­stival canori, concorsi di miss, fiere gastronomiche e analo ­ghe imprese, ma si stenta a trovare pochi spiccioli per commemorare una delle no ­stre glorie immortali.
La più impegnativa delle iniziative in onore del segre ­tario fiorentino viene da un privato, e per giunta milane ­se, il dottor Giovanni Salerno, medico, che si è improvvisato editore pubblicando la prima Opera Omnia del Machiavelli, l’unica che possa essere con ­siderata veramente completa nonostante il fiume di lette ­ratura machiavelliana che da secoli scorre per il mondo. Che il fondatore dello Stato moderno, il massimo teorico della ragion di Stato, abbia, dopo mezzo millennio, in un privato il suo più concreto ammiratore forse è una con ­traddizione, ma non senza si ­gnificato.
Per ora il dottor Salerno ha pubblicato tre volumi; il quarto uscirà a giorni e gli altri, undici complessivamen ­te, seguiranno presto, e sono distribuiti sotto le insegne prestigiose di Olchki. Rilegato in pelle rossa, impaginato da Giovanni Mardersteig e illu ­strato con incisioni su legno dì Italo Zetti, i volumi tra ­scendono il valore puramente bibliografico e segnano una pietra miliare nella storia de ­gli studi machiavelliani per la rigorosità filologica. Per esempio, la Mandragola è pubblicata nella versione del ­la Laurenziana e fra le opere minori ce n’è una sconosciuta, il Discorsus de pace per imperatorem et regem rintracciata di recente.


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4 Comments

  1. Commento by Carlo Capone — 7 Febbraio 2009 @ 12:40

    Sembra che il Principe l’abbiano letto tutti i grandi della Storia, pur non confessandolo apertamente. In questo confermando l’irrinunciabilità delle sue tesi ma anche la sconvenienza a professarle.
    Il fondatore dello Stato moderno ebbe una personalità sfaccettata, visto cha accanto agli studi non disdegnava la taverna, il gioco e talvolta la violenza.

  2. Commento by Bartolomeo Di Monaco — 7 Febbraio 2009 @ 13:44

    Eh sì, anche lui un geniaccio vizioso…

  3. Commento by Gian Gabriele Benedetti — 7 Febbraio 2009 @ 17:47

    Io non mi scandalizzerei affatto, se effettivamente, in punto di morte, Machiavelli si fosse confessato e convertito. Non toglierebbe niente alla grandezza del suo pensiero di grande modernità, spesso condivisibile, talvolta criticabile.
    La stessa cosa sta accadendo, ai tempi nostri, per Gramsci, che, secondo alcune testimonianze, ebbe a convertirsi in punto di morte. Ma c’è sempre qualcuno che “ha paura” di questi “cambiamenti” per il timore di veder crollare una specie di mito. Pertanto non accetta il fatto che personaggi di tale importanza possano giungere ad una conversione. Ma che male ci sarebbe? Inficerebbe il valore dei personaggi stessi? Ai miei occhi apparirebbero ancora più grandi, ma per molti…
    Gian Gabriele Benedetti

  4. Pingback by Bartolomeo Di Monaco » LETTERATURA: I MAESTRI: Machiavelli non si … — 7 Febbraio 2009 @ 23:34

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