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LETTERATURA: “Legenda aurea”: Santa Marta

27 Giugno 2022

(Estratto da Jacopo da Varazze: “Legenda aurea”. Curatori e traduttori dal latino Alessandro e Lucetta Vitale Brovarone. Editore Giulio Einaudi)

La “Legenda aurea” è un’opera del XIII secolo, a cui hanno attinto molti artisti. Ancora oggi la si legge con molto interesse. Ci narra la vita di numerosi Santi, raccontando fatti che pertengono più alla leggenda che alla storia. (bdm)

Marta, che ha il titolo di merito di aver ospitalo Gesù, era di origine regia tanto da parte del padre Siro, quanto da parte della madre, Eucaria. Il padre governava la Siria e molte città marine, mentre Marta, con sua sorella, era padrona, per linea materna, delle intere città di Magdala e di Betania, oltre che di una parte di Gerusalemme. Non risulta da nessuna fonte scritta che mai si fosse sposata, né che mai abbia avuto relazioni con uomini. Era lei che, come nobile padrona, voleva servire il Signore, insistendo che anche la sorella servisse, poiché pensava che per un tale ospite non bastasse il servizio del mondo intero.
Dopo l’ascensione del Signore, quando gli apostoli si dispersero, Marta con sua sorella Maria Maddalena e suo fratello Lazzaro, in compagnia anche di Massimino, che le aveva battezzate e cui lo Spirito Santo le aveva affidate, e di molti altri, furono caricati dagli infedeli su di una zattera e gettati in mare senza remi né vele, né timone né viveri: tuttavia, guidati dal Signore arrivarono sino a Marsiglia. Andarono poi nella zona ove sorge Aix-en-Provence, ove convertirono gli abitanti alla fede: Marta infatti era una buona parlatrice, ed era gradita a tutti.
C’era allora in un bosco tra Arles e Avignone un drago, mezzo animale mezzo pesce, un po’ più grande d’un bue, pili lungo d’un cavallo, con denti affilati come spade, con due grandi piastre ai fianchi come una tartaruga: nascosto nel fiume uccideva lutti coloro che lo attraversavano e faceva affondare le navi. Era stato portato là per nave dalla Galazia d’Asia, ed era stato generato da un leviatano, che è un serpente d’acqua ferocissimo, e da un animale che ha nome onaco », che nasce in Galazia: ha la proprietà di lanciare il suo sterco contro chi lo insegue, come se tosse una freccia, e chi ne è colpito brucia come se fosse fatto di fuoco. La gente del luogo pregò Marta di occuparsene, e Marta lo trovò in un bosco, che stava mangiando un uomo. Gli gettò dell’acqua benedetta, gli mostrò una croce, e l’animale, come soggiogato, stette davanti a Marta mansueto come una pecora. Marta lo legò con la sua cintura e gli abitanti poterono così ucciderlo a colpi di lancia e di pietra. Gli abitanti chiamavano l’animale «tarascuro », e perciò, in memoria di questo prodigio, quel luogo si chiama ancor oggi Tarascona, mentre prima si chiamava Nerluc, che significa «luogo nero », perché lì i boschi sono fitti e pieni d’ombra.
Lì Marta, chiestane licenza al maestro suo Massimino e a sua sorella Maddalena, si fermò, dedita a continue preghiere e digiuni. Si raccolse man mano attorno a lei un gran numero di consorelle-, sino a che non si costruì una grande basilica dedicata a santa Maria sempre vergine, ove Marta condusse vita molto severa, non mangiando carne, grassi, uova o formaggio, né bevendo vino; mangiava una sola volta al giorno, e si inginocchiava ben cento volte- nella giornata e altrettante la notte.
Una volta, mentre stava predicando, vicino ad Avignone, tra il fiume Rodano e la città, un giovane che si trovava sull’altra sponda del fiume voleva in tutti i modi sentire le sue parole. Non avendo un battello per attraversare, si tolse i vestiti e si gettò a nuoto, ma la corrente lo travolse subito, e affogò. Riuscirono a ritrovare il corpo il giorno dopo, e fu messo ai piedi di Marta perché lo resuscitasse. Marta apri le braccia a croce e prostratasi a terra pregò in questo modo:
– Adonai, Signore Gesù Cristo, tu che un tempo hai resuscitato mio fratello Lazzaro che amavi, guarda, mio ospite caro, la fede di tutte queste persone, e resuscita questo ragazzo.
Prese la sua mano, e quello subito si alzò vivo, e ricevette il santo battesimo.


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Bart