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Libri in uscita: “Pensieri Riflessi” di Fabio Strafforello – Editore CEI (Centro Editoriale Imperiese)

25 Marzo 2014

Nota dell’autore Fabio Strafforello

Pensieri Riflessi è la mia nona pubblicazione e ritengo il contenuto di questo libro molto particolare per gli argomenti in esso trattati. Il testo non sarà mai in vendita per nessuno, ma numerato e dedicato da me per quelle persone più vicine alla mia sfera di comprensione, trovandole per similitudine, per sensazione o per valore di stima, allineate al mio modo di credere o di sentire. Il libro raccoglie fra le sue pagine una serie di documenti o” avvenimenti documentati” che mi riguardano in modo diretto, indirizzandomi per tentare di dare una spiegazione al percorso della mia esistenza. Ritengo questo elaborato il “Libro della mia vita” e rappresento in esso, nella veduta e nell’idea di un lungo percorso mai esaurito nel tempo, ma ripetuto più volte nelle varie dimensioni, il mio modo di vedere la vita dandole un significato più ampio. Ho così posto in successione qualche “traccia o elemento di riferimento” per ciò che ho vissuto o ritrovato, attraverso dei segni, direttamente di persona, così da dare a voi lettori che seguite i miei lavori qualche   indicazione in più sul mio percorso interiore e qualche spiegazione utile a capire meglio i contenuti dei miei articoli apparsi su rivistaparliamone.

Ho così iniziato o forse solo continuato, questa nuova “Via”, “riaprendo l’ascolto” al vasto mondo dell’interiorità, presentandovi, attraverso una prima frase di apertura, il risultato di quello che sento come una parte vissuta di me stesso e per ciò che ritengo d’essere stato in relazione al mio precedente percorso di vita. Chiuderò questo lungo cammino con un’ultima frase, posta in fondo al mio elaborato, che sa di auspicio nel voler mantenere in me la giusta direzione verso quei punti fermi che la vita ha posto empaticamente dentro di me e come un obiettivo da perseguire forse sino all’infinito.

Ho voluto dare una indicazione di tempo ai brevi argomenti che seguiranno attraverso delle date specifiche, per mettervi in luce che un percorso interiore è frutto di una ricerca costante dentro e fuori se stessi, in definitiva è un   andirivieni continuo fra le sensazioni e fra le emozioni per fare luce in quello che appare più oscuro, scavando altresì con desiderio di sapienza fra ciò che si mostra a noi in modo troppo superficiale,  nel tentativo di filtrarne e di coglierne il distillato migliore.

Un anello, un lungo anello che ci riporta sempre allo stesso punto di partenza per cercare quelle definizioni essenziali mancanti nella luogo della nostra figura spirituale e che sembrano richiedere con forza il loro ruolo di appartenenza.

2013

”IO SONO CIO’ CHE ERO”

 

2013

“Prefazione”

Nella vita ho bisogno di emozioni dalle quali attingere e poter abbeverare il mio mobile Spirito, per una conoscenza che sia più vicina alla vigile coscienza umana e all’occhio sapiente di Dio.

L’Animo umano attinge energia dall’emozione e con essa percorre Spazi e Tempi indefiniti, nei quali riconosce sensitivamente ogni luogo ed ogni valore assoluto, senza saperlo poi spiegare nella matrice razionale, nulla rimane oltre l’immortale!

 “Nell’emozione vive l’immortale”.

2014

“La confessione”

Ogni essere vivente, che sa disporre di un potere da impartire agli altri, lo si può ritenere un comandante, un condottiero, colui che al di sopra ogni altra considerazione pone il suo punto di arrivo come una finalità imprescindibile e liberatoria…: la conquista.

Ho notato e più volte, in questa vita, d’essere stato preso in poca considerazione o in certi casi messo in disparte o in discussione anche sull’autenticità e sull’appartenenza diretta dei miei scritti personali, accreditandoli ad altri autori, ad altre fonti di pensiero o di ordine. Chi ne ha dubitato,   manifestandolo in modo chiaro o a volte solo in modo velato, ha voluto dire di non credere d’esserne stato io il vero pensatore, colui dal quale sono nate così tante e particolari espressioni. C’è chi onestamente, ma forse con un po’ di maleducazione e arroganza, è arrivato persino a dirmi che ancor più ch’essere uno scrittore, per quanto se ne possa dire in modo corretto, sembro un grezzo contadino.

Non mi meraviglia affatto che ognuno di noi, posto nella condizione ottimale di “sputare nel piatto dove si è mangiato”, lo debba fare per opportunismo, per ignoranza, per invidia, per una falsa idea di se stessi o per il desiderio di voler sembrare un altro tipo di persona rispetto a quel che si è veramente dentro. Tuttavia ringrazio chi manifesta così tanta sincerità, ma vorrei fargli notare che in ogni parola detta c’è un effetto secondario che di riflesso colpisce le nostre considerazioni. Infatti chi parla male degli altri, sull’esperienza comune di ciò che ha vissuto al pari loro, altro non fa che offendere la propria memoria, l’impegno, la sofferenza e la disperazione di chi lo ha cresciuto con fatica, lottando a denti stretti e col cuore aperto per raggiungere quegli obiettivi comuni che rendono reale il concetto di famiglia… ma si sa dell’umana bassezza e debolezza è solo l’orgoglio ciò che potrebbe rimanere a farci compagnia, così da non intaccare il nostro bisogno di imparare.

Io sono il comandante di me stesso! Forse vi parrà troppo poco, ma sia pur nelle mie idee e convinzioni, o nelle mie frustrazioni, non ho il desiderio di portare nessuno con me, al mio fianco, per farmi compagnia e ancor meno di vestirlo da soldato, così che debba combattere una guerra per ciò che non gli appartiene e che non sente come sua scelta personale. A parer mio ogni individuo deve essere posto in una condizione di matura decisionalità, formandone l’opportuna coscienza e conoscenza per quel che lo circonda e a me non piace far soffrire o utilizzare gli altri per le mie conquiste personali. Se per qualche cosa di imprescindibile devo coinvolgere gli altri nelle mie decisioni, mi piace poi pagarli in qualche maniera… ma ciò che non si paga con la moneta vola via col sol pensiero, lasciandoci a mani vuote e così preferisco evitare di farlo. Tuttavia comprendo che una libertà paritetica, ma disordinata, sia per l’essere umano una utopia impossibile da mantenere in vita, per quanto è il frutto dell’intelligenza umana che allontana l’uomo dall’espressione collettiva del senso di uguaglianza, rendendolo diverso, sia pur uguale, rispetto ad una stessa matrice.

Ingannare gli altri significa sputare sulla nostra coscienza. Per l’essere umano è sia pur comprensibile l’impossibilità di mantenere una forma di “azione perfetta” verso il mondo esterno, tale che non rimanga solo teoria scritta su un pezzo di carta, per quante cose l’uomo sappia fare o debba fare, perché spinto dalla sua genialità. Ritengo comunque che occorra, quanto meno, offrire agli altri, da parte di chi ne ha modo, il meglio di ciò che noi stessi abbiamo ricevuto in prestito dalla vita, o dalla fortuna, per alimentarci e crescere nel suo percorso evolutivo, attingendo dai nostri più grandi propositi..: dall’esperienza, dal sapere, dalla ricchezza in generale e dall’amore, nella considerazione che solo dalla nullità non nasce prospettiva.

Ogni uomo di buon senso lo capirà.

Ho sempre scritto ogni cosa da me solo, scavandola nel terreno fertile dell’interiorità umana, calandomi in quel pozzo immenso che è il fondamento della struttura emotiva di ogni essere vivente e che ne custodisce l’unica vera risposta di pace assoluta, per comprendere e accettare la ragione ultima e originale della nostra esistenza. Nelle “scelte di partito” o di qualsiasi azione che ci coinvolga quotidianamente, ci potremmo ritrovare, dopo lunga vita e molto impegno, dal lato sbagliato del fiume ad aver combattuto la nostra lotta per nulla, per quanto le situazioni, le nostre idee o necessità siano improvvisamente cambiate, demotivando in un solo attimo ogni nostra convinzione e predisponendoci alla critica personale per ogni nostra antecedente decisione. Il fiume di se stessi è ciò che non ha sponda mai, perché riversa le sue acque bagnandole nel trascendentale.

E’ una risposta quella che cerco!!

Per ogni uomo c’è un punto di caduta o di crollo. Non esiste uomo tanto forte da saper neanche contenere le lacrime, che copiose dai suoi occhi scendono fino ad invaderne il viso, pensate quanto siamo forti noi umani! Di gusto strano e un po’ salato è ciò che bagna poi la nostra lingua, perché   nella rapida discesa di quella goccia dagli occhi lungo il viso, nel pertugio della bocca è poi finito… è da un evento così naturale che

il ricordo dell’effimero e dell’ amaro, ci mostra quegli elementi mai cambiati, per dire di che cosa è impastato l’uomo fra le sue viscere. “Come in un percorso chiuso ad anello, nel quale la lacrima simboleggia la fonte sacra che apre, disseta e riempie gli animi fra chi la senta cadere, motivando al perdono, o quanto meno alla comprensione, chi si è sentito colpito nel suo aspetto personale. Così per analogia, ma di forma e di significato contrario è lo sputo, un senso di disprezzo che nel culmine di un gusto troppo amaro e insopportabile, porta l’uomo a emettere dalla bocca quella rabbia che ne ha chiuso il cuore “. E’ da quel piccolo fiume d’acqua, scatenato da una forte emozione che nasce il desiderio di liberazione e che scende fino a toccare il cuore, così l’uomo mostra la sua vera forza nel saperlo accettare.

Pensate ora a quanto una goccia d’acqua sappia cambiare il peso e il significato dell’uomo e il corso di una vita intera, demolendo in attimo tutta quella immagine, quella ostilità, quell’orgoglio e quella forza apparente che un essere umano, definito forte dall’aspetto esteriore, sembrava controllare con la sua presenza senza alcuna esitazione… ora è tutto vero, come l’effetto contrario della ragione umana. Pensate voi, se posti nella condizione di trovarvi trasparenti e di poter quindi attraversare muri, giungendo al capezzale dei grandi despoti, condottieri, statisti e assassini che la storia ha tanto acclamato fino a costruirne icone o anche solo nei semplici comportamenti di chi ci vive intorno giornalmente, poteste vedere ognuno di noi sotto un altro aspetto… uomini che giungono perfino a piangere, contorcendosi per ciò che non sanno mantenere coerente neanche in una sola parola.

Uomini definiti Grandi, poterli vedere accartocciarsi come oggetti posto in “sotto vuoto”, dove, per effetto di un’anima che è stata sacrificata sull’altare del male o dell’oblio, è ora il nulla a regnare dentro di loro, per tormentarli e per farli soffrire, condannati alla ricerca perenne di trovare quale colpa o sofferenza li abbia condannati fra le loro paure. Il corso della storia sarebbe molto diverso da ciò che è ora, rivalutando quelle modeste persone che hanno lottato nel silenzio e che nell’anonimato hanno regalato la loro vita alla comprensione e alla speranza di vederne, per tutti, un decorso benevolo nella storia, nell’espressione di un sorriso che oltre la lacrima e rifiutando lo sputo, ne motivi una vita vissuta per passione.

Etica, etica morale?                        

Attendo una nuova proposta anche da parte vostra per capire su quali fondamenti occorrerebbe basare l’evoluzione dell’intelligenza umana! Forse sull’ipocrisia? Forse sulla diversità? Forse sull’esistenza di un Dio individuale? O forse sull’unica occasione di vivere una sola volta al seguito della nostra trasformazione molecolare? No ci vuole solo il reciproco rispetto, non c’è nullaltro da inventare!

Scusate, un’altra utopia umana da raggiungere… come la libertà individuale incondizionata! Nessuno smantellerà mai questa falsa identità dell’essere umano, per ridare un senso più vero, di prospettiva positiva e meno bugiardo alla nostra storia… è il limite che ci siamo proposti. Occorrerebbe cambiare, con decisione, da quei marmi e da quei graniti incisi con lo scalpello, molti di quei nomi di grandi personaggi che la storia ricorda con clamore, perché hanno soggiogato l’umanità e fatto a lor misura il gioco del potere… come esempio positivo per chi verrà dopo di noi. Bisognerebbe apporre al loro posto quei nomi di persone esemplari, nomi mai citati e scarni di potere, ma importanti per aver operato la pace, per non aver odiato nessuno, per aver desiderato il rispetto, per aver offerto ospitalità, per aver mostrato il sapere, per aver donato l’amore, per aver parlato senza ragione personale, per aver aperto la porta della speranza ad un uomo che non può riversare le proprie responsabilità verso un Dio che egli immagina solo come lo vorrebbe. Ogni uomo è impastato della sua stessa effimera sostanza, dove speranza e solitudine sono il cavallo bianco e quello nero della vita e della morte… mescolate pure i colori fino a trovarne le sfumature, ma rimanendo nel dubbio del loro vero significato.

 

2014

“Commento”

Mi sveglio nella profondità della notte col pensiero e con la paura di non aver adempiuto in modo giusto ad alcuni dei compiti assegnatemi dalla vita il giorno prima, o in senso generale nei confronti dei molti accadimenti che mi coinvolgono, ed allora faccio un esame di coscienza e cerco una spiegazione al mio comportamento. E’ una confessione, un momento che ho con te stesso, incontrandomi nel buio con la figura del dubbio e delle paure umane. Talvolta ciò che mi rende insufficiente a saper fronteggiare le varie situazioni che mi si presentano dinnanzi è la poca conoscenza che ho dei loro contenuti, altre volte è la mia incapacità di sapermi posizionare fra di essi con coerenza, con plasticità e con veduta di una verità meno prevedibile rispetto alle nostre capacità di comprenderne una ragione qualsiasi e ad ogni costo, così da non esserne più infastidito.

Penso così ad una giustificazione che possa quietare il mio animo e dove non la trovo chiedo riparo e assistenza alla speranza, in maniera che tutto assuma il valore di un risultato finale positivo, anche senza la mia presenza; ambito nel quale io stesso occupo il posto di spettatore della vita. E’ un momento di auto difesa nel quale ti rendi conto di non essere in grado di fronteggiare al meglio ogni situazione che ti si presenta davanti ed è così che impari a conoscere il tuo limite e a scontrarti con le tue debolezze. Vorrei sempre riuscire a dare delle risposte utili a chiunque mi chieda un parere, ma talvolta sono io stesso a cercarne una adeguata spiegazione. Non temete di mostrare la vostra indecisione, essa servirà per far capire che non siete diversi da nessuno.

E’ un momento di verità quello che vivo quando mi pongo di fronte all’ignoto, o è il volto della menzogna perché sono nascosto nell’omertà?

Non puoi svelare tutto di te stesso, o comunque non ti devi svelare tutto d’un colpo, ponendo in pericolo la tua sicurezza e la tua vita e forse anche quella degli altri, rischiando di perderne i riferimenti più importanti che vorrebbero raccogliere i tuoi stati d’animo fra le braccia di una forza trascendentale necessaria a trasportarti oltre ogni tensione e oltre ogni ansia razionale ed irrazionale. Penso allora che l’uomo moderno perda la sua istintualità, la sua emozionalità, la sua imprevedibilità e parte della sua libertà in nome e per effetto di una costante azione painificatrice esercitata dall’ordine, dal comando e dalla programmazione. Queste tre forze vorrebbero prevedere e organizzare tutto con anticipo e senza lasciare margine all’errore umano e non solo, vorrebbero allontanarci dal rischio e dalla possibilità che tutto si risolva in un modo più naturale rispetto alla loro artificiosità ed anche senza il nostro interessamento e la nostra diretta azione. Tuttavia l’ignoto è ciò che allontana l’uomo da questo potere, esso vive silenzioso e inapparente fra il volere dell’uomo e la sua condizione di indefinibilità, contrapponendosi alla azioni e alle certezze umane per dimostrare che c’è sempre una possibilità che le cose possano cambiare in meglio anche senza quel volere che dipende solo dalle scelte umane. Non temete di sbagliare, l’unico errore rimane nascosto nella paura.

L’uomo, nel tentativo di conoscere ogni cosa, esclude l’errore umano quale fonte di riparazione   alle sue imperfezioni, rinunciando anche alla parte irrazionale di se stesso.

 

2013

“E rimani ad ascoltare”

Dopo aver ben riso, bevuto, cantato e non ultimo anche goduto, rilasserai le tue membra e rimarrai ad ascoltare : quale parte di te stesso devi ancora saziare, appesantita da un vuoto che langue calato nella sensazione che provare malinconia sia l’unica cosa che pesa più di ogni altra fatica mai provata, e che sia sempre – sempre uguale e come sempre, difficile da capire e da sopportare.

Ma come riempire quel che sembra mancare? Nel tentativo di “saziare” avrai fatto ciò che ti ha chiesto il tuo corpo o la tua mente, così per soddisfare i loro modesti e miseri bisogni. La tua vita emozionale batte però veloce da una parte, che non è per   nulla razionale e dalla quale sgorga la sorgente di una felicità comprensibile solo al linguaggio del cuore, tanto che ti fa vibrare da dentro con una emozione incontrollabile e   indefinibile, accendendo i tuoi sensi più forti e profondi con una forza pari al calore delle ceneri incandescenti di un vulcano mai spento: “Cercando fra   quelle cose terrene che si possono definire o desiderandolo fra quelle indefinite per effetto del solo modo di sentire… lì ti potrai ascoltare e provare”!

Ma c’è un solo modo per essere perennemente felici?

Per definizione di ciò che muta e per mantenersi un ruolo nella vita, non è mai fermo lo stesso momento e sentimento della felicità, offuscato e represso da una verità terrena che cambia e nel nostro tentativo inutile di non sentirla da se sfuggire…“L’uomo nel suo percorso   definisce se stesso attraverso la formula della vita, se ne ha conosciuto il turbinio dell’emozione, chi non lo ha fatto ha vissuto solo nell’immagine opaca della propria morte”.

“Un solo istante d’emozione vale più di una   misera intera vita”.

Ringrazio chi mi ha concesso per un attimo questo magico momento!

1979

“Il pensiero di un ragazzo che da grande vorrebbe essere un saggio”

“ Signore quello che ti voglio chiedere è di poter divenire ciò che avverto vivere dentro di me, come una presenza confortante e che mi rallegra dalle tristezze di quel che sento, espresso nella forma inesauribile di una entità mai scambiata e mai esaurita del tuo volere supremo e che, sia pur nello scorrere incostante del tempo, rappresenta una immutabilità dell’origine ordinata della vita.

Il desiderio della conoscenza è ciò che mi renderà felice nei momenti di tristezza che mi coglieranno nell’amara coscienza di quel che vive intorno a noi, avvertiti nella forma di una forza emozionale che si trasforma fuori dal suo luogo naturale, consapevole che tutto quel che accade null’altro è che riassumibile nel grande momento di una visione illuminata, che nell’ultimo ed unico vero istante ci mostra il valore della nostra esistenza.

Signore fa che il dolore sia sempre il compagno della mia vita, così da non staccarmi mai dalla dimensione di questo mondo, ma quel che ti chiedo è di darmi una sofferenza sopportabile e la forza di potermi sempre rialzare per combattere, ma tu non mi lasciare mai solo “.

2008

“La rinascita”.

Sono passati 25 anni da quel lontano 1983, quando smisi, o forse solo sospesi per un tempo a me oscuro, la mia ricerca interiore, esternata   attraverso l’espressione   poetica, di pensiero, di riflessione e di profonda contrapposizione fra le divergenti sensazioni umane. A luglio del 2008 e nel breve arco di tempo di pochi mesi, scrissi centinaia di pensieri e mai avrei immaginato che poi li avrei combinati assieme per costruire un primo libro filosofico a tema, incentrato sul senso del dolore e sulla sua funzione logica ed anche come fattore di imprevedibilità al singolo comportamento umano. Quell’anima che vive in ognuno di noi e che, nel mio caso, per anni si era nascosta nel pozzo profondo della mia interiorità, si era quindi risvegliata all’improvviso, perché richiamata da una importante forza emozionale. Proprio da questa anima viva ho colto in successione, attraverso l’ascolto della sua voce, migliaia di pensieri   e di concetti che personalmente e coscientemente non sempre conosco in modo razionale o   attraverso la sola cultura scolastica e che nella quotidianità degli eventi, non documentandomi attraverso nessuna fonte di informazione e in nessuna altra maniera, non trovano altra spiegazione che non sia irrazionale. Così un uomo di grande cultura, di spiccata capacità intuitiva e che considero un Padre Spirituale scrive su Pensieri senza tempo: “… non si avverte alcuna sia pur minima ipocrisia e mai si scende nella banalità.

Il suo nome è: Gian Gabriele Benedetti..

Quell’anima era quindi tornata a me, senza mezze verità e disposta   a farsi sentire in ogni modo disponibile ed emotivamente forte che le consentisse di colpire la mia sensibilità, indicandomi la strada che avrei dovuto ripercorrere per giungere ad una felicità personale che va oltre qualsiasi spiegazione razionale.

2009  

“Il Destino”:

Che cosa rimarrà di noi? Solo pensieri confusi all’ombra di un uomo che il tempo ha portato via… via per sempre.

Vorrai ricordare quell’uomo nei tuoi pensieri, vorrai sentire i suoi pensieri… come il riunirsi di due anime.

E’ nell’amore verso gli altri il sacrificio di noi stessi, un desiderio mai consumato delle nostre emozioni.

Signore, perdonami.   Da “Pensieri senza tempo”

Commento luglio 2013                            

E’ in questa ultima frase di questo monologo, scritta 4 anni fa, così come a suo tempo decisi di fare e dove chiedo perdono al Dio del possibile”, per non essermi in tutto questo tempo mai sottomesso al suo volere, anzi per averlo combattuto ogni volta con tutte le mie forze e al quale mi sono contrapposto ai tanti segni e alle tante prove da lui rese in chiaro, che ho incentrato il mio comportamento e le mie coerenti scelte quotidiane. Ma come è difficile lottare con se stessi e non sapere mai quale sia il nemico giusto da combattere, nel senso complessivo della felicità umana, perché è difficile discernere fra ciò che è solo razionale o verità profonda che giunge dall’irrazionale. Così, in ultima battuta e in malo modo, è finita una lotta d’emozione fra il volere e il sentire, dove ogni essere umano occupa un luogo e un sentimento di sola sconfitta per un vuoto senza senso e per un senso da dare a quello che ha lasciato solo come un vuoto.

 “ Per ciò che so fare, nulla si fa per me senza il mio consenso “.

Il destino vive per essere capito.

 

2009                        

“I miei proponimenti”:

Camminerò nel nome del Signore, così sentirò invadere il mio corpo e rinvigorire la mia mente, in quel che l’uomo accetta nella presenza di se stesso.   Da “La verità del sentire”

 

La Preghiera: Signore aspetto il tuo parlare come ad illuminare i giorni di sole, lontano dalle certezze dell’uomo, nell’attesa di un nuovo pensare.   Da “La verità del sentire”

 

Signore se non ci dai la forza di accettare un dolore… almeno dacci un dolore da poter accettare.

Da “La verità del sentire”

 

Maggio 2010

“”Trovo involontariamente delle relazioni numeriche che mi aiutano a capire delle realtà che vanno oltre il visibile ””.

 

2013

“Il numero personale”.

Ogni individuo ha un numero personale di riferimento, che definirei col termine di “numero base di calcolo” ed esso ricorre con maggior frequenza nei nostri comportamenti di vita quotidiana, o altresì può essere un numero di non elevata frequenza, ma di grande importanza.

Il numero base di calcolo è personale ed accostabile, con perfetta identità, con una sola altra persona esistente in contemporaneità della nostra vita, esso ci mostra le similitudini e le differenze sulle quali determinare eventi di facile prevedibilità e comprensione.

Per spiegarvi con maggior chiarezza il mio concetto vi dirò questo: è come se ogni essere umano già alla nascita fosse marchiato e codificato, oltre che con la mappatura genetica che già possediamo, anche con un simbolo di riferimento del quale non ci possiamo liberare, ma che ci da l’opportunità di trovare la nostra esatta controparte, o ancor meglio il nostro perfetto incastro, “l’identità speculare”.

E’ una ricerca alla quale ogni individuo è chiamato a partecipare attivamente, perché sollecitato dal desiderio di scoprire tramite essa una felicità di ordine assoluto, oltrepassando i limiti della vita normale. L’attenzione, l’osservazione, l’ascolto, il silenzio e tutto un insieme di piccoli ingredienti fanno parte degli strumenti per scoprire questo rebus di importanza straordinaria… a voi la scelta.

Ogni mistero svelato diventa banale, per quant’egli non abbia saputo mantenere ben nascosto ogni suo segreto.

 

2011

“Qualcuno fra chi ha letto i miei lavori”

Figurazioni, di volta in volta reali e visive, sensoriali ed intellettive, metafisiche e morali… si dirigono vero una pienezza spirituale.   Gian Gabriele Benedetti   ( da “La Verità Del Sentire” )

 

L’anima di cui si cerca di comprendere la profondità e la forza vitale è la stessa che accompagna l’uomo da sempre. Bartolomeo Di Monaco   ( da “La Verità del Sentire” )

… Il mondo delle sensazioni che vive dentro di noi al fine di aiutarci a trovare la strada più importante della nostra vita.   E’ una frase mia che Franca Rambaldi ha fatto emozionalmente sua. (da “La verità Del Sentire”)

 

La felicità non è per i saggi: quelli che ho conosciuto io, non erano felici. (Ha parlato di me nel suo articolo) Augusto Nori.

(dal New Magazine Imperia N.6   anno 2012 )

 

Settembre 2012

“E’ un luogo del mondo che mi manca di raggiungere, lì da dove sono partito per una avventura che mi ha accompagnato per un numero determinato di anni nella mia vita precedente. Un luogo dell’universo che ha il nome dell’uomo e il verso rovesciato del tempo”.

 

Mezza luna assente.

Ti vedo mirare

fra luoghi composti

il mezzo volto

d’un limpido sole

che dal giorno d’oriente

va al tramontare.

 

Freddo e pallido

al cielo appare

quel che illumina

d’un solo riflesso

il nostro mare.

 

Esita fra i punti del cielo

il colore delle stelle

veder   negli occhi

di chi in mezzo a loro

i ricordi li ha potuti lasciare.

Seduto in un luogo illuminato dal sole, al porto di Oneglia e in un pomeriggio di settembre, scrivo in un attimo questa poesia che mi proietta a dare un senso, leggendo il suo testo, ad una parte fondamentale del mio percorso umano e spirituale precedente e che riaccende in me la speranza di continuare questo viaggio così lungo e faticoso, anche se forse senza sfogo.

 

Luglio 2013

“”Una scelta coerente””

Se non conoscessi a chi appartiene la mia anima, provvederei forse a venderla al miglior offerente, o chissà a quale altra ragione più ovvia o più facile per sentirla pienamente felice nelle scelte terrene.

Fra le due strade del destino che quasi ogni giorno vedo pararsi dinnanzi alle mie scelte, c’è la possibilità di asservire la mia anima al potere e al bisogno dell’amore umano o di lasciarla libera alla conoscenza e alla percezione del trascendentale, nella speranza di cogliere almeno qualche aspetto del Divino. Troppe volte mi son sentito legato e schiavo in questa vita, ed ora vorrei tentare un’altra strada, nella speranza che la felicità, che ella sa donare, non abbia da nessuna parte lo stesso confine.

E’ forse proprio vero che quel che tiri verso te stesso, nel tentativo di soddisfare una parte dei tuoi bisogni, viene poi a mancarti dall’altro lato, dove per una “coperta troppo corta” l’uomo immagina che per renderla grande si sufficiente spostarla dove occorre al nostro volere.

E’ un concetto, quello del piacere personale, che oltrepassa ogni logica attenta nel quieto vivere fra le persone, dove alle necessità personali più impellenti finisci per accostare anche i desideri più incontrollati, sminuendo e demolendo il concetto stesso di una felicità che non porti ogni singolo individuo ad essere il solo protagonista delle proprie scelte.

Fra le condizioni di mantenere in vita le cose più semplici, c’è la possibilità di vedere nella complessità della scelta il valore della nostra coerenza.

 

La difficoltà di quadrare un cerchio è solo quella di mantenere ferma la nostra mano.

 

2013

“”Dopo un lungo preambolo ecco L’introduzione””.

Sono rinato nel secondo decennio del 1800, sia pur che questa ampia generazione parentale abbia avuto inizio                  già dalla fine del 1600/primi del 1700, nel segno della costellazione dello scorpione ed ho vissuto la mia vita nel sud dell’India e precisamente nella regione del Tamil Nadu. Due sono i segni astrologici di riferimento e che fanno da base alla comprensione del comportamento di tutte queste alternanze generazionali e precisamente l’Ariete e il segno dello Scorpione. Quello che è scritto nelle stelle è tradotto dalla natura.

Praticai il Shatra Naadi… “l’energia canalizzata” e la mia vocazione era quella di essere un Guru. Morii ad              una età ben determinata ed inferiore ai 50 anni e nella mia esistenza viaggiai   spostandomi dal Medio Oriente, luogo dove ritengo d’esser nato, verso le Regione Indiana, dove trovai il mio lungo e ultimo destino. Effettuavo i miei viaggi prevalentemente nel periodo stagionale che cade in corrispondenza con le piogge monsoniche locali. In quel trascorso di tempo passai la mia esistenza da guida spirituale, da sensitivo ed è quello che è sempre stata, anche in questa vita,   la mia massima passione ed aspirazione.

Ho avuto quattro figli in quell’avvicendamento di azioni, due dei quattro figli erano maschi e due femmine; i primi due che diedi alla luce, un maschio e una femmina, erano gemelli ed anche non comuni, a loro e non a caso, lasciai l’eredità della mia massima conoscenza spirituale….   per tutti i figli che misi al mondo posso dire che avevano qualche cosa di speciale…. continua

 

2013

“”La riflessione del pensiero umano crea l’immagine doppia   della coscienza””.

Potrei, forse, continuare in eterno a scrivere pensieri, testimoniando l’infinita vastità di questo mondo astratto all’afferrabilità umana e se ancor il tempo mi aiutasse a “passare oltre,” vorrei capire e trasmettere con frasi e parole, quali sono le regole fondamentali che tengono in equilibrio forze contrastanti, quali elementi articolati dei micro e macro sistemi legati ad una sola legge generale. Come nella musica, che con le sette note fondamentali compone una infinità di suoni e di espressioni sonore, talvolta incomprensibili o misteriose all’orecchio umano, ma che da sempre fanno da cassa armonica a frequenze comuni al nostro sentire e alla nostra sensibilità, così è il pensiero, che nel suo immenso canto o urlo di liberazione, da una situazione coercitiva di fisicità, esprime la sua illimitatezza fra la vasta gamma di composizioni astratte o irrazionali. Tutto è riferito ad un regola matematica, espressa nella forma musicale o nella struttura di una costruzione concettuale, reale o immateriale, dove nulla cambia per il risultato finale in senso assoluto e per me che non so calcolare, ma solo pensare in questo modo, spero nell’estro particolare di qualcuno che un giorno lo possa dimostrare!

“Il pensiero umano è un ordine matematico”.          

Tutto è riconducibile ad una formula matematica, ad una espressione o ad una semplice operazione come base di combinazione o di accordo irrazionale, anche il pensiero umano. Questo apre ad una sfera che pone fra le capacità della mente, oltre a quella di eseguire un calcolo logico, anche la possibilità di pensare in modo illogico ma ordinato, accostando ad ogni elemento fondamentale dell’esistente un numero specifico ed assoluto nel significato complessivo derivante da tanti caratteri che ne garantiscono lo stesso risultato. Valore numerico che nella somma e nella sottrazione delle sue forze antagoniste pone un risultato finale di equilibrio fra gli elementi in gioco, riducendo tutto ad una differenza pari all’immaginazione…

Forma di mondi che rendono senso nell’ampiezza complessiva dell’istante.

L’illogicità è derivante dalla nostra condizione mentale di disordine e di mancata scissione della forma di integrità rispetto a quella di fluidità.

            “Alcuni degli argomenti trattati”.

            Numeri assoluti, numeri relativi.

            L’anima, l’interiorità, la coscienza, le dimensioni, le definizioni.

            L’universo dell’assoluta relatività.

 

2014

Commento”

Chiudo questa parte speciale del libro con un commento semplice e sintetico esprimendo le motivazioni che mi spingono alla mia costante azione di ricerca nei confronti dei valori più profondi insiti nell’animo umano e che fanno da guida e da indirizzo al percorso evolutivo di massa ed individuale della specie umana, certo che ognuno di voi capirà la buona fede con la quale oriento le mie attenzioni e il mio pensiero. Nel libro ho altresì citato, tramite frasi specifiche, alcuni nomi, ma l’ho fatto non per creare maggiore pubblicità nei miei confronti, ma per lasciare un segno del passaggio di queste persone. Certo della vostra comprensione, vi ringrazio e vi auguro tante cose belle dalla vita.

 

La cosa peggiore che un uomo possa fare per alimentare la sua verità, è quella di continuare a credere alle proprie balle.

“ Se non sentissi che da qualche parte c’è qualche cosa di   importante da capire, eviterei di cercare”!

2014

“Definizione”

Il Pensiero Riflesso è il contenuto speculare di una riflessione semplice che pone l’uomo su due fronti opposti in riferimento ad uno stesso concetto dibattuto. Nella forma esistenziale è ciò che avvicina due pensieri, posti all’antipodo del loro unico significato, rendendoli uguali nei contenuti essenziali di base. Nel valore umano è ciò che rende uguali gli uomini posti di fronte ad una verità che è opinabile solo negli schemi del pensiero, ma che non crea, nei valori assoluti immagini speculari, riflessioni e significati contrapposti di nessun genere. Ogni concetto è fine a se stesso, così come è fine a se stesso ogni comportamento umano… discernere fra l’uomo e il pensiero significa paralizzare la vita e la morte nella stessa cellula emozionale.. oltre ogni ragione.   “Il pensiero è ciò che cambia la capacità di pensare”

2013

“IO SARO’ CIO’ CHE SO ESSERE”.


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1 commento

  1. Commento by fabio strafforello — 27 Maggio 2014 @ 21:29

    Pubblico qui al seguito la recensione fattami dal Maestro Gian Gabriele Benedetti, ringraziandolo di cuore per il suo preziosissimo dono. Fabio Strafforello

    Brevi note sulla pubblicazione di Fabio Strafforello

    “PENSIERI RIFLESSI”

    Dalla molteplicità dei temi trattati, ci si può domandare: quale è la chiave per intenderne il messaggio? Credo che la chiave stia nel riuscire a penetrare nell’animo e nella mente dell’autore e ricavarne il macrocosmo ed il microcosmo del suo essere.

    Il tracciato letterario e filosofico che si intraprende si articola ampiamente attraverso significati sottesi e non, attraverso pensieri che si fanno configurazione interrogativa per chi scrive e per chi legge. Si offre, attraverso la densità delle pagine, una grande possibilità di ricerca di una via che conduca la persona a rendersi conto di se stessa e il divenire a farsi saggia dimensione. Non si prospetta la certezza di verità assolute, bensì si propongono mezzi efficaci a portare maggiore nettezza nei confronti di ciò che potrà venir considerato vero e umanamente accettabile. Si può dire che l’autore, attraverso un contatto quasi dialogico, ci vuole spronare ad introdurci in una luminosità comportamentale. La significazione dell’essere si identifica negli elementi che ci offrono la vita, la natura, la memoria, la fede, la famiglia, l’amicizia, il rapporto umano, passando anche attraverso l’analisi particolare e affascinante dei numeri e delle loro possibili relazioni, nonché delle loro (misteriose?) combinazioni di riferimento.

    Profondità e vastità di pensiero, dunque, estesa gamma di aneliti d’una coscienza decisa e forte a definire il mondo, l’uomo, gli avvenimenti, la metafisica…; di una coscienza che vuole spronarsi e spronarci, e spingerci ad assumere realmente le nostre responsabilità d’esseri umani pensanti ed inseriti in una realtà quotidiana.

    Non è, questa, lettura per persone superficiali, poco disponibili e distratte; lettura non sempre accessibile per l’essenzialità delle ricche riflessioni e la profondità del contenuto. Ma qui, in siffatto lavoro, si può trovare il verso giusto, effettivo per districare la complessa trama del vivere e disegnare un’esistenza degna di tal nome e consona in ordine agli eventi che si susseguono intorno a noi.
    Gian Gabriele Benedetti

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A chi dovesse inviarmi propri libri, non ne assicuro la lettura e la recensione, anche per mancanza di tempo. Così pure vi prego di non invitarmi a convegni o presentazioni di libri. Ho problemi di sordità. Chiedo scusa.
Bart