MUSICA: Intervista al tenore Alessandro Maffucci14 Marzo 2009 di Antonio Guida Nella calma e nel silenzio di concepire l’opera lirica come fonte di ricchezza interiore e profonda fonte di comunicazione, (anziché come pretesto per diventare un nome da trampolino), nell’emisfero dei rari cantanti colti, brilla fiammante la stella del tenore Alessandro Maffucci. 1) Maestro, Maffucci, ci parli della sua formazione tecnica. Ho cominciato a cantare nel coro della mia amata città di Pistoia, quindi ho studiato canto alla Scuola di Musica di Fiesole con Massimo Sardi. Molto importanti, dal punto di vista tecnico, sono stati i corsi tenuti sempre a Fiesole (tra la fine degli anni ’80 e i primi anni ’90) dal tenore e didatta americano Walter Blazer. (è stato docente della Manhattan Music School of New York e un grandissimo conoscitore di voci e dei meccanismi della vocalità ) ed il M ° Sardi, ora docente al Conservatorio di Parma. 2) Una domanda un po’ bizzarra. Secondo lei, il così detto “tenore drammatico” deve eseguire una respirazione alta, mista o bassa? Non vorrei darle una risposta che scandalizzerà molti ma, secondo me, oggi si presta troppa attenzione alla respirazione. Ritengo sia molto più importante ottenere una corretta adduzione delle corde vocali. Di conseguenza è necessario esercitarsi soprattutto per perseguire risultati in questo senso. 3) Il suo repertorio va ben oltre l’opera lirica, come la musica vocale da camera e la liederistica. Ma qual è la sua vera passione? Ora come ora mi piacerebbe fare soprattutto musica da camera. Non che la preferisca alla lirica o all’oratorio, ma indubbiamente mi affascina sempre di più l’interpretazione costruita con cura tra pochi interpreti. Il problema è che in Italia, diversamente da moltissimi altri paesi, non sono molte le occasioni per poter cantare musica da camera. Lo spazio nelle rassegne e nei circuiti è assai ridotto, soprattutto per la liederistica. 4) Vi è stato in gioventù un modello al quale si è ispirato? Non credo di essermi mai ispirato a qualcuno in particolare. Quando studio una nuova opera prima di tutto cerco di approfondire al massimo la parte musicale. Quindi ascolto e visiono il maggior numero di registrazioni possibile cercando di capire come gli altri risolvono i problemi tecnici specifici della parte. 5) Ricorda un particolare momento di soddisfazione come artista lirico? Certo! cioè quando finalmente sono “felicemente spirato” alla fine del quarto atto dell’Otello di Verdi nel mio debutto nel ruolo al Festival Internazionale di San Gimignano del 2000! 6) …Cosa teme chi canta? Be quando vai in scena e ti rendi conto che la voce “fa le bizze” allora devi pensare a risparmiarti e tirar fuori tutta la tecnica che hai. Qualche volta succede; questa è una professione che richiede Voce, passione e carattere, tecnica, ma ogni tanto necessita anche di un pizzico di fortuna. 8) Come ce li racconta quei secondi che precedono l’entrata in scena? In questi giorni sto guardando alcuni video sulla Grande Guerra. 9) Cosa consigliamo alle nuove voci? Amare ed ascoltare tanta musica d’arte formandosi una propria sensibilità musicale. 10) Cosa Sogna Alessandro Maffucci oggi? Che anche per mia figlia la musica diventi un grande tesoro come lo è per me. 11) Dove la  vedremo prossimamente? Nel prossimo futuro, varie esecuzioni dello Stabat Mater di Dvorak ed alcuni recital liederistici con il pianista Roberto Russo in Italia e all’estero. Letto 4953 volte.  Nessun commentoNo comments yet. RSS feed for comments on this post. Sorry, the comment form is closed at this time. | ![]() | ||||||||||