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Rivista d'arte Parliamone
La scampanata, il romanzo di Bartolomeo Di Monaco trasformato in testo teatrale, qui per chi volesse rappresentarlo.

LIBRI IN USCITA: Meridiano Zero #5

1 Aprile 2010

Le novita’ in libreria:

L’apprendista di Gordon Houghton – Euro 15,00
La storia brillante delle avventure di un giovane zombi, reclutato in prova dai Quattro Cavalieri dell’Apocalisse per diventare niente meno che l’assistente di Morte. “Dovrebbe essere una lettura obbligata per tutti quelli che vanno nell’aldila’. Io l’ho adorato.” (Neil Gaiman)

Angeli perduti del Mississippi di Fabrizio Poggi – Euro 15,00

Cosa troverete in “Angeli perduti del Mississippi”? La storia e la leggenda. Il racconto di una sanguinosa schiavitu’ e del suo canto di liberta’.
Comincio’ con un giovane nero che a un crocicchio vendette l’anima al Diavolo, in cambio di un’arte divina nel suonare la chitarra. Comincio’ con gli schiavi piegati nelle piantagioni e le sonorita’ dell’Africa. Nacque da un meticciato di uomini, donne, dolore, nostalgia, disperazione e consolazione.
“Angeli perduti del Mississippi”, in ordine alfabetico, vi raccontera’ le storie di paludi non bonificate, di inni sacri, di tradizioni maledette, di rituali vudu’, di fiumi in gola di bruciante Canned Heat.
Non dovete essere gia’ appassionati di musica blues per aver voglia di fare un viaggio nel profondo della Lousiana e dell’Alabama. I cultori del blues ameranno la completezza e la sincera passione di Poggi, oltre che la sua profonda conoscenza del blues, ma sono gli inesperti quelli che piu’ di tutti dovrebbero concedersi di subire il fascino di quel mondo che resiste al tempo, anzi, migliora nel tempo. Come quei vecchi locali malfamati che acquistano fascino graffio dopo graffio, anno dopo anno.
Poggi non vi “spieghera’” il blues, ma vi fara’ guardare e sentire e assaporare tutto quello che lo compone. L’alcol, il sudore, il sesso, le parole chiave, la fede in Dio, le luminose certezze che da’ il dolore.

“Il blues e’ rabbia, dolcezza, disperazione, tenerezza. Il blues non e’ una legge o una religione, ma e’ qualcosa che appartiene all’intimo dell’essere umano: alla passione. E poiche’ la passione e’ qualcosa che sta dentro il cuore di ognuno di noi, non ha regole, e soprattutto non si puo’ spiegare. Il blues e’ soprattutto liberta’ dalla sofferenza. Liberta’ di scacciare le proprie malinconie, soffiando dentro a un’armonica o passando un ditale sul manico di una chitarra.”

La notte che ho lasciato Alex di Hugues Pagan – Euro 10,00
E’ uscito in tascabile l’ultimo capitolo della trilogia iniziata con “Dead end blues”, naturalmente con una copertina da collezione firmata Jean-Claude Claeys. Sullo sfondo di una Parigi affogata nella pioggia e nel blues sbiadito dei bistro’, si consuma – disperata e dolente – un’indagine che profuma di morte per Chess, l’investigatore creato dal maestro del noir francese Hugues Pagan.

LE RECENSIONI

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Angeli perduti del Mississippi di Fabrizio Poggi – Euro 15,00
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www lankelot eu, 23.2.10
Tutto il blues dalla A alla Z. A scriverne, un esordiente d’eccezione: il musicista Fabrizio Poggi, armonicista classe 1958, anima dei Chicken Mambo, popolari piu’ negli States che da queste parti. Il blues, “unica musica popolare realmente americana”, nasce negli hollers e nelle work songs dei neri, diventate uno stile solo col passare del tempo. E’ uno dei pochi stili in cui i silenzi e le pause sono importanti quanto i suoni. “Less is more”, insegnavano i vecchi maestri, e Poggi e’ uno di loro. Robert Johnson sarebbe orgoglioso di lui. In questo libro gli aficionado e i neofiti troveranno entrambi cio’ che vanno cercando: conferme e curiosita’ i primi, rivelazioni e definizioni e ricchi sentieri da esplorare i secondi. Completi di dischi consigliati. Si va, per capirci, dal british blues (John Mayall, Tony McPhee) alla storia dell’etichetta blues principe (Chess Records); dal luogo in cui il Blues e’ cominciato (la pianura del Delta, a sud di Memphis) sino a quello da cui usciva, magari dopo aver fatto l’amore con una bianca (la back door); dal rapporto di Bob Dylan col blues a quello, molto viscerale, d’ogni musicista col suo Gut Bass; dal senso delle Jam Session (e degli incontri Jama) a quello dei Jinx, i malefici; da Muddy Waters a B.B. King.

(recensioni Angeli perduti del Mississippi)

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L’apprendista di Gordon Houghton – Euro 15,00
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www librinews com, 3.3.10
“Secondo romanzo di Gordon Houghton, “L’apprendista”, e’ un piacere da leggere e la Morte non vi sembrera’ poi cosi’ cupa.” (Dominic Bradbury, The Times)
“Questo romanzo di Houghton unisce lo spirito di Neil Gaiman con le osservazioni beffarde di Douglas Adams.” (Randy Silver, Amazon UK)

In un’emozionante e surreale commedia nera che svela tutto quello che c’e’ da sapere sull’essere morti, lo scrittore inglese Gordon Houghton imbastisce la trama del suo secondo romanzo “L’apprendista”, pubblicato in Italia dalla casa editrice Meridiano zero.
L’autore, con la comicita’ dei Monty Python, la torrenziale fantasia di Neil Gaiman e l’arguzia pungente di Terry Pratchett, traccia una commedia surreale piena di ritmo e ironia, percorrendo quella linea di confine tra horror, satira e umorismo, atta a determinare il successo ottenuto da questo romanzo, in un mix di personaggi caratterizzati apparentemente senza sforzo, ma con risultati eccellenti e situazioni rocambolesche intriganti.

Pubblicato nel luglio del 1999 dall’editore Transworld, “L’apprendista” e’ un libro brillante, uno dei migliori del genere, che merita sinceramente di essere raccomandato per quella meditazione gotica sulla fragilita’ umana, sulla morte e sulla vita dopo la morte.

(recensioni L’apprendista)

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La notte che ho lasciato Alex di Hugues Pagan – Euro 10,00
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senzaunadestinazione blogspot com, 8.1.10
Hugues Pagan e’ la radice del noir. E’ la ricerca di un riscatto quasi obbligatorio, con la svogliatezza di chi assolve un compito che gli e’ imposto dall’esistenza. I suoi personaggi sono forzatamente relegati ai loro ruoli e spazi: al turno di notte, alla consapevolezza di un miglioramento impossibile, a un passato da cui doversi difendere per sempre. Donne private di ogni emotivita’ femminile, uomini mentalmente randagi.
Il desiderio di giustizia che sopravvive in questi scenari, e’ qualcosa che deve essere capito ancora prima che osservato. Va cercato nei caratteri schivi, nell’apparente rassegnazione, nella scelta di muoversi al di fuori di quella che dovrebbe essere la vera legalita’, ma che nel ribaltamento delle visioni che caratterizza Pagan, spesso e’ la negazione di ogni falsita’ e corruzione. Quella da cui lui stesso e’ fuggito quando ha abbandonato il suo impiego nella polizia francese, denunciandone gli abusi e l’illegalita’ dilagante. Condannandosi a rappresentare scenari claustrofobici, torbidi, scuri.
Come in “Dead End Blues” (Meridiano zero), da cui e’ stato tratto il film “Diamond 13” interpretato da Gerard Depardieu e Asia Argento, dove Mat, poliziotto parigino, scopre che il suo ex collega e amico e’ diventato uno dei piu’ grossi trafficanti di droga del paese. Oppure in “La notte che ho lasciato Alex” (Meridiano zero), tra i suoi piu’ belli, con il suicidio apparente di un senatore e l’ispettore Chess che indaga pur relegato al turno di notte. Chess torna tra tradimenti, compromessi forzati e crudelta’ in “Quelli che restano” (Meridiano zero), l’ultimo romanzo pubblicato in Italia, mentre con “In fondo alla notte” (Meridiano zero) si cambia protagonista e scenario: un ex poliziotto diventato giornalista e la provincia francese, notturna e cupa forse piu’ della citta’.
I suoi titoli sono anche altri, in una produzione che sembra raccontare una storia che si ripete, che ci trasmette un clima vero e sotterraneo, e che mostra le tante derive di chi sceglie di non stare mai dalla parte dei buoni.
Paola Pioppi

(recensioni La notte che ho lasciato Alex)

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L.R. CarrinoPozzoromolo – Euro 15,00
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Il Leviatano, febbraio 2010
“Pozzoromolo”, il romanzo di Luigi Romolo Carrino pubblicato di recente da Meridiano zero, potrebbe essere definito il canto del disordine, un disordine che si fa bellezza tragica impastata aristotelicamente di orrore e pieta’, un disordine che la scrittura sublima in letteratura.
Dal fondo del pozzo orfico, che da’ il suo nome al romanzo ed e’ abitato da un demone (il daimon creatore e distruttore), si leva una folla di ombre che balla la sua danza di colpe e di follia, di verita’ e di menzogne, di omissioni e pentimenti, intorno alla protagonista, a Gioia, internata nell’ospedale psichiatrico giudiziario per un crimine di cui non ha memoria, mentre vivide invece si conservano e si scrivono le tracce mnesiche delle violenze subite.
Notevole l’abilita’ dell’autore anche nella gestione dei registri linguistici, che si alternano in maniera appropriata e funzionale, per dar voce idonea alla protagonista nei suoi diversi momenti e processi: ora e’ l’infanzia spossessata e tradita a parlare attraverso diminutivi e motivetti pubblicitari, ora e’ l’eroe tragico a scrivere in lettere piu’ durevoli del bronzo il suo anatema alla vita e la sua colpa, a deporre la sua professione d’innocenza e le sue bestemmie sull’altare di un amore negato e percio’ richiesto e urlato a squarciagola dalle viscere del pozzo. In un linguaggio che in certi casi sceglie di dipanarsi in maniera crudamente prosastica e in altri di tradursi in luminosa poesia, grazie anche ai dispositivi retorici attivati lungo la narrazione, Gioia traccia il racconto retrospettivo della sua travagliata esistenza, una discesa negli Inferi che non conosce riscatto.
Teresa Ferri

artianoressiche splinder com, 10.11.2009
(…)
Dopo l’indiscusso successo di “Acqua Storta”, L.R. Carrino torna al romanzo con “Pozzoromolo” (Meridiano zero). Se in “Acqua Storta” nella vita dei due protagonisti deflagrava un ordigno che non solo sconvolgeva le loro vite ma sovvertiva anche l’ordine degli eventi narrati, nella vita di Gioia, la protagonista di “Pozzoromolo”, e’ il veleno che le distillano giorno per giorno che muta e trasforma la vita.
La scrittura di Carrino e’ semplicemente complicata, cosi’ come la vita di Gioia , e’ da leggere a da rileggere e’ del perdersi e del ritrovarsi, “Io sono semplice, tanto semplice da sembrare una tragedia da poco.”
Le parole lottano, si accavallano, sgomitano per uscire dal cervello di chi racconta, si affannano sudate agli angoli delle stanze del manicomio, in attesa che chi legge le vada a salvare.
Lo sfondo di un’aspra campagna campana, di una terra dove ci si sporca le mani per coltivare tabacco, e’ l’infanzia di Gioia. Il suo presente e’ fatto dalle pareti bianche di un manicomio, dai letti di contenzione, pillole e siringhe, ma anche da un giardino con una quercia. Una quercia tanto grande da farle da vera madre.
“Il mondo e’ una donna maltrattata e la vita e’ un uomo travestito”. E quanto sono orribili gli uomini della vita di Gioia, orribili con quel bambino che e’ stata e che in parte ancora vive in lei.
Mario Gelardi

(recensioni Pozzoromolo)

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Enrico UnterholznerLo stagno delle gambusie – Euro 12,00
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www ilrecensore com, 26.2.10
(…)
Lo stagno delle gambusie si distingue in modo totale da cio’ che siamo abituati a leggere, dalla quotidiana letteratura italiana.
Personalmente vedo i suoi precursori ideali in alcune forme narrative, ma ancora di piu’ in alcuni singoli racconti. Penso a La Ronde di Arthur Schnitzler, da cui il meraviglioso film di Max Ophuls, penso a certo Canetti minore, nei passaggi dei suoi infiniti appunti sul mondo, a Stefan Zweig, forse a Thomas Bernhard. Lo stagno delle Gambusie pero’ si rifa’ ad una tradizione in realta’ molto piu’ antica, quella della parabola.
Le parabole non sono mai state delle narrazioni simboliche, nel senso metaforico, bensi’ delle allegorie. Difatti attraverso la sequenza di eventi che occorrono ad uno o piu’ individui si estrapola una norma od una regola generale, solitamente un principio etico. E’ fondamentale distinguere il procedimento dalla metafora perche’ la metafora prevede una similitudine tra le parti in causa, mentre l’allegoria non lo richiede. E’ l’autore del testo, della parabola, che assimila le parti, ma in modo arbitrario, creativo. Cosi’ accade a Geremia, il personaggio del romanzo. Quella di Geremia e’ un’allegoria demiurgica, e difatti lui costruisce una rete di elementi che definiscono un mondo, un insieme di relazioni, di cui lui e’ il deus ex machina, il motore immobile. Difatti lui stesso dice che “gli dei non creano il mondo, lo immaginano”. Geremia, dio minuscolo, costruisce il suo mondo immaginario, ovviamente a sua immagine e somiglianza. La storia di Geremia difatti e’ una parabola perche’ ha una morale, che viene identificata nella sua hybris tragica, che lo porta ad un destino ineluttabile.
“Lo stagno delle Gambusie” quindi e’ un libro che e’ fondamentale leggere – anche perche’ immagino abbiate percepito la difficolta’ del critico nel presentarlo. Sicuramente puo’ essere interpretato in molteplici modi, ed io ho accennato solo ad uno di questi. Penso che se ognuno di noi fa suo il tentativo di aprirsi alla sensibilita’ particolare di Geremia, dovrebbe riuscire a cogliere la dolcezza e la grande solitudine della sua vita.
Luca Giudici

(segue Unterholzner…)

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Laura LiberaleTanatoparty – Euro 10,00
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www stilos it, 20.2.10
Morte e spettacolo tra horror e grottesco

Nel colophon una frasettina ci avverte che sul bordo esterno di ogni pagina troveremo delle frasi dal Libro tibetano dei morti, ossia Bardo Tödöl, nella traduzione Utet del 1972.
La struttura di Tanatoparty richiama un topos storico della letteratura funebre, quello del “dove sono?” o, per dirla dotta, dell’ “ubi sunt?”. La particolarita’ e’ che la domanda chiama in causa non i morti, come abitualmente accade, ma i vivi: l’artista Lucilla Pezzi (alter ego dell’autrice solo fino a un certo punto, mi auguro) lascia questo mondo dopo aver deciso, da viva, di organizzare una performance straordinaria che ha per cuore pulsante il suo cadavere scuoiato. Per questo convoca a se’ quattro persone che corrispondono a quattro tipologie di approccio alla morte: sua sorella, un collega, una compositrice di cadaveri e un necrofilo. Laura Liberale struttura il romanzo in base a questi quattro inviti e li fonde infine in un “nerococktail” grottesco del quale non raccomando la lettura a chi si impressiona facilmente.
“Nerococktail” e’, come il titolo stesso del libro, un esempio del miglior talento di Laura Liberale – la quale di mestiere fa l’indologa e la bassista, questo essendo il suo primo esperimento narrativo. Cio’ che le riesce meglio e’ la fusione o la forzatura di parole per ottenerne risultati piu’ o meno spiazzanti, che spesso si accordano molto bene col ritmo fonetico della frase. Si tratta di parole fatte per essere lette ad alta voce: “s’immutanda”, “necrosilfidi”, “similconiglia”, “incofanato”.
Antonio Gurrado

(segue Liberale…)


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1 commento

  1. Pingback by Bartolomeo Di Monaco » LIBRI IN USCITA: Meridiano Zero #5 — 1 Aprile 2010 @ 09:59

    […] Per approfondire consulta articolo originale:   Bartolomeo Di Monaco » LIBRI IN USCITA: Meridiano Zero #5 […]

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A chi dovesse inviarmi propri libri, non ne assicuro la lettura e la recensione, anche per mancanza di tempo. Così pure vi prego di non invitarmi a convegni o presentazioni di libri. Ho problemi di sordità. Chiedo scusa.
Bart