LETTERATURA: I MAESTRI: Prezzolini – Einaudi #12/29
15 Febbraio 2009
[da: Il tempo della Voce”, Longanesi & C. – Vallecchi, 1960]
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Celle Ligure, 7 agosto 1911
Caro Prezzolini,
grazie delle sue parole sulla Voce per la « riforma So Âciale ». Spero di potere seguitare a lavorare. Quantun Âque il ricavo finora non sia molto. Poca gente che com Âpra (e gli abbonati son pur necessari, perché noi non potremo all’infinito coprire le spese); e male parole da capitalisti e da operai, che a turno ci accusano di essere degli economisti salariati (gli operai) o degli speculatori in borsa al ribasso (i capitalisti trustaioli e protetti). Come sussidio per la cultura la rubrica Rassegna bibliografica (non l’altra Appunti) mi sembra utile. Il Borgatta ci è prezioso.
Da tempo volevo  mandarle l’unito  chèque  (tratto sul banchiere di Torino, presso cui ho il conto corrente. Lei potrà presentarlo ad un qualunque banchiere, agli stessi Kyter, sede di Firenze, per l’incasso, per cui ci vorranno  alcuni giorni,  per l’avviso  dell’esistenza di fondi a Torino) di lire cento1 per la società libraria che lei vuol fondare. Siccome si tratta di investimento di risparmi, ed io non li faccio per amicizia o filan Âtropia (gli investimenti), non essendo un signore, così è evidente  che  l’idea  mi  pare  buona  e  mi  sembra anche che lei abbia la capacità amministrativa per at Âtuarla.  Potrò sbagliarmi;  e naturalmente  in  tal caso non mi lamenterò, perché ritengo che  per principio gli azionisti  non  debbono lamentarsi degli  impieghi di cui debbono avere valutato il pro o il contro. Posso darle, poiché sono sul discorso, un consiglio attinto  dalla lettura   quotidiana   di   rendiconti   di società ?
1) Se anche l’azienda andasse bene, non dia, almeno per dieci anni, un soldo di dividendo agli azionisti. Se gli utili non ci sono, non si possono distribuire.  Se ci sono, è meglio  tenerli, per ammortizzare e rafforzare.
2) Anche in seguito, non dia mai più di metà di quel che l’azienda potrà lucrare. Il resto lo nasconda.
Pagherà meno imposte (il che è giusto, per molti motivi ora inutile a dirsi)2 e rafforzerà il suo fine.
Può darsi che tutto ciò lei l’abbia già detto od abbia anche deciso di consacrare gli eventuali utili a qualche fine. Il che andrebbe anche benissimo. Cordiali  saluti  dal
suo
L. Einaudi
1 Era sul serio una cifra grossa:   il cosiddetto biglietto « ros Âso », assai  raro nelle famiglie  per bene.  (N.d.E.)
2 Motivi  che  E.   (è doveroso  ricordare)  trattò  lungamente  in articoli e libri. (N.d.E.)
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Commento by Gian Gabriele Benedetti — 15 Febbraio 2009 @ 22:16
Altra interessante pagina storica, che testimonia come, in fondo in fondo, i problemi economici affiorino in ogni tempo, un po’ per tutti, come le difficoltà e i ragionamenti per salvaguardare i propri risparmi e non disperderli inutilmente. Anche allora la stampa non è che godesse di ottima “salute”!
Particolarmente significativa sia la posizione dei capitalisti che degli operai
Gian Gabriele Benedetti