LIBRI IN USCITA: Giovanni Blandina: “Io. Una lacrima di gioia”, Kimerik, 2009
31 Luglio 2009
Titolo: Io. Una lacrima di gioia
Autore: Blandina Giovanni
Editore: Kimerik
Prezzo: Euro 14
Pagine: 150
CONTENUTO Â
Tutti quanti proviamo emozioni, e queste possono essere belle o brutte. Sono loro che possono far nascere dai nostri occhi una lacrima, che può essere di gioia, o di dolore. L’autore ha cercato di trasformare in racconto i pensieri e la vita di una lacrima, e questi corrono paralleli all’incontro fortuito di due ragazzi che senza saperlo possiedono due oggetti che furono divisi da molti anni e che ricongiunti portano verso una verità . La vita di una lacrima: l’attesa di nascere, l’ansia di scoprire se potrà essere di gioia o se sarà di dolore e il desiderio di sapere se sarà spazzata via da una mano, o se potrà vivere per intero la sua vita scorrendo su un volto. Tutti aspetti che l’autore ha cercato di intrecciare all’emozione che travolge Mattia e Lucie e che li trascina verso il loro innamoramento proprio nel momento in cui il libro termina e i due oggetti portano alla luce una sconosciuta verità . Tuttavia non sono loro i veri protagonisti del romanzo, ma una lacrima. È lei la vera prima attrice, che scrutando attraverso degli occhi, ansiosa di nascere, racconta la sua attesa di venire al mondo rivelando ciò che vede. “Io. Una lacrima di gioia” è un racconto ricco d’intrecci, vivo e veloce, dove alle vite di due ragazzi romani si alternano argomenti importanti, come il tradimento, l’abbandono, la famiglia, la rinuncia, l’amicizia e il perdono. Â
AUTORE
Giovanni Blandina nasce a Pinerolo in provincia di Torino il 29-07- 1979.
Fin da piccolo gioia e voglia di “esplorare†sono state il tormento di mamma e papà . Motori ed elettronica sono state le prime passioni che fin da piccolo l’hanno accompagnato. Sono queste a decretare la scelta d’iscrizione, all’età di quattordici anni, all’istituto tecnico di telecomunicazioni di Orbassano (TO). A quindici anni incomincia a lavorare come fabbro carpentiere nell’officina del padre, durante la settimana solo nel pomeriggio e durante i giorni in cui la scuola era chiusa, il lavoro pomeridiano diventava di tutto il giorno. Questo ha permesso di realizzare il primo sogno della sua vita che ne cambiò il carattere e lo spirito. A sedici anni, era riuscito a comprarsi la sua prima moto 125, tutta pagata con il sudore della fronte. Quella per lui non rappresentò un semplice mezzo a due ruote, ma oltre alla libertà , rappresentava la dimostrazione che con tanto impegno e senza demordere i desideri possono essere realizzati. Ciò fu un insegnamento che lo accompagna tutt’oggi. Terminati gli studi e diplomato come “Perito Capotecnico in elettronica e telecomunicazioniâ€, ad indirizzo sperimentale, Giovanni con entusiasmo, decidere di richiedere l’anticipo del servizio militare anziché attendere che lo chiamassero, o sperare che la cartolina non arrivasse. Il servizio di leva rappresentava un’esperienza importantissima, che incominciò con il sorriso sulle labbra, quando salì per la prima volta sul treno, e terminò con le lacrime dopo dieci mesi, perché uno dei capitoli più belli della sua vita era concluso.
A ventuno anni, era ora di fare sul serio. Giovanni credeva che sarebbe riuscito ad affermarsi, e provò a non sporcarsi più le mani con la polvere di ferro molato. Gli anni da fabbro, oltre a forgiare il ferro gli fecero forgiare il suo carattere, e l’anno di militare affinò la sua determinazione. La fortuna gli fece trovare lavoro a quaranta chilometri da casa dopo soli due mesi di ricerca. Il contratto prevedeva un anno a tempo determinato con tre mesi di prova, e la mansione era quella di softwarista. Di giorno si svegliava alle sei del mattino, per tornare a casa alle sette di sera. Dopo cinque mesi arrivò la prima trasferta in Marocco, da solo, e a venti giorni dall’attacco delle torri gemelle. Giovanni passò otto anni in quell’azienda, la Urmet Tlc, diventando responsabile dell’ingegneria di collaudo di un azienda controllata, a Bergamo. I viaggi all’estero furono molti, e sui divanetti dei gate, in attesa di decollare, scoprì la passione per la lettura.
Un mondo nuovo, lento che costringeva un atmosfera rilassante e piacevole, tutt’altro rispetto alle corse negli aeroporti, alla tensione degli avvii di produzione, ai bit, e ai milioni di euro.
Nel 2006, nacque Daniel, suo primo nipote, e Giovanni decise di donargli un regalo speciale. Chiuse il libro di Tolkien che aveva appena terminato di leggere, e aprì un foglio bianco di Word. Nacque per gioco “L’Errore della Bellezzaâ€, doveva essere un libro stampato in una copia e regalato a lui, ma lo spirito di Giovanni che vede ogni traguardo come punto di partenza, fece cambiare questo suo progetto. “L’Errore della Bellezzaâ€, fu terminato a luglio del 2007 a Settembre dello stesso anno,  arrivò il contratto di pubblicazione e a Marzo del 2008 uscirono i primi libri. La voglia di regalare, non più al solo nipote, ma a tutti i possibili lettori, lo spinse a voler offrire tutta la quarta di copertina a una fondazione Onlus, perché il suo libro doveva essere strumento di trasporto per un messaggio d’amore.
Tutto incominciò da una chiacchierata con il presidente della sezione di Rossano della Fratres, l’esposizione dell’idea, tante telefonate, tante mail, fino ad arrivare all’iniziativa nazionale “Insieme per la vitaâ€. Fratres si legava a Giovanni Blandina sul suo primo romanzo per trasportare il messaggio di sensibilizzazione della donazione del sangue. Ma non era ancora sufficiente. Serviva una persona famosa che appoggiasse il progetto e che ne facesse pubblicità .
Centinaia di mail, per decine di notti insonni gli fecero firmare un contratto con il Dott. Gian Carlo Minardi per il diritto di utilizzo della sua immagine a scopo pubblicitario. La presentazione del progetto avvenne all’assemblea nazionale della Fratres a Minervino di Lecce, nei giorni in cui Giovanni cadde in un buco nero, dovuto ai molti problemi che tutta quest’operazione stava facendo emergere. Troppo per il primo libro? Molte cose non funzionano bene, l’editore non spediva i libri, altri vanno persi, molti non rispettano le date, insomma al posto del successo arrivò uno schiaffo che indusse Giovanni a spegnere il computer. Venti giorni di silenzio, lontano da tutto e da tutti, isolato, per capire cosa non aveva funzionato e se credeva veramente in quello che stava facendo. La risposta arrivo a fine giugno del 2008, e si chiamava “IO. Una lacrima di gioiaâ€. Terminato di scrivere a ottobre dello stesso anno, va in mano alla commissione Fratres per accettare un nuovo grandissimo progetto editoriale. L’approvazione arrivò i primi giorni di gennaio del 2009, nacque così l’iniziativa legata al secondo libro chiamata “Una goccia di gioiaâ€. A fine gennaio in un vorticare frenetico di eventi, arrivò il contratto editoriale con la Kimerik edizioni e a Febbraio 2009 l’apice venne toccato con la stipula del contratto con Gian Carlo Minardi per promuovere per tutta la stagione 2009 l’iniziativa sulle sue auto da corsa. Giovanni era nuovamente riuscito ad unire la Fratres e Gian Carlo Minardi, per mezzo del suo libro e solo utilizzando il suo sorriso e il suo entusiasmo. Due mesi di notti insonni a correggere le bozze, furono indispensabili per avere le prime copie del libro a Marzo. Che puntuali arrivarono.  Il resto è storia recente, con la presentazione dell’iniziativa e del libro durante la prima gara del campionato di Forula3, la settimana successiva il libro era esposto alla “Fiera del libro di Torinoâ€, alla quale seguì la presentazione del libro all’assemblea nazionale della Fratres,  delle presentazioni sparse in Italia, la presentazione in diretta su Sky dell’iniziativa e del ricevimento del premio letterario come “autore emergente 2009†con il “Premio Corneliaâ€, nel giugno 2009, per concludere con una proiezione verso il futuro, con tanti eventi già fissati e in fase di preparazione. Adesso, così come lo scorso anno, a partire dal viaggio di ritorno dell’assemblea nazionale Fratres, Giovanni si è messo nuovamente a riflettere su quello che ha fatto fino ad oggi e su quello che farà domani, ma la differenza è che la pagina bianca di Word è già aperta.
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