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Minzolini ha ragione

9 Novembre 2009

Lo confesso. Minzolini mi piace. Non ha paura, rivendica la sua libertà di opinione e di espressione. Con i suoi editoriali mette in evidenza le contraddizioni di coloro che inneggiano alla mancanza di libertà di stampa in Italia e allo stesso tempo vorrebbero mettere la museruola a chi non la pensa come loro. La Rosy Bindi, mi dispiace per lei, mi fa ridere, ma ridere di brutto, da sbellicarmi.

Non è ancora passato un anno dalla sua morte (che ricorrerà proprio il 22 novembre prossimo), che già ha mandato in cavalleria Sandro Curzi, l’indimenticabile e bravo giornalista, i cui editoriali portarono a dare al suo telegiornale il nomignolo di Telekabul. Né ricorda più gli editoriali di approfondimento che per un certo tempo sono seguiti al Tg2.

Mentre Franceschini mi faceva venire i brividi per il grado di bolscevismo che aveva accumulato nella sua educazione politica, la Bindi mi sembra una personcina che non si rende conto di quello che dice. Dalla memoria corta, anzi cortissima.

Dario Franceschini e Rosy Bindi hanno comunque qualcosa in comune: un debole per l’abbigliamento estroso e fanciullesco. A Franceschini piace indossare i calzini turchesi e alla Bindi le magliettine con su scritto: Non sono in vendita o qualcosa del genere.

Bersani deve starci attento a quei due: li ha posti un po’ troppo in alto. Franceschini a capo del gruppo Pd alla Camera e la Bindy nientemeno che presidente del partito. Una botta di sonno? Delle due, una: o è sicuro di averli convertiti, o prima o poi gli faranno un brutto scherzo. Vengono dalla Dc, quella che ha espresso nientemeno che il fenomeno Oscar Luigi Scalfaro, maestro insigne delle peggiori cose che sono capitate alla nostra Repubblica. Lui è la gallina e gli altri due sono le uova.

Ma se Bersani si sente tranquillo, bon per lui. Vada pure per la sua strada. Potrebbe, in un prossimo corteo di protesta contro il governo Berlusconi, chiamare addirittura proprio Oscar Luigi Scalfaro a tenere, insieme con la sua covata, uno striscione di un bel rosso vivo con impressa a caratteri cubitali una scritta bianca del tipo: Berlusconi go home.

Stasera la Bindi si scaglia contro il direttore del Tg1, Augusto Minzolini, che ha osato dire la sua per la seconda volta! e, guarda un po’, contro le convinzioni forcaiole della Bindi, che se Berlusconi finisse in galera prenderebbe una solenne sbornia tutte le sere e almeno per una settimana. Leggere qui per credere.

Minzolini, invece, dice una cosa sacrosanta, ineccepibile. Da quando l’immunità parlamentare è stato abolita in Italia (perché in Europa c’è e D’Alema e Di Pietro non si sono vergognati di approfittarne), la magistratura ha rotto gli equilibri voluti dai padri fondatori e ha dilagato spudoratamente sopra gli altri poteri dello Stato.

Oggi – ormai lo sanno anche i bambini dell’asilo -, se un magistrato ha litigato con la moglie può cascare il governo di un Paese! E’ sufficiente mandare un avviso di garanzia. Un avvisuccio che non significa nulla, dato che chi lo riceve – dopo aver passato un calvario di anni – può benissimo essere assolto con formula piena. Ma vuoi mettere la soddisfazione del magistrato che può impettirsi e pavoneggiarsi davanti alla moglie? La moglie gli ha strillato in faccia tutta la notte che lui non vale nemmeno la stringa di una scarpa; che non sa fare nulla, e lui che ti inventa di punto in bianco? Ora ti faccio vedere io, le dice uscendo dalle lenzuola con le sue gambette rinsecchite, e, calzando le pantofoline bene allineate ai piedi del letto, gonfiandosi come un tacchino, e con il nappo della papalina che gli va in su e giù, si dirige verso la scrivania, scrive due righe, le sventaglia davanti al naso della moglie: e fa cascare il governo del Paese (e per assurdo trova sempre qualcuno che gli dà ragione e gli fa pure i complimenti).

E tutto ciò, secondo, ad esempio, Antonio Di Pietro, dovrebbe diventare una regola, non curandosi, l’ex magistrato, del fatto che la Costituzione, almeno fino ad oggi, sancisca che il cittadino deve essere considerato innocente fino alla eventuale sentenza di condanna definitiva. Si può andare avanti così? E’ tollerabile un rischio del genere?

Se estremizzo, è per far risaltare che lo squilibrio a favore della magistratura e il potere forte che ne è disceso con l’abolizione dell’immunità parlamentare, sono enormi. Un sopprassalto di nervi, un momento di lucida follia, possono buttare a mare un governo.

Ecco, Minzolini dice anche questo. E dice bene. Tali rischi da Paese dei balocchi o da Repubblica delle banane, non devono esistere. Che fare allora?

C’è solo una strada: mettere almeno la carica più importante, quella di presidente del consiglio (non sono d’accordo per l’estensione della immunità ai parlamentari), al riparo dalle bizze di un magistrato che ha litigato con la propria moglie, alla quale vuol dimostrare che non è quel nulla di cui lo accusa.

Se è vero che la riforma della giustizia non deve essere fatta a misura di Berlusconi, è altrettanto vero che lui e qualsiasi altro premier che verrà nel futuro, dovranno essere messi al riparo dalle azioni di un qualche magistrato a cui venga voglia di solleticare il proprio orgoglio e la propria vanità, gridando (magari proprio alla moglie): Ora ti faccio vedere chi sono io!

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Il video dell’editoriale di Augusto Minzolini. Qui.

Bacchettano Minzolini. Qui.


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7 Comments

  1. Commento by wjscarpe — 10 Novembre 2009 @ 09:53

    che ci vuoi fare, la libertà di verità è solo loro; gli altri spargono letame.

    la bindi, più che ridere mi fa pena è come una bambina che gli hanno rubato il giochino; comunque no l’ha azzeccata di ha detto che è più bella che intelligente.

  2. Commento by giuliomozzi — 10 Novembre 2009 @ 13:12

    Bart, saresti in grado di riassumere il contenuto di pensiero del tuo articolo, togliendo insulti e dileggi?

  3. Commento by Bartolomeo Di Monaco — 10 Novembre 2009 @ 19:06

    Giulio, già sei antiberlusconiano, ora però non diventare anche doppiopesista :-)

    Insulti non ce ne sono; c’è della lecita ironia nei confronti di due personaggi che, a mio avviso, stanno diventando ridicoli. Franceschini hanno pensato bene di toglierlo da segretario nazionale. Lo stesso D’Alema lo definì uno che crea zizzania. La Bindi, invece, deve aver perso la testa dopo la nomina a presidente del Pd,  e  si dimentica della storia della Rai. Quando mai è intervenuta contro Curzi?

    Se ti riferisci a “convinzioni forcaiole”, non ti pare che sia propriò così? Lei, la Bindi,  non vede l’ora   che si metta in carcere Berlusconi. Mentre il carcere non lo si dovrebbe augurare a nessuno fino a che non ci sia una sentenza di condanna passata in giudicato.

    Forse ti riferisci a “abbigliamento estroso e fanciullesco”?
    E non lo è, infatti?
    Hai visto, che so, D’Alema o la Finocchiaro indossare calzini turchesi e magliette politiche?   E lo stesso Bersani, che in quel momento era il segretario in pectore, ha indossato calzini turchesi?

    Inoltre, questi due, Franceschini e Bindi,  sono pericolosi perché non ragionano mai alla stessa maniera. Franceschini ci ha rinunciato da tempo a ragionaree di politica, accecato dall’antiberlusconismo: è diventato semplicemente un “seminatore di zizzania”.
    La Bindi ha perso la memoria ed oggi vorrebbe impedire a Minzolini ciò che concesse ripetutamente a Curzi.

    Ti ricordo che tu stesso su vibrisse hai pubblicato una serie di cartoline che irridevano a Berlusconi, al quale ricordo bene che desti anche del criminale. Cose da far ridere, mi pare, in confronto a quello che dico in questo post.

    Se poi ti riferisci alla gallina Scalfaro e alla sua covata composta da Franceschini e Bindi, fai conto di vedere un disegno di Vauro che  una volta tanto rinuncia ad una caricatura di Berlusconi e scopre questo spassosissimo trio. Non devi dimenticare che l’antiberlusconismo è nato con Scalfaro, a lui va indiscutibilmente la primogenitura.   Se l’antiberlusconismo ha accecato le coscienze, l’accecatore – quello che senza pensarci su due volte ha ficcato l’indice e il medio negli occhi degli italiani – è stato lui.

    Il doppiopesismo mi fa orrore. Più ancora dell’antiberlusconismo. Perché non può essere mai per caso, ma espressione di malafede. Vedi di non cascarci anche tu.

    Il contenuto del post è chiaro. Minzolini ha ragione nel sottolineare   che la magistratura ha strabordato dai suoi confini costituzionali, ingerendosi nella politica.
    Addirittura il magistrato ha un ulteriore enorme potere: quello che riguarda l’interpretazione delle norme. Una maldestra o interessata interpretazione – anche se poi sarà corretta (se lo sarà) nei gradi superiori, produce già un grosso danno. E in politica il danno è pesante.

    Come ho scritto, non è un caso che Di Pietro voglia far dimettere i politici al primo avviso di garanzia che giunga loro.  L’ex magistrato non dimentica che le sedi giudiziarie sono state il suo campo di addestramento e si mostra più che compiacente a mantenere ad esse il potere sproporzionato a cui sono giunte.  

    Oggi c’è bisogno di un contrappeso che prima c’era ed ora non c’è più. Almeno il capo dell’esecutivo deve essere messo nella condizione di governare serenamente, senza dover tutti i giorni mettersi al riparo da frecce scoccate da archi che fino al 1994 se ne stavano rinchiusi e polverosi nei magazzini della giustizia.

    Se poi vogliamo scendere nei particolari sulla  riforma della giustizia, ti ricordo che la norma costituzionale che ne regge tutta l’impalcatura è  l’articolo 111, che recita nella prima parte:

    Art. 111. La giurisdizione si attua   mediante il giusto processo regolato dalla legge.

    Ogni processo si svolge nel contraddittorio tra le parti, in condizioni di parità, davanti a giudice terzo e imparziale. La legge ne assicura la ragionevole durata.

    (il grassetto è mio)

    Da cui discende:
    – Perché il processo sia giusto, occorre che il magistrato non sia inquinato da partigianeria.

    – Perché sussistano le condizioni di parità tra accusa e difesa occorre che non ci sia commistione di carriera tra i magistrati accusatori e i magistrati giudicanti. Da qui la necessità della separazione delle carriere, in modo che la difesa dell’imputato sia messa sullo stesso piano dell’accusa (lo chiede anche, giustamente e da tempo, l’associazione degli avvocati)  .

    Il fatto che i pm possano diventare anche giudici nella commistione delle carriere, mette l’accusa su di un piano  di  vantaggio  rispetto alla difesa.

    – Perché il giudice sia imparziale occorre, non solo che non sia ammorbato da partigianeria, ma anche che non debba vedere il pm come un collega, al quale potrebbe fare un torto, da scontare magari in futuro.

    Riguardo all’imparzialità, nel codice Simone si legge questa puntualizzazione (che il CSM deve aver dimenticato quando ha promosso il giudice Mesiano, quello del Lodo Mondadori):

    Giudice terzo e imparziale: terzo e imparziale, vale a dire neutrale rispetto alla questione e alle persone, al fine di pervenire ad un giudizio libero e scevro da preconcetti e pregiudizi.

    – Sulla durata dei processi mi pare che non occorra spenderci tante parole. Più brevi sono i tempi dei processi più la giustizia è tale.

    E’ un momento delicato della nostra vita politica, Giulio,  e confido in una riforma dello Stato che assicuri:

    – la governabilità del Paese, creando una speciale immunità per il capo dell’esecutivo (che oggi è Berlusconi, ma probabilmente dopo il 2013 sarà un altro);

    – l’elezione del capo dell’esecutivo direttamente dal corpo elettorale.

    Sono anche convinto come ho scritto non ricordo dove che se la riforma non si fa in questa legislatura non la si farà più.

  4. Commento by Felice Muolo — 11 Novembre 2009 @ 10:12

    Non so come ci azzeccherà il soft Bersani con la sua squadra: Franceschini, Bindi e Finocchiaro. Questi tre quando appaiono in televisione ‘abbaiano’ sempre di più, superano addirittura Di Pietro. Mettono addoso inquietudine. A prescindere che abbiano ragione  o meno, non credo che gli italiani gradirebbero mettersi allegramente nelle loro mani.  E’ una  impressione che ricevo, come ieri,  seguendo Ballarò.  Se l’altro soft D’Alema sarà investito della carica di ministro degli esteri del governo europeo, se ne invola, Bersani rimarrà troppo solo in mano ai tre. Ne sarà stritolato?    

  5. Commento by Bartolomeo Di Monaco — 11 Novembre 2009 @ 10:27

    @Felice
    Bersani mi sembra uno tosto. Basta che non si fidi troppo di Franceschini.    La Bindi al momento sembra venerare Bersani, ma vedremo che cosa farà quando la strada di Bersani si scontrerà coi suoi principi cattolici.

    La Finocchiaro mi sembra una persona che  abbia la testa sulle spalle. La stimo, almeno per ora.

  6. Commento by Felice Muolo — 11 Novembre 2009 @ 10:58

    Bart,
    io stimavo la Bindi e la Finocchiaro  più in passato. Avevano  self control. Ora  sembrano cani slegati che abbaiono ossessivamente.  Prima si imponevano con l’intelligenza, adesso appaiono  esasperate.  

  7. Commento by Bartolomeo Di Monaco — 11 Novembre 2009 @ 14:01

    In generale, Felice, tutta l’opposizione mi è parsa in questi ultimi mesi sguaiata.

    Speriamo che riprenda a fare un’opposizione seria. Ci riuscirà?   Questo è l’interrogativo del III millennio :-)

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