LETTERATURA: Rosita
6 Marzo 2009
di Mario Camaiani
  Il sole, tramontante dietro le colline, inondava dei suoi dorati raggi la prosperosa campagna.
  Un giovanotto e una ragazza, in bicicletta, rientravano in paese dopo una passeggiata per la zona circostante. Erano due abitanti del luogo, si conoscevano fin dall’infanzia, ed ora il giovane corteggiava la ragazza.
  -Guarda, Franco,  com’è bella la natura! Ci si sente riempire il cuore di gioia! Non c’è niente di più magnifico di un paesaggio campestre…ma tu non sei romantico, pensi solo al lavoro e al guadagno.
  -Certo che con il solo sentimentalismo non si mangia, riprese Franco, ma se tu vuoi diventerò l’uomo più sognatore del mondo!
  -Bum! -riprese ridendo la ragazza, una florida e robusta campagnola, queste cose o si sentono o altrimenti si recita una commedia.
  Il giovane, piuttosto rozzo ma esuberante e simpatico, si accostò alla sua compagna, fermò le biciclette e quasi sussurrando le disse:
  -Rosita, ti vuoi decidere, allora? Sarei un bravo marito: non ti mancherebbe nulla. Non rimandare ancora la risposta. E la prese per una mano, ma la ragazza riprese a pedalare e soggiunse:
 -C’è ancora tempo per pensarci; per ora rimaniamo buoni amici.
 -Forse, riprese un po’ risentito il giovane, aspetti anche quest’anno il tuo amico cittadino? L’estate è prossima e presto giungeranno i villeggianti.
  -Chi, Marino? Ma se lo conosco appena, non so nemmeno se quest’anno verrà !
  La ragazza invece mentiva, L’anno avanti era giunta in villeggiatura, da una città sul mare, la famiglia Carpa che aveva preso alloggio in una casa vicina a quella di Rosita.
  Marino Carpa, un ragazzo alto e distinto, aveva subito preso simpatia per Rosita ed anch’essa si sentì portata verso il giovane, ma la cosa non andò più in là di una semplice amicizia perché la ragazza non si fidava del giovane cittadino  nonostante la buona apparenza di questo. Essa temeva che Marino si volesse divertire con lei e poi piantarla, come avevano fatto altri villeggianti con altre ragazze.
  Durante l’inverno Marino aveva scritto ogni tanto a Rosita e ai suoi familiari e fra poche settimane egli sarebbe tornato in villeggiatura con i genitori, a cui l’aria salubre di collina aveva molto giovato alla loro salute.
  Quindi Rosita, prima di decidere se fidanzarsi con Franco, verso cui nutriva una forte amicizia ma non vero amore, desiderava rivedere Marino per conoscerlo meglio. Â
  Giunse l’estate e con essa arrivarono i Carpa e Marino e Rosita ripresero a frequentarsi. Ma l’amichevole relazione dei due giovani ferì l’orgoglio di Franco che una sera aspettò Rosita di ritorno dai campi e le disse:
  -Dunque, l’ingenua campagnola sta cadendo nella rete del Casanova, eh!
  -Che vuoi dire? rispose seccata la ragazza.
  -Tutti in paese hanno notato la tua relazione con quel tizio, riprese rabbiosamente Franco, so che egli si vanta di averti incantata; ma non capisci che lui non cerca altro che il passatempo per questo mese? E mi meraviglio dei tuoi genitori che permettono che tu pratichi quel bellimbusto!
  Rosita diventò rossa in viso ed esclamò:
  -Franco, quel che dici è grave: non può essere che Marino sia un tipo simile!
  -Invece è proprio così; incalzò il giovane, ma allora sei innamorata di lui?
  -Niente affatto, ma tengo al mio onore, riprese la ragazza e se è vero quello che hai detto, non gli parlerò più.
  Franco sorrise celatamente e soggiunse:
  -Rosita,  ti voglio veramente bene: dimmi di si!
  -Vedremo, Franco e la ragazza gli strinse la mano: al giovane questo parve un assenso.
  Nei giorni seguenti Franco diventò noiosamente assiduo con Rosita e pretendeva che lei non si facesse più vedere da Marino. Â
  Così la ragazza era in una situazione imbarazzante e allora si confidò con Luisa, che fino a che non aveva preso marito era stata la sua migliore amica.
  -Posso chiarirti molte cose, le disse Luisa, anzi avevo già intenzione di parlarti in proposito: ti considero come una sorella  e quindi capirai  che lo faccio per il tuo bene. Prima di tutto devi sapere che Franco ha raccontato agli amici che è fidanzato con te (me l’ha detto mio fratello) e si fa grande perché l’ha fatta in barba a un cittadino. E poi ho buone ragioni per ritenere che egli sposandoti mira soprattutto alla casa ed al podere dei tuoi: come sai egli è egoista e interessato. Poi ti posso assicurare che invece quel Marino non è un tipo come te l’ha descritto Franco. Anzi, è un bravo ragazzo che in queste due occasioni che è capitato nel nostro paese si è fatto benvolere da tutti per la sua modestia e sincerità e, come amori, ha solo avuto il tuo corteggiamento. E non ha mai detto niente di te. Questo è quello che, in tutta coscienza, posso dirti, Rosita: ora sta a te tirare le somme e decidere.
  Rosita, un po’ scossa per quanto le aveva detto l’amica, rispose: – Ti ringrazio Luisa  di essere stata sincera. Penso che non deciderò un bel niente e lascerò perdere Franco e Marino. Ne ho abbastanza! Sono appena ventunenne e vuol dire che se uno dei due mi vuole veramente  aspetterà qualche anno,  ma per ora non ne voglio più sapere di fidanzarmi!
  Nei giorni seguenti, quando Franco si  accorse che Rosita era molto fredda, cercò di convincerla in tutti i modi e infine, viste perse le speranze, si infuriò: -Tu ormai sei la mia fidanzata! E lo sanno tutti!
  -Hai fatto male a dire ciò che non è vero, ribattè calma la ragazza:  io sono libera di fare come mi pare e se continui con quel modo aggressivo e prepotente non ti meriti che ti rimanga nemmeno amica.
  Al che Franco, ormai fuori di sé, andò via senza nemmeno salutarla, brontolando villanamente: – Ho perso fin troppo tempo dietro a quella sciocca indecisa!
  La stessa sera seduti al fresco in un angolo dell’aia, mentre un’ orchestrina composta da fisarmonica, mandolino e chitarra allietava i buoni villici, Rosita e Marino conversavano. Il giovane, notato il distacco che da qualche giorno Rosita gli mostrava, si era deciso a definire la questione amorosa, facendole la dichiarazione.
  -Non mi sento ancora di fidanzarmi, rispose la ragazza. Forse fra un anno o più, chissà : se mi vuoi veramente bene, saprai aspettare.
  Marino (ben diversamente da Franco), soggiunse subito:- Anche tutta la vita ti aspetterei, comunque una certa speranza me l’hai già data.
  -Forse, riprese Rosita. Però molte difficoltà mi sembrano difficili da superare: come potrei lasciare la terra ove ho sempre vissuto e i miei cari, per una fredda e sconosciuta città ?
  Marino capì che la ragazza stava cedendo e allora cercò di essere il più persuasivo possibile:   -La città in breve tempo la conosceresti e l’apprezzeresti  molto più del piccolo paese e non saresti sola, perché il mio affetto ti riscalderebbe la vita ed i miei familiari e le altre persone con cui verresti ad avere relazione ti sarebbero altrettanto cari dei tuoi conoscenti di quaggiù. Inoltre molto spesso si verrebbe qui dai tuoi genitori  ed altrettanto potrebbero venire loro da noi, in città . In sostanza, anziché perdere qualcosa si acquisterebbe di più e si allargherebbe il raggio della nostra vita. E il nostro amore dove lo metti? La felicità di vivere insieme, magari in capo al mondo, sarebbe già bastevole per vincere qualsiasi dubbio.
  Rosita capì le giuste ragioni del giovane e gli sorrise con comprensione. Â
  Venne l’autunno grigio e triste, il paesaggio della campagna era malinconico.
  Rosita lavorava, in casa o nei campi e si era fatta molto riservata. Dalla lontana città sul Tirreno, Marino le scriveva  rinnovando le sue intenzioni d’amore e le narrava della vita in città , ben diversa dalla  monotonia provinciale. Rosita gli rispondeva scrivendogli di come andavano le cose al suo paese e così facendo, la relazione fra i due giovani si stringeva verso la felice conclusione. Â
  Il gruppo di ragazze procedeva festoso verso il cinema. Era un pomeriggio di domenica e le belle campagnole vestivano i migliori abiti, destando l’interesse ammirato dei compaesani. Esse parlavano vivamente dell’argomento del momento: le prossime nozze di Franco con una zitella di quarant’anni, che era una discreta possidente in un paese vicino.
  Rosita era rimasta molto colpita dalla notizia: allora Franco era veramente un interessato che cercava nel matrimonio solo un miglioramento economico. Il giudizio dell’amica Luisa era stato esatto.
  -Dì, Rosita: che ne dici tu? Pure che fino a qualche mese fa Franco faceva il cascamorto con te!
  -Ma come sapete non l’ho mai voluto. Avevo capito di che tipo si trattava, rispose la nostra ragazza alle amiche, ma pensava invece con terrore al rischio corso di sposare un tipo simile!
  Così, dopo la chiara dimostrazione che Franco non l’aveva mai amata, Marino aumentò enormemente in considerazione agli occhi della di Rosita. Si era agli inizi della primavera, la natura si rinnovava in tutto il suo fulgore ed essa finalmente aveva deciso di fidanzarsi con il lontano innamorato.
  Ne parlò ai propri genitori, raccontando loro tutta la storia e concludendo che era certa che lei e Marino si sarebbero voluti bene per sempre.
  -Tua madre ed io eravamo a conoscenza del corteggiamento di Franco e di Marino, rispose il padre  e ti tenevamo d’occhio  aspettando che le cose maturassero. Ora che a questo siamo giunti ti consigliamo di pensarci bene perché la nostra, come sai, è una famiglia seria e vogliamo che il fidanzamento sia ben fondato! Non importa se il giovane è campagnolo o cittadino, ricco o povero, bello o brutto: basta solo che sia onesto, laborioso, di principi cristiani e che ti voglia bene.
  Rosita buttò le braccia al collo dei genitori: – Sono sicura di quello che faccio, disse,  e sarò felice!
  E così infatti fu. Rosita non si era sbagliata e la sua unione con Marino fu molto fortunata, con grande consolazione degli  anziani genitori degli sposi. Ma il giorno più bello, in cui la commozione gioiosa raggiunse le più alte vette venne un anno dopo: in quel giorno aprì gli occhi al mondo una meravigliosa bambina, la primogenita di Marino e di Rosita.
Letto 2009 volte.
Commento by Gian Gabriele Benedetti — 6 Marzo 2009 @ 16:38
Storia d’amore, pur nel contrasto di diverse vedute e aspirazioni, che è segnata, anche nei momenti di dubbi e di una certa conflittualità , dallo scorrere di ritmi lievi e si pregia di piccoli ma significativi raggi luminosi, mai abbaglianti, di autenticità . E qui la donna dimostra le più limpide intuizioni e la indiscussa serietà di intenti. In fondo è l’amore vero che trionfa. L’amore privo di scorie egoistiche e ricco di sani ideali, che arrivano ad offrire il dono più bello, più prezioso: una nuova vita
Gian Gabriele Benedetti
Commento by Mario Camaiani — 7 Marzo 2009 @ 10:07
Ti ringrazio, Gian Gabriele, per questo tuo commento così acuto e profondo, che mette in risalto i veri valori che permeano la narrazione del mio racconto.
Con amicizia
Mario.