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MUSICA: Giornovichi o Jarnovic o Jarnovick?

2 Marzo 2008

di Stelvio Mestrovich

[Alcune pubblicazioni di Stelvio Mestrovich: “Appunti di archeologia musicale”, Pagnini, 2002, “Il caso Palinuro”, Pagnini, 2003, “Venezia rosso sangue”, Flaccovio, 2004, “Delitto in casa Goldoni”, Carabba, 2007]

Siciliano di Palermo? Siciliano di Ragusa? O dalmata di Ragusa? O croato di Dubrovnik?

Questo è il mistero che aleggia intorno alla nascita di Giovanni o Giovanni Mane o Ivan Mane.   Nato nel 1747 e morto, questo è certo, a San Pietroburgo   il 23 novembre 1804,   della adolescenza dell’ illustre virtuoso di violino e compositore , poco è dato sapere.   Secondo l’opinione vecchia e nuova di accreditati musicologi, che però non mi convince affatto, Jarnovic discendeva da una famiglia croata, ma fu battezzato a Palermo nel 1747.

Il cognome avrebbe avuto, per come fu scritto, una trentina di mutazioni, perciò anche “Ivan Mane Jarnovic” potrebbe essere l’ultima delle stesse. Così appare, infatti, nelle odierne enciclopedie croate.

Io ritengo, invece, che Giovanni Giornovichi   nacque   con questo cognome a Ragusa di Dalmazia, come il celebre padre gesuita Ruggero Boscovich, che fu eminente astronomo, fisico, matematico, filosofo, diplomatico e poeta (morì a Milano nel 1787) e che oggi i croati fanno passare per “Ruder Boskovic”, come fosse stato un loro concittadino (sic!); del resto non c’è da stupirsi.   Anche Marco Polo, per loro, era croato …

Quindi, Giornovichi e non Jarnovic o Jarnovick   o, peggio ancora, Jarnovichi.

Dopo avere studiato con il bergamasco Antonio Lolli (anche lui morto a Palermo due anni prima di Giornovichi e cioè nel 1802) e stupito per la sua bravura persino Joseph Haydn, il Raguseo si trasferì a Parigi, dove conseguì il suo primo grande successo nel 1773 al   Concert Spirituel, continuando poi l’attività concertistica.

Nel 1777 entrò a fare parte dell’orchestra di Carl Rohan-Guéménée, Principe di Soubise   (la famosa salsa bianca a base di cipolle prende nome da lui),   dove rimase sino al 1779, quando fu costretto a lasciare la capitale francese per la sua cattiva condotta.

Nello stesso anno fu nominato Konzertmeister di Federico Guglielmo II di Prussia, ma poco dopo dovette dimettersi per contrasti sorti con il violoncellista Jean-Pierre Duport, detto l’ ainé, futuro amico di Beethoven che gli dedicò le 2 sonate op. 5   e di Mozart, che si ispirò a un suo minuetto per il tema delle 9 variazioni per pianoforte K. 573.

Nel 1782 intraprese una lunga serie di concerti che lo portarono in Polonia, in Scandinavia, in Germania, in Austria, in Russia.  

Qui fu primo violino dell’orchestra di Caterina II di Russia, alla corte di Pietroburgo,   ed è probabile che vi abbia rincontrato il Lolli.

Giornovichi si trasferì a Vienna dove, nel 1786, suonò anche con Mozart. Poi tornò in Russia, precisamente a Mosca, quindi a Londra. Qui, nella duplice veste di solista e direttore d’orchestra, trionfò alla grande.   Ma contrasti con Giovanni Battista Viotti e con J.B. Cramer lo costrinsero a tornare in continente.

Visse gli ultimi anni ad Amburgo, a Berlino   e a San Pietroburgo, dove si spense.

Valente didatta, ebbe fra gli allievi   George Augustus Polgreen Bridgetower, violinista mulatto, figlio di una polacca e di un abissino, soprannominato a Londra ‘Il Principe abissino’, resosi celebre per avere sonato con Beethoven a Vienna La Sonata a Kreutzer op. 47, entusiasmando il pubblico;   il viennese Franz Joseph Clement, che fu per anni direttore del Teatro An-der-Wien e che, nonostante fosse uno dei più celebri violinisti del suo tempo, morì in miseria.

Giovanni Giornovichi compose l’opera comica “Abroad and at Home”, in collaborazione con André Grétry, rappresentata a Londra nel 1796.   Ventidue Concerti per Violino, alcune sinfonie; diversi quartetti per Archi, duetti per 2 violini (op. 2, 3, 16 e 24) e per violoncello; un Rondeau per 3 violini e viola; sonate, fantasie, variazioni.

La sua vita ispirò la novella “Jarnowick” allo scrittore   Desnoisterres, che fu pubblicata nel 1844.


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3 Comments

  1. Commento by Alfio Squillaci — 2 Marzo 2008 @ 18:13

    Caro Stelvio,
    io adoro la musica barocca strumentale italiana. Mi piacciono questa tua passione e queste tue ricerche. Possiedo su audiocassette vecchie registrazioni radiofoniche RAI 3 (fatte alle 6 del mattino!) di Nardini, Bonporti, Torelli, etc. Perché non dirlo che la nostra grande tradizione musicale settecentesca era precipuamente strumentale e che fu destinata ad essere soffocata, purtroppo, dal melodramma del secolo successivo… Beethoven aveva Clementi sul comodino e Vivaldi (Estro armonico) fu pure trascritto da Bach… Non so se hai mai pensato di pubblicare una raccolta di biografie di quei nostri “minori” (che tali non sono)che si muovevano in area veneta e istro-dalmata del nostro Settecento, sarebbe veramente doveroso dare loro il risalto che giustamente si meritano…

  2. Commento by Stelvio Mestrovich — 2 Marzo 2008 @ 19:09

    Caro Alfio,

    che dire allora del ‘Don Giovanni’ di Mozart, saccheggiato al povero Giuseppe Gazzaniga! Come del resto, fu ‘ladro’ il librettista Da Ponte nei confronti di Fernando Bertoni … E che dire del “Barbiere di Siviglia” di Francesco Giuseppe Morlacchi, poi ‘plagiato’ da Rossini?
    Ho scritto un libro sui compositori italiani del 700, allora famosi, e poi scomparsi nel nulla, tipo Anfossi, Traetta, Guglielmi, Sarti, Viotti, Bonporti etc,etc. Si intitolava “Appunti di archeologia musicale”, ma edito da una casa editrice piccola, quindi …
    Poi ho scritto la prima biografia ‘mondiale’ su Anton Diabelli. Cento copie. Come se non l’avessi scritta.
    Poi nel 2006 ho pubblicato un libro su W.A.Mozart, delineandolo come ‘massone’, aspetto quasi da tutti ‘trascurato’ alla faccia della sua opera ‘Il Flauto Magico”.
    E continuo a scrivere articoli su Internet … Antonio Smareglia (triestino), Puppo (lucchese), Giornovichi (raguseo di Dalmazia) etc. etc.
    Avrei materiale sufficiente per scrivere un altro libro. Ma chi me lo pubblica? per i gialli non ho problemi. Ma la Musica in Italia conta meno di una cicca buttata in un canale.
    Grazie degli apprezzamenti. Se vuoi saperne di più scrivimi alla mia Mail che è : dantes47@yahoo.it
    Un caro saluto.
    Stelvio

  3. Commento by Sergio Croci — 3 Marzo 2008 @ 19:16

    Mi chiamo Sergio e vivo a Lugo di Ravenna, ma sono di origini dalmate come Stelvio Mestrovich.
    Mi ha colpito molto l’articolo su “Giovanni Giornovichi” che i croati vogliono fare passare per loro concittadino.
    Una domanda all’Autore: ma perchè non pubblica un libro contenente tutti gli articoli che ha scritto?
    Complimentandomi ancora, saluto cordialmente.
    Sergio Croci.

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