Si leccano le ferite1 Aprile 2010 Ho ancora nelle orecchie le dichiarazioni ingiuriose e veementi con le quali l’opposizione, nei dibattiti alla Camera e al Senato di queste ultime settimane, si rivolgeva alla maggioranza e in specie a Silvio Berlusconi. Se non sbaglio la più spavalda di tutte fu la senatrice Finocchiaro che, investita da improvvisa (e improvvida) preveggenza, annunciò al premier che gli italiani lo avrebbero rimandato a casa. Bersani ci aggiungeva del suo,  e correndo da un punto all’altro della penisola, andava rassicurando i suoi elettori che Berlusconi ormai era un uomo al tramonto. Ricordate i tanti boomerang che hanno invocato, che si sarebbero ritorti contro Berlusconi? Ma la cosa comica è che oggi Berlusconi appare il vincitore che ha saputo muovere abilmente le sue pedine (se lo avessero ascoltato si sarebbe preso anche la Puglia), mentre la Finocchiaro e Bersani sono ricoverati in infermeria: hanno le ossa rotte. Hanno arruolato armate chiassose e rutilanti, poi, quando è arrivato il momento dello scontro, la strategia di quello che loro chiamano spregiatamente il nano li ha messi nel sacco. Io, per la vergogna, avrei preso un bell’aereo e mi sarei andato a nascondere in una qualche isola lontanissima dall’Italia. La figlia di Veltroni aspetta che qualcuno si dimetta, come dovrebbe succedere quando si subisce una sconfitta così sonora. Lo fece Occhetto e lo fece pure Veltroni. Avrebbero preteso che lo facesse anche Berlusconi, se avesse perso. Sarebbero scesi in piazza a reclamare la sua testa. Dovrebbe farlo, dunque, anche Bersani, ma se si fa da parte Bersani, chi arriva? Di nuovo Franceschini? Dio ce ne guardi e liberi. La Bindi? Peggio che andar di notte. Veltroni e Prodi? No grazie, già visti in azione: due scartine. E allora? Bersani è il meglio che il Pd sa offrire, dobbiamo accontentarci. Però gli dobbiamo insegnare noi a fare politica. Così come la fa lui, si rovina con le sue mani. Invitiamolo a prendere un caffè con noi e tra una sorsata e l’altra facciamogli capire che l’Italia ha bisogno di riforme radicali e che lui non è in grado di offrirle al Paese. Non è all’altezza. Deve farsene una ragione. Gli passeremo noi il compito, come si faceva a scuola. La maggioranza gli servirà il pasto già scodellato. Magari potrà fare un assaggio e una aggiustatina  con un po’ di olio, sale e aceto. Ma lo chef non sarà disposto a concedere di più. Letto 1430 volte. | ![]() | ||||||||||
Commento by Ambra Biagioni — 1 Aprile 2010 @ 10:12
Hai nominato la Finocchiaro.
Quando, scherzando, Libero titola che al PD non piace la gnocca, dimentica la Finocchiaro appunto.
Tu dici che forse basterebbe un caffé bevuto insieme per portare Bersani a più miti consigli, ebbene, ci proveresti con la Finocchiaro ?
Non dimenticate che è una donna e, come le donne che lo siano fino in fondo, non recederà di un passo e continuerà imperterrita la sua battaglia, con i suoi principi, con le sue vesti, che la distinguono nel PD come una matriarca, un gradino sopra a tutti, maschietti e femminucce. Guarda come ha saputo uscir bene dalla bruciante sconfitta che si guadagnò nella sua Sicilia…
Se le riforme verranno fatte, altri se ne potranno attribuire il merito.
Commento by Bartolomeo Di Monaco — 1 Aprile 2010 @ 12:33
Gli elettori  si  devono rendere  conto sin d’ora che il Pd non è in grado di riformare in senso moderno e di efficienza il nostro Paese. Non è nel suo dna rendere snello ed efficiente uno Stato. Sono prevalentemente burocrati.
 Dobbiamo preparci ad essere forti e uniti quando, secondo la Costituzione, per approvare la riforma, si dovrà ricorrere al referendum.
Non sembri prematuro cominciare ad organizzarci e a farci su un pensierino.
Commento by Ambra Biagioni — 1 Aprile 2010 @ 12:47
I commenti del Legno
Commento by Mario Di Monaco — 1 Aprile 2010 @ 13:27
Bisognerà , innanzi tutto, essere pronti  a smascherare la prevedibile strategia di chi dichiarerà di  voler collaborare per la  realizzazione delle riforme ma in realtà farà di tutto per impedirle, adducendo futili pretesti,  paventando rischi per la democrazia o, peggio ancora perchè sarebbe il modo più subdolo, proponendo  la costituzione dell’ennesima commissione bicamerale. Â