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Marrazzo e le responsabilità del Pd

4 Novembre 2009

Leggo qui l’estratto di un’intervista rilasciata a Novella 2000 da Natalie, il trans del caso Marrazzo:

“È il 2001, Marrazzo non è ancora sceso in politica. «Al ­l’epoca faceva Mi manda Rai ­tre, il mercoledì. Ma io non lo conoscevo », racconta Natalie. Iniziano a frequentarsi con re ­golarità. Il fatto che sia trans non provoca all’ex governato ­re esitazioni: «Fin dall’inizio mi ha detto che aveva già avu ­to esperienza. È stato da subi ­to un cliente diverso dagli al ­tri ».

Dunque, se Natalie non mente, oppure se Marrazzo non smentisce, i rapporti tra i due andavano avanti regolarmente da otto anni.
Immagino che durante tutto questo tempo i loro incontri scorressero grosso modo come quel 3 luglio quando subirono l’incursione dei carabinieri.
Ossia: sesso e consumo di droga. Vedremo poi dal prosieguo delle indagini se ciò comporterà per Marrazzo l’accusa di reato.

La domanda è: Visto che di questo giro tra trans e vip a Roma tutti sapevano tutto e le chiacchiere circolavano, può essere mai che solo il Pd non ne sapesse nulla?

E’ doveroso chiamare in causa il PD, perché è il Pd che, dopo avere scelto Marrazzo per occupare la carica istituzionale, in fretta e furia ha scaricato, senza nemmeno aspettare che fosse definita la sua posizione.

Perché ha fatto questo?

Quando non sapevo ancora che il rapporto tra Marrazzo e Melanie datava dal 2001, ho attribuito tanta fretta alla smania di mostrare al Berlusconi delle escort un comportamento diverso tenuto dal Pd rispetto a quello tenuto dal Pdl e dallo stesso Berlusconi, a meno che, mi domandavo, il Pd non avesse saputo qualcosa che noi ancora non sapevamo.

Beh, dalla notizia che i rapporti tra i due duravano da ben otto anni, è assai difficile contrastare l’ipotesi che il Pd non poteva non sapere della vita estraconiugale di Marrazzo e della sua abitudine di consumare droga.

Ne consegue che il Pd, piuttosto che Marrazzo, è il vero colpevole della situazione in cui l’ex governatore si è venuto a trovare.

Delle due l’una: o il Pd pensava che queste insolite abitudini di Marrazzo rientrassero nella sfera privata e fossero in più lecite, oppure, quando ha candidato Marrazzo, ha ingannato gli elettori, nascondendo loro la verità.
Questa seconda accusa sarebbe molto più grave, ed allora fermiamoci alla prima.

Facciamoci questa nuova domanda: Perché una situazione considerata privata e lecita al momento di candidare Marrazzo, ad un certo punto non lo è stata più?

Perché tanta viltà e tanto cinismo nel trascinare nel fango un uomo che lo si è scelto a ricoprire una importante carica istituzionale, ritenendolo degno?

C’è entrato l’antiberlusconismo, è vero, ma c’è entrata anche l’atavica doppiezza del vecchio Pci: nessun scrupolo, ossia, a rimangiarsi le proprie scelte e le proprie convinzioni per raggiungere i propri fini, senza badare alle conseguenze sulle vittime.

Un po’ come aveva insegnato Togliatti, che, membro del Comintern, non alzò un dito per evitare il massacro dei nostri soldati ordinato da Stalin.

Vale la pena ricordare la lettera di Togliatti, presa da qui:

“Nel 1992, qualche anno dopo l’apertura degli Archivi di Mosca, lo storico Franco Andreucci, scopre una lettera scritta da Palmiro Togliatti (alias “Ercoli”) il 15 febbraio del 1943 a Vincenzo Bianco (allora funzionario del Komintern). Nella lettera, suddivisa in vari capitoli, Togliatti risponde alle varie questioni politiche sollevate dal Bianco. Al terzo capitolo (vedi pagine 7, 8 e 9) della lettera, dove Bianco evidentemente chiedeva a Togliatti di fare qualcosa per i tanti prigionieri italiani nei gulag russi, la risposta di Togliatti è agghiacciante: “… L’altra questione sulla quale sono in disaccordo con te, è quella del trattamento dei prigionieri. Non sono per niente feroce, come tu sai. Sono umanitario quanto te, o quanto può esserlo una dama della Croce Rossa. La nostra posizione di principio rispetto agli eserciti che hanno invaso la Unione sovietica, è stata definita da Stalin, e non vi è più niente da dire. Nella pratica, però, se un buon numero dei prigionieri morirà, in conseguenza delle dure condizioni di fatto, non ci trovo assolutamente niente da dire, anzi e ti spiego il perché. Non c’è dubbio che il popolo italiano è stato avvelenato dalla ideologia imperialista e brigantista del fascismo. Non nella stessa misura che il popolo tedesco, ma in misura considerevole. Il veleno è penetrato tra i contadini, tra gli operai, non parliamo della piccola borghesia e degli intellettuali, è penetrato nel popolo, insomma. Il fatto che per migliaia e migliaia di famiglie la guerra di Mussolini, e soprattutto la spedizione contro la Russia, si concludano con una tragedia, con un lutto personale, è il migliore, è il più efficace degli antidoti.
Quanto più largamente penetrerà nel popolo la convinzione che aggressione contro altri Paesi significa rovina e morte per il proprio, significa rovina e morte per ogni cittadino individualmente preso, tanto meglio sarà per l’avvenire d’Italia
”.

Mi domando, e ci dobbiamo domandare, che cosa sia cambiato da allora.

Articoli correlatiA Roma si sa di tutto: “Sono diver ­si i nomi che girano di bocca in bocca tra quel ­li che avrebbero avuto a che fare con storie di prostituzione transes ­suale. Politici, molti, ma anche gente del mondo dello spettacolo, sportivi.” Qui.

“La trans Brenda morta carbonizzata”. Qui.

“Sesso, coca e affari sporchi” di Giuseppe De Bellis. Qui.

“Marrazzo: ‘E’ colpa mia, ma c’è complotto'”. Qui.

Marrazzo quelle parole non le ha dette. Qui.

In Australia, “Il premier laburista fa sesso in parlamento: la sinistra lo diende” di Matteo Buffolo. Qui.

Natalie: “Con me Marrazzo non usava droga”. Qui.

“Cassazione, «imboscata » a Marrazzo. L’ex governatore: «Su di me tante falsità »”. Qui.

“Le confessioni di Marrazzo. “Perché andavo in via Gradoli” di Concita De Gregorio. Qui.


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