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La scampanata, il romanzo di Bartolomeo Di Monaco trasformato in testo teatrale, qui per chi volesse rappresentarlo.

MUSICA: Francesco Geminiani

28 Agosto 2008

di Stelvio Mestrovich

[Alcune pubblicazioni di Stelvio Mestrovich: “Appunti di archeologia musicale”, Pagnini, 2002, “Il caso Palinuro”, Pagnini, 2003, “Venezia rosso sangue”, Flaccovio, 2004, “Delitto in casa Goldoniâ€, Carabba, 2007]
 

Saverio Francesco Geminiani nacque a Lucca. Di certo fu battezzato il 5 dicembre dell’anno 1687.
Ebbe le prime lezioni di musica dal padre Giuliano, violinista della Cappella Palatina dal 1681.

Proseguì gli studi a Milano sotto la guida di Carlo Ambrogio Lonati, a Roma con Corelli e a Napoli con Alessandro Scarlatti, dal quale apprese il contrappunto.

Violinista e direttore dell’orchestra del Teatro di Lucca dal 1706 al 1710, fu primo violino a Napoli nel 1711. Pare, a detta del Burney, che il suo modo furibondo (secondo Tartini) di suonare il violino non fosse gradito   e che il suo modo rapsodico di dirigere l’orchestra generasse confusione, tanto che gli strumentisti non furono capaci di seguire i suoi tempi, di conseguenza fu declassato alla sezione delle viole.

Due anni dopo si recò in Inghilterra, dove acquistò subito grande fama di virtuoso.

Potendosi fregiare dell’onore di essere stato un allievo di Corelli, la cui musica strumentale era in quel periodo il punto di riferimento in terra inglese, Francesco Geminiani si vide aprire tutte le porte, ottenendo successi immediati e importanti appoggi, come quello del Conte di Essex, della Duchessa di Burlington, della Duchessa di Marlborough, della Contessa d’ Orrery e, in particolare, del Barone Adolf Kielmansegg, ciambellano del Re Giorgio I.

Scrisse Sir John Hawkins: “Geminiani in breve tempo si segnalò a tal punto per le sue squisite interpretazioni che tutti coloro che professavano di comprendere o amare la musica, furono spinti ad andarlo ad ascoltare, e tra i nobili ve ne furono molti che di frequente si sentirono onorati di fargli da patroni …”

E ancora Hawkins: “Re Giorgio I   invitò a suonare a Corte il virtuoso violinista lucchese Geminiani, il quale accettò di suonare solo se accompagnato al cembalo da Haendel. Al termini gli elogi furono per entrambi, anche se tutti sapevano che solo il sassone avrebbe potuto stare alla pari del brillante Geminiani e accettare tutte le sue licenze ritmiche”.

Le folli spese, il commercio in quadri di cui era appassionato (passione trasmessagli da Corelli), ma per il quale non aveva sufficiente competenza (giunse persino a dichiarare che amava più la pittura che la musica), lo portarono ad indebitarsi, tanto che finì in prigione da dove lo trasse fuori l’amico conte di Essex.

‘Geminiani tornò agli onori delle cronache musicali nel 1726, quando pubblicò un arrangiamento per Concerto Grosso delle prime Sei Sonate per violino op. 5 di Corelli, un chiaro tributo al suo celebre Maestro e che il musicista lucchese dedicò al Re Giorgio I.

‘L’operazione riscosse un tale successo che tre anni dopo pubblicò la seconda serie (nn. 7-12), con la celebre “Follia”, che rimane uno dei suoi lavori più eseguiti ai giorni nostri, a suggello finale della raccolta.’ (1)

Tra il 1728 e il 1740 soggiornò diverse volte in Irlanda con tournées di successo.

In quegli anni si formarono alla sua scuola, fra gli altri, Matthew Dubourg, Charles Avison e Michael Festing.

Nel 1740 si recò a Parigi, ma l’anno seguente ritornò a Londra, dove continuò l’attività didattica e concertistica, dirigendo anche l’orchestra del Teatro.

Il violinista lucchese compose due raccolte di Sonate per violino, una per violoncello, due per clavicembalo, tre di Concerti Grossi, 12 Sonate per violino op.1, dedicate al suo protettore Kielmansegg che ‘ebbero un tale effetto, che la gente prese a chiedersi, senza potere risolvere il dubbio, quale fosse la qualità in cui Geminiani raggiungeva le vette dell’eccellenza: la sua finezza come esecutore, la sua abilità tecnica, oppure il buon gusto del suo stile, nelle sue composizione’ (Hawkins).  

‘ L’apogeo compositivo di Geminiani si concretizzò con la pubblicazione di due raccolte di Concerti Grossi, opere 2 e 3, del 1732, che ottennero un clamoroso successo, soprattutto la seconda.

Addirittura Charles Burney, che fu il critico più irriducibile del lucchese, disprezzandone sia lo stile musicale sia la personalità (forse a causa di uno sgradito episodio), riconobbe che i concerti opera III affermarono le sue caratteristiche e lo posero in testa di tutti i maestri allora viventi, in questo genere di composizioni”. (2)

Ma i Cocerti Grossi op. VII del 1746 non furono graditi dal pubblico, che li ritenne “laboured, difficult and fantastical” (Burney).

E tale insuccesso fece tornare a galla le critiche verso il maestro lucchese, del cui valore si cominciò a discutere. Dopo la sua morte, si riflesse se egli fosse “as much innovator as imitator” (David D. Boyden), se il suo stile ‘si era sviluppato notevolmente in confronto a quello di Corelli ‘, se egli era un compositore ‘estremamente severo e preciso’ (Ernst Ludwig Gerber).

A Parigi Geminiani scrisse “La Forest Enchantée“, spettacolo teatrale con la ‘regìa’ di Niccolò Servandoni, rappresentato nel 1754 al “Grand Theatre du Palais des Thulleries”, una azione coreografica ispirata al XIII Canto della “Gerusalemme Liberata” di Torquato Tasso.

Fu un insuccesso.

Melchior von Grimm scrisse che: la pantomima è accompagnata da una brutta musica composta da Geminiani che dovrebbe esprimere le differenti azioni‘. (3)

Geminiani non parve mai soddisfatto dei risultati ottenuti e si prodigò in continue rielaborazioni delle proprie musiche, tanto che Veracini non esitò a catalogarlo tra i “friggitori”. (4)

Tornato a Londra, Geminiani fondò il periodico “The Harmonical Miscellany“, di cui uscirono solo due numeri.

Nel 1759 si trasferì in Irlanda, in qualità di direttore della orchestra del Conte Charles Coote.

Lì stabilì la sua residenza, presso l’allievo Dubourg, e a Dublino si spense il 17 novembre dell’anno 1762.

•(1)    Da   www.haendel.it\compositori\geminiani.htm
•(2)      Idem.
•(3)      Idem.
•(4)      Idem.

 

 


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5 Comments

  1. Pingback by MUSICA: Francesco Geminiani | Midi Blog — 28 Agosto 2008 @ 06:59

    […] Francesco Geminiani Archiviato in: Midi — Agosto 28, 2008 @ 8:42 am Daniele Simonin: Potendosi fregiare dell’onore di essere stato un allievo di Corelli, la cui musica strumentale […]

  2. Commento by Gian Gabriele Benedetti — 28 Agosto 2008 @ 15:39

    Mi unisco volentieri anch’io all’unanime consenso espresso da molti lettori della rivista per questo autore, che dimostra grande conoscenza in campo musicale, e non solo, e riesce a farci “penetrare” in modo mirabile nel mondo (artistico, tecnico, umano, ecc.) di grandi musicisti, a volte conosciutissimi, altre da noi poco conosciuti. Grazie
    Gian Gabriele Benedetti

  3. Commento by Bartolomeo Di Monaco — 28 Agosto 2008 @ 17:05

    Stelvio è persona colta, gentile e scrupolosa negli impegni che assume. Non manca mai alla parola data: oggi una rarità.
    Come saprai scrive anche ottimi gialli. Vive a Lucca e, per la sua bravura, l’ho inserito nel mio libro di prossima uscita: Leggiamo insieme gli scrittori lucchesi.

  4. Commento by Loretta — 3 Settembre 2008 @ 10:15

    Buon giorno. Scrivo da Verona. Stelvio è stato Presidente dell’Associazione Legnago-Antonio Salieri per diversi anni. E’ un ottimo musicologo. E questi articoli lo dimostrano. Ha una grande conoscenza della storia della Musica del 700 e dell’800.
    Meriterebbe maggior successo.
    Loretta da Verona

  5. Commento by Stefano — 4 Settembre 2008 @ 10:33

    Da anni aspettavo che un musicologo o musicofilo o critico musicale scrivesse a Lucca qualcosa di serio su Geminiani. Ringrazio Mestrovich di averlo fatto.
    Ma perchè anche le nostre case editrici ‘toscane’, invece di pubblicare scempiaggini, non dedicano maggiore attenzione a chi si dedica con passione alla riscoperte di vecchie glorie?
    Stefano

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