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LIBRI IN USCITA: Elena Maffioletti: “Il ladro di parole”, Fernandel

14 Novembre 2009

Elena Maffioletti  
Il ladro di parole
Pagine:  160
Prezzo:  â‚¬  12,00
Romanzo
Isbn: 978-88-95865-17-1

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Barbara è una famosa scrittrice in lento declino. Lavora a un nuovo romanzo, ma le parole la tradiscono in continuazione. Diventa sempre più faticoso riempire la pagina bianca, così come diventa sempre più difficile accettare i segni dell’età che avanza. Accanto a lei, a condividere un’esistenza scandita dal ticchettio dei tasti sul computer, c’è Betta, la fedelissima redattrice e segretaria tuttofare.  
 
 
 
Una sera d’estate però una copia del manoscritto viene perduta. Un incidente che segna una svolta in quel mondo fatto di parole. Si fa vivo un invadente sconosciuto che riscrive l’opera pagina per pagina. Sfronda, modifica e inventa nascosto dietro a un indirizzo e-mail, scardinando il sentimento di complicità che unisce le due donne e modificando profondamente il loro rapporto. Affascinata suo malgrado dalla sfacciataggine e dal talento dell’uomo, Betta si lascia coinvolgere in una corrispondenza nella quale affiora la sostanziale componente erotica della scrittura. Barbara, offesa e violata in ciò che possiede di più intimo, cerca invece improbabili occasioni di rivincita. Alla fine ciascuno dei tre dovrà fare i conti con ciò che ha guadagnato e ciò che ha perduto…

Elena Maffioletti vive in provicia di Bergamo. Ha pubblicato due romanzi con l’editore Mauro Baroni di Viareggio:  Sotto il cielo d’aprile  (1993) e  Le prigioni del verde (2003). Collabora alle pagine culturali dei quotidiani della zona in cui vive con articoli e recensioni.

Fernandel
via Col di Lana, 23 – 48121 Ravenna
Tel. 0544 – Fax 0544 1930153
401290
promozione: Lineabook
distribuzione:  PDE
e-mail: fernandel@fernandel.it
web: www.fernandel.it


Letto 2267 volte.


4 Comments

  1. Commento by ENZO FERRARI — 24 Dicembre 2009 @ 18:56

    Solo che la citazione e le prime pagine mi hanno convinto. Subito dopo Natale cercherò il libro.   Buono il modo di scrivere, rientra molto nel mio sentire.
    L’argomento è altrettanto interessante e decisamente intrigante.
    Dopo la lettura dell’intero, ci risentiamo.

    Enzo Ferrari/Imperia

  2. Commento by Ida bamberga Premarini — 13 Gennaio 2010 @ 11:08

    Protagonista della narrazione è indiscutibilmente il romanzo stesso: partorito da una ‘madre’ svuotata, esso presenta alla nascita alcune deformità di varia consistenza, che vengono messe in evidenza da una ‘zia’ solerte e preoccupata. Smarrito e inutilmente ricercato dalle due donne, per sua fortuna viene trovato, accudito, curato, sottoposto a delicati e competenti interventi da uno sconosciuto chirurgo plastico e quindi restituito – praticamente a rate – alla ‘madre’ e alla ‘zia’, che lo ricompongono amorevolmente. È, alla fine, nel suo pieno splendore e può godere del successo e dell’ammirazione del pubblico.

    I personaggi. Intorno al protagonista ruota un pianeta al femminile: soltanto ai poli si stagliano due figure maschili: l’ex direttore editoriale da una parte e il bibliotecario/revisore dall’altra. Due uomini attraenti, capaci di suscitare un interesse non solo intellettuale o spirituale…

    Nessuna delle donne, invece, pare dotata di particolare bellezza (anzi sono descritte in maniera talvolta impietosa), ma ciascuna ha in sé un singolare e specifico fascino: il dono della scrittura in Barbara (belle e inquietanti le pp. 69-70), la forza di volontà in Betta, i dolorosi ricordi mescolati alla poesia di Neruda in Elvira, un dramma di sfruttamento faticosamente rielaborato in Nina, il desiderio di non perdersi in Mariella.

    Ognuna di loro ha una storia privata che converge e si intreccia con quella delle altre, a dare senso alla vicenda comune, Le donne hanno compiuto un cammino insieme, talvolta faticoso, raggiungendo una simbiosi che non esclude la rudezza, ma lascia trapelare affettuosità e comprensione. Ben delineati, i diversi caratteri non si prevaricano mai, ma si armonizzano in un caleidoscopio di sentimenti.

    Gli approfondimenti psicologici rivelano una profonda conoscenza dell’animo umano, maschile e femminile, con dei ‘distinguo’ dovuti all’età e all’esperienza vissuta. Non solo, ma si avverte la capacità di entrare nel cuore delle tante disperazioni, di farle proprie e di trasmetterle con il semplice mezzo della parola. Perché la ‘parola giusta nel punto giusto’ è un universo misterioso che penetra nel lettore e gli deposita il messaggio nell’intimo.

    La trama. È scritta sul retro del volume, ma in forma naturalmente molto concisa.

    Io aggiungerei che alcune coincidenze della vicenda (compresa la provvidenziale corrispondenza nata per caso tra la scrittrice e la trascurata moglie del bibliotecario, o la scoperta dei messaggi inutilmente nascosti) possono risultare un po’ forzate, ma ciò non toglie che il racconto si snodi secondo un percorso credibile o quantomeno possibile. Del resto le coincidenze, anche le più paradossali, fanno parte del gioco della vita…

    Lo stile. Incantevole! Tutta la storia è incorniciata dalla natura, dalle stagioni con il susseguirsi dei mutamenti ambientali. L’autrice ha la straordinaria capacità di catturare tutti e cinque i sensi del lettore, li adesca e li imprigiona. Ed ecco che lo sguardo della fantasia spazia su paesaggi dai mille colori o sui notturni silenti, e se li trova lì davanti, come quadri da ammirare con il fiato sospeso. Il profumo di Chanel, che Barbara ‘indossa’ come un abito di classe, provoca l’olfatto e accarezza le narici, che subito dopo si dispongono ad accogliere gli aromi stuzzicanti della cucina di Elvira. L’udito è deliziato dal gorgoglìo dei ruscelli, dallo schiumare delle onde, dai rumori della quotidianità, dai ‘clic’ del mouse. Il tatto è nel massimo tripudio quando gode del “prurito lieve del ventoâ€, o le dita appianano le impudenti rughe del viso o corrono rapide e consapevoli sulla tastiera del computer. E il gusto? Il gusto si allieta di tutte le vivande che Elvira ha imparato a cucinare e a imbandire a seconda, appunto, delle stagioni.

    Alcune pagine sono impregnate di autentico lirismo. La poesia trapela dalle cose non dette e non scritte, ma solo lasciate intuire, dai sospiri immaginati, dalle delusioni intraviste, dagli spicchi di una gioia che si insinua quasi con pudore.

    La narrazione, che passa dalla prima alla terza persona con semplicità e scioltezza, coinvolge con grande naturalezza il lettore, che si sente partecipe di quel pensiero, quasi immedesimato nella persona che agisce in quel momento.

    Mi è piaciuto? Sì, decisamente. E se l’indice di gradimento si stabilisse dal tempo che il libro ha trascorso con me, raggiungerebbe dei vertici notevoli. Oltre che nei minuti rubati alle incombenze familiari, mi è stato vicino – davvero a portata di lettura – in tutti i tragitti sull’autobus e nelle pause a terra, tra una coincidenza e l’altra dei mezzi pubblici.

     

    Ida Bamberga Premarini

  3. Commento by ENZO FERRARI — 13 Gennaio 2010 @ 15:26

    Ho reperito (con qualche difficoltà) il volume e l’ho finalmente letto.
    Decisamente interessante. La mia iniziale impressione ha trovato conferma nel prosieguo del testo, ben scritto, ben strutturato ed articolato. Mi è piaciuto lo stile, il passaggio dalla prima persona alla terza narrante, il ruolo attribuito ai protagonisti e il loro modo di rapportarsi reciproco.

    Una volta trovato il libro l’ho letto in pochi giorni: buon segno per un libro. Complimenti.

    Enzo Ferrari

     

  4. Commento by roberto nani — 19 Gennaio 2010 @ 15:58

    Io che non sono un lettore di romanzi ma di divulgazione scientifica mi sono ritrovato sotto l’albero questa strenna. “Perfidia delle figlie” ho pensato e invece  eccomi  a parteipare della vita di barbara e della sua femminilissima famiglia, senza parteggiare per gli uomini   o per le donne ma per la migliore descrizione di un’incipiente vecchiaia che abbia mai letto.
    Lo consiglio ai fisici che si occupano di spazio e tempo e a   quelli che con il tempo hanno a che fare, cioè a tutti. Roberto Nani

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