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Napolitano ha sbagliato a fare i conti

27 Novembre 2011

Il 24 novembre scrivevo che forse i sacrifici che gli italiani saranno chiamati a patire non serviranno al nostro Paese ma solo ad arricchire gli speculatori, perciò saranno sacrifici inutili.

Mi pare che questa sensazione non sia più solo la mia, e forse la sta provando anche il nostro capo di Stato, il quale ha vinto, è vero, la partita a scacchi con Berlusconi, ma il premio che sta riscuotendo non risponde affatto alle sue aspettative.

È molto probabile che egli si troverà a rimpiangere presto di non aver voluto accompagnare, come esteriormente sembrava a taluno (a me ad esempio), l’azione del governo Berlusconi, il quale avrebbe voluto emettere quel santo giorno di cui non rammento più la data il decreto attuativo degli impegni assunti con l’Europa, ed invece così non fece cadendo nella trappola tesagli dal capo dello Stato e da alcuni fidi (si fa per dire) consiglieri del premier, i quali suggerirono di predisporre un disegno di legge da presentare all’approvazione del parlamento. Costoro sapevano già che i voti a favore del governo non avrebbero raggiunto la maggioranza assoluta e che Berlusconi, spinto perfino dai suoi, sarebbe stato costretto a dimettersi.

Ricordo che se il governo Berlusconi avesse emesso il decreto legge (pertanto subito esecutivo), l’Europa sarebbe stata soddisfatta, e i cittadini non si sarebbero visto piovere addosso la tempesta di tasse che si sta profilando (anche sulla prima casa).

Ammesso che la speculazione, come sta succedendo anche con il governo Monti, se ne fosse infischiata del decreto legge e avesse continuato a richiedere tassi di interesse sempre più alti, l’impossibilità dell’Italia a corrispondervi avrebbe costretto l’Europa ad arrivare alla questione dirimente, pena il default non solo dell’Italia, ma dell’Euro, ossia: trasformarela Bcein un vera e propria banca di ultima istanza, capace di affrontare la speculazione (o comunque i mercati) stampando nuova moneta.

La soluzione scelta da Napolitano (fra l’altro provocando un golpe bianco, come è stato scritto, e che solo Eugenio Scalfari, per la sua leggendaria ottusità, non ammette) sta aiutando invece chi, come la Merkel, cerca di procrastinare fino all’ultimo questa scelta impopolare nel suo Paese.
Per cui si dà questa situazione: che se il governo Berlusconi avesse emesso il decreto legge, i cittadini non sarebbero stati chiamati a fare i sacrifici massicci che invece dovranno patire con il governo Monti, e l’attesa delle decisioni della Merkel in favore di una Bce simile alla Banca d’Inghilterra o alla Federal Reserve sarebbe costata agli italiani assai meno di quanto costerà con il governo Monti. Con in più questo sberleffo: i soldi che gli italiani caveranno di tasca propria, grazie al governo Monti, non andranno né all’Italia né all’Europa, ma solo agli speculatori.

Ossia. Napolitano, vincendo quella partita a scacchi con Berlusconi, si è trovato tra le mani il risultato sgradevole di tassare i cittadini, cioè i lavoratori, per arricchire gli speculatori.
Per un ex comunista non ci poteva essere errore più esecrabile.

Ancora una volta l’antiberlusconismo, vale a dire la fregola di liberarsi dell’odiato Cavaliere, si è rivelato un boomerang.
Solo che questa volta a pagare non saranno Napolitano, Bersani, Fini, Casini, Benigni, Repubblica, Corriere della sera, Santoro, Travaglio e compagnia bella, ma il solito popolo, umiliato e bastonato, ridotto a doversi levare il pane di bocca per arricchire, come accadeva nel medioevo, il tiranno di turno.

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Altri articoli

“Servono decreti e non minuetti” di Mario Sechi. Qui.

“Ferrara unica opposizione del Pdl” di Eduardo Di Blasi. Qui.

“Il collasso dell’euro? Non è più un tabù” di Maddalena Loy. Qui.


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Bart