LETTERATURA: Stralci7 Giugno 2010 di Mauro Cristofani Quando deciderò il mio suicidio non chiamerò nessuno, sapranno a seccatura già avvenuta. Notte piovosa avere e non avere, soprattutto il secondo. Organizzo la mia giornata di domani, mi andrebbero cose minimali e senza impegno, che rottura i cosiddetti grandi temi esistenziali e dolce la routine se non prevede code agli sportelli. Idee che deambulano. Sono un poverocristo senza una croce a cui inchiodarmi e vivo nel terrore che quella mi chiami o che nella peggiore delle ipotesi ripiombi qui, non c’è nulla di più schifoso del vomito delle storie finite. Rivedo un vecchio film in bianco e nero (i migliori colori della vita perché gli altri son tutti menzogneri), si rifà a un testo di Osborne l’arrabbiato dei Sessanta. Alla fine Alison dice Io non voglio essere neutrale voglio essere una causa persa voglio essere sporca e inutile, non vedi? ci sono alla fine nel fango e mi ci sto volentieri rotolando, e Jimmy risponde Basta adesso staremo insieme nella nostra tana di orsi e di scoiattoli, vivremo di noci e di miele…Ecco lì io ho singhiozzato. Non perché commosso ma di rabbia, perché gli amori non finiscono mai in quel modo romantico e originale ma sempre a pesci in faccia. Se la gente sapesse che mi passa per la testa avrebbe paura, povero capone mio dovrei metterti a riposo e adoperare invece il pescemorto che ho fra le gambe, ma quando tento di farlo quello per dispetto si rifiuta. Sarà possibile trovare uno straccio non dico di felicità ma almeno che non sia solo sopravvivere, che non faccia apparire tutto inutile? Lei è sulla porta mi s’avventa contro e mi bacia, ribrezzo di bocchina umidiccia. Lei della serie pronta-a-tutto-pur-di-farmi-amare ben sapendo che la belva non diventerà mai un gattino (ma proprio questo la eccita). T’invidio, invidio la tua capacità spudorata di saper vivere storie inventate senza paura d’apparire un’eroina da telenovela, oggi nel tuo copione c’è scritto Porgergli un bocciòlo di magnolia e lo fai come tu fossi Francesca Bertini. In fondo io e te siamo due idealisti, ognuno a suo modo certo ma due meravigliosi caparbi donchisciotte e di sicuro invecchieremo senza saperlo, vieni qui che ci meritiamo una scopata. Però ora se n’approfitta, i suoi blitz in casa mia continuano. Ecco cosa vuol dire lasciarsi andare per un attimo a fare il dolcione, è veramente un impiastro e me l’ha proprio rotto. Ma non capisci? son passati i bei tempi di quando eravamo giovani liberi entusiasti della vita, non quei rottami d’oggi piegati da troppi calci nel sedere traditi dai sogni disillusi da mille isole non trovate. Oggi i soli voli che possiamo fare sono quelli del tacchino, da qui a lì e poi si casca giù. Eppure io avrei ancora voglia di salire in alto, a costo di rompermi l’osso del collo (che la fine mi sorprenda vivo, disse qualcuno). Lei di nuovo all’attacco è sicura d’aver trovato le parole giuste per farmi un certo discorso…No per favore no! Sì invece sei solo un egoista, lascia perdere tutta la gentaglia che ti gira attorno sono rapporti falsi fatti solo di sfide e di sopraffazioni, Ah ecco il tuo razzismo finalmente ti scopri degna di tua madre, Sì è vero sono stata complice dei tuoi giochi pur di rendere più forte il mio amore per te, invece ero solo una vigliacca ora lo so, Brava vedi che lo riconosci, hai fatto sempre tutto da sola io non c’entro perché continui a coglionarmi?, Vergognati hai un modo di considerare gli esseri umani che fa pena, per te sono soltanto oggetti che servono a lustrare la tua vanità, sei vuoto vuoto hai capito, la tua vita è vuota anche se vuoi farla apparire stupenda, ci cascano solo gli intrallazzatori ambigui come te, Benissimo allora lo sei anche tu visto che ci sei cascata. No io sono solo una cretina, frase ripetuta all’infinito. Tutto fra calci e pugni, fra lacrime rabbiose e digrignar di denti, girandoci intorno ognuno pronto a dare l’ultima cornata, ora un po’ tori ora un po’ toreador. Poi la scena madre dell’abbraccio e del malgrado-tutto-ti amo-e-sempre-t’amerò, l’ho vista tante volte e mi mancherebbe se non la facesse perché lì è insuperabile, ogni volta inventa un’aggiunta una variazione un tocco d’effetto. Vai è il tuo momento, fammi vedere quello che sai fare maga da telenovela amica mia antica maledizione, mia eterna castratrice. Letto 1430 volte. | ![]() | ||||||||||
Commento by claudio grosset — 7 Giugno 2010 @ 07:03
Leggendo questo Stralci(o), a me viene in mente una canzone di Vasco “ Voglio trovare un senso a questa … – anche se questa … un senso non ce l’ha”. Spesso si prova un senso di smarrimento che si combatte in vario modo, autolesionista o inefficace o ad effetto temporaneo, Cristofani invece ce lo propina, lo smarrimento, facendocelo condividere in questa stimolante lettura scrittura. E c’è sempre la chiusura del cerchio, l’altro da sè, la donna (Alison) in questo caso o l’uomo (Jimmy), è lo stesso, non bastiamo mai a noi stessi, la natura ci rende schiavi e noi poveri illusi che ci crediamo ‘liberi’. Chissà, se fosse vera l’ipotesi, la famosa teoria, d’un grande folle o di un Grande sull’ ‘oltre-uomo’, forse potremmo coltivare la speranza d’ “…uno straccio.. di felicità..” o, almeno del suo… eterno ritorno!
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