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Napolitano doveva pensarci prima

30 Gennaio 2011

Mi sento autorizzato a dare la responsabilità a Napolitano di quanto sta accadendo, giacché sin dall’estate scorsa era evidente la deriva in cui la terza carica dello Stato stava trascinando le Istituzioni.

Tutto nasce da quei suoi silenzi.
Intervenni più di una volta (e forse fui il primo a farlo) accusando Napolitano che egli sarebbe stato ricordato dalla Storia anche per questo suo colpevole silenzio. Una immobilità segno di impotenza. Parlai anche di un Napolitano succube di Fini.
Chi mi segue ricorderà tutto questo.

Oggi il Corriere della Sera scopre l’acqua calda e ci fa sapere che Napolitano è preoccupato, e tra le sue ipotesi potrebbe esserci anche quella dello scioglimento anticipato delle Camere in forza dell’art.88 della Costituzione.

Dice un proverbio: Chi è causa del suo mal pianga se stesso. Così dovrebbe fare Napolitano.
Proviamo a ragionarci sopra. Già in estate, erano emerse prove inconfutabili che Fini sapeva tutto della casa di Montecarlo (quella contraddizione sulla data della nascita della seconda società off-shore, ad esempio). Perfino era apparso il documento della registrazione del contratto di affitto in cui le firme del locatore e del locatario erano quelle di Giancarlo Tulliani. Era emerso il documento del ministro della Giustizia di Saint Lucia che confermava la proprietà di Giancarlo Tulliani (“benefical ownerâ€) delle società off-shore implicate nel caso. Per non parlare di documentate testimonianze. Insomma, una mole di prove al punto che non vi era in Italia un cittadino con un briciolo di intelligenza elementare che non fosse rimasto convinto che quella casa era di proprietà del cognato di Gianfranco Fini.

Di fronte a questo sutnami di prove cosa avrebbe dovuto fare Napolitano? Avrebbe dovuto chiamare in via riservata la terza carica dello Stato e chiedere direttamente a lui i lumi sulla intera faccenda. Non sappiamo se lo abbia fatto, ma due sono le ipotesi.

1 – Non lo ha fatto. E quindi è responsabile di aver mancato ad un suo obbligo di vigilare sulle Istituzioni.

2 – Lo ha fatto e, giustamente, non è trapelato. In questa seconda ipotesi, ci sono due possibilità ulteriori:

– a) Fini gli ha assicurato che era del tutto estraneo alla vicenda.

– b) Gli ha detto come stanno le cose.

Non voglio pensare alla possibilità b) perché aprirebbe scenari inquietanti.
Mi soffermo sulla possibilità a).

Quando le prove che la casa di Montecarlo appartiene a Giancarlo Tulliani sono state confermate da un documento ufficiale dello Stato di Saint Lucia, reso noto in un’Aula parlamentare da un ministro della Repubblica, che cosa ha fatto Napolitano?
Se non ha fatto nulla è caduto di nuovo nell’ipotesi 1. Ossia è mancato ai suoi doveri istituzionali.
Una brutta e colpevole abitudine.

Invece Napolitano avrebbe dovuto all’indomani convocare Fini e rinfacciargli, secondo la possibilità a), di avergli mentito e comunque avrebbe dovuto richiamarlo alla responsabilità di aver dato pubblicamente la parola di dimettersi nel caso che la proprietà della casa fosse del cognato.

Stamani sul quotidiano web il Legno Storto, è apparso un interessante articolo a firma di Nicolò Vergata, il quale richiama che il mancato adempimento di una promessa pubblica, oltre che implicare una responsabilità etica, costituisce anche la violazione di una norma del codice civile, la n.1989: “Promessa al pubblicoâ€.

Ora non vi è chi non veda che una moral suasion da parte di Napolitano tanto in estate quanto in questi giorni, avrebbe risolto molti dei problemi istituzionali sul tavolo, e certamente quello più spinoso. Il conflitto tra la terza e la quarta carica dello Stato.

Il perché non l’abbia fatto tocca alla coscienza di Napolitano domandarselo, e se oggi si sente preoccupato deve rispondersi riconoscendo che non è stato all’altezza del suo compito.
Se siamo arrivati a questo è per colpa della sua debolezza.

Mi permetto di fare ancora una volta un appello a Francesco Pontone, che firmò per conto di An il contratto di compravendita. Sono sempre stato convinto, e lo sono ancora, che conosca la verità. Ce la dica, per sapere una volta per tutte se Fini ha mentito agli italiani. Se è degno di essere il presidente della Camera.

P.S. Vi sarete accorti che si sono rovesciate le posizioni. Il governo chiede di proseguire la legislatura, le opposizioni chiedono di andare al voto. In questo secondo caso, la faccenda è tuttavia ancora nebulosa. Non sono ancora scomparsi dalla scena coloro che vorrebbero che Berlusconi si mettesse da parte per dare vita ad un governo di salvezza pubblica o come si voglia chiamare.
Nessuno sembra capire che Berlusconi ha l’obbligo di dichiarare la sua intenzione di proseguire l’azione del governo fino a che non gli sarà impedito con un voto parlamentare di governare (e non certo con i dieci milioni di firme del Pd). Nessuno capirebbe, infatti, che in presenza di più fiducie ottenute dal parlamento il governo sia obbligato a dimettersi. Soprattutto non lo capirebbero i suoi elettori.

Ma ciò non significa che Berlusconi tema le elezioni, che vincerebbe, secondo i più recenti sondaggi, insieme con la Lega Nord. Il vero scopo di Berlusconi è di arrivare alle elezioni con carte in mano tali da farlo stravincere. Ossia: Io ho cercato in tutti i modi di governare, ma ne sono stato impedito, e dunque il voto, pur in un momento così delicato, è stato reso obbligatorio dall’ostruzionismo delle opposizioni.
Questa carta vale milioni di voti. E Berlusconi lo sa bene.
E Berlusconi saprà se potrà giocarsela già nei prossimi giorni, quando si discuterà sul federalismo.

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“QUESTA MAGISTRATURA E’ INTOCCABILE I SUOI ERRORI CI COSTANO 400 MILIONI” di Anna Maria Greco. Qui.

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5 Comments

  1. Pingback by Napolitano doveva pensarci prima | Politica Italiana — 30 Gennaio 2011 @ 16:45

    […] via  https://www.bartolomeodimonaco.it/?p=16994 AKPC_IDS += “26472,”;Popularity: unranked [?] Posted by admin on gennaio 30th, 2011 Tags: Fini-Tulliani Share | […]

  2. Commento by Ciro — 31 Gennaio 2011 @ 08:22

    Infatti, come allora sbaglia oggi.

    Io credo che di vada verso unon scioglimento delle Camere più o meno conciliante.

    Sono sempre di più coloro che credono che così non si possa continuare.

    La politica dei “falchi” che Lei ha sempre sostenuto e incitato non ha altro sbocco che la rottura. Si può fare i “falchi” in qualche occasione ma non può esserlo continuamente.

    Oramai la partita non è più tra Fini e Berlusconi ma è passato su di un livello più elevato, senza sottovalutare il clima internazionale.

     

  3. Commento by Boris — 31 Gennaio 2011 @ 08:52

    Io stamani ho letto questo che riporto:

    ROMA, 31 gennaio (Reuters) – Dopo il voto sul federalismo l’ipotesi elezioni diventerà più concreta e la Lega Nord è pronta a correre con il Pdl, anche se il candidato premier non fosse Silvio Berlusconi.

    Lo ha detto il ministro dell’Interno e dirigente leghista Roberto Maroni in un’intervista sul Corriere della Sera di oggi.

    Maroni ha detto di avere discusso di recente con il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano del rischio che lo scontro politico e tra istituzioni blocchi l’attività di governo e renda inevitabile le elezioni.

    Il ricorso alle urne “naturalmente può avvenire solo dopo il voto sul federalismo”, atteso in una commissione parlamentare giovedì prossimo.

    “Teoricamente”, ha aggiunto Maroni, Napolitano “potrebbe essere costretto” a sciogliere le Camere anche senza le dimissioni di Berlusconi, “se la lotta politica degenerasse in uno scontro così duro da rendere impossibile il lavoro delle istituzioni”.

     

    Può anche non voler dire nulla di nulla ma anche io metto in conto che il clima sta cambiando.

    D’altra parte le elezioni sono quelle che la maggioranza ha sempre chiamato come unica alternativa al Governo. Se così sembra pensarla anche l’opposizione andiamo alle elezioni punto è basta!

  4. Commento by Bartolomeo Di Monaco — 31 Gennaio 2011 @ 09:58

    Da tempo sostengo anch’io (sin dall’estate), che le elezioni sono la lavatrice. Gli elettori  separeranno  il grano dal loglio. Ciò che uscirà dalle urne, metterà fine a tutte le discussioni di questi gorni, e dovremo accettarlo, se sia di centrodestra o di centrosinistra.
    Però dovremo stare guardinghi. Il famoso governo di emergenza non è ancora uscito del tutto dalle ipotesi. Cova sotto la cenere.
     

  5. Commento by Ciro — 31 Gennaio 2011 @ 12:24

    Ci sarebbe solo se appoggiato da buona parte del Pdl.

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