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Napolitano non fa che peggiorare la sua situazione

31 Agosto 2012

La resistenza che il capo dello Stato oppone alla verità è a dir poco malinconica e destinata a sciogliersi presto come neve al sole.
Nel momento in cui si fanno più forti i sospetti che egli in qualche modo abbia espresso giudizi sprezzanti sull’ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, sull’Idv e su alcuni magistrati di Palermo (ma è solo questo o c’è anche la promessa di aiuto a favore di Mancino?), egli giudica le indiscrezioni di Panorama come destituite di ogni fondamento, ma allo stesso tempo si trincera dietro il riserbo più assoluto, invocando la segretezza delle sue telefonate e ricorrendo per ottenerne il rispetto alla Corte costituzionale.
Lo ha fatto giustificando che non poteva sottrarvisi per l’obbligo che gli deriva di non derogare alle prerogative che gli riservano la Costituzione e talune leggi, a tutela dei suoi successori.
Non è bastato ricordargli che non lo ha fatto quando sono state conosciute le sue telefonate con Bertolaso allora responsabile della Protezione civile, né lo hanno fatto altri presidenti del passato, come addirittura Oscar Luigi Scalfaro. Francesco Cossiga, che ci provò, ebbe la sentenza negativa trattandosi di caso che non rientrava nella tutela costituzionale e delle leggi.
Come è indubitalmente anche il caso sollevato da Napolitano.
Una eventuale sentenza della Consulta a suo favore (come prevede Vittorio Feltri) griderebbe vendetta, trattandosi addirittura di una conversazione che il capo dello Stato ha tenuto con un indagato nel processo della trattativa tra Stato e mafia.

Rimarrei scandalizzato se una tale conversazione (in realtà sono state più di una) fosse considerata dalla Corte come inerente alle funzioni presidenziali.
Saremmo giunti alla fine della civiltà giuridica e all’affastellamento dei diritti e dei doveri non riuscendo più a distinguere gli uni dagli altri. Da quel momento il diritto passerebbe in toto in mano ai più forti, i quali potrebbero disporne a piacimento rinchiudendosi in una specie di consorteria, dalla quale i comuni cittadini sarebbero spocchiosamente esclusi.
Napolitano ha sbagliato. Punto e basta. E più si trincera dietro giustificazioni formali, più il caso che lo riguarda allunga le fiamme sulla sua carica, che ne dovrebbe essere preservata.
Gli eserciti che si stanno muovendo in suo favore sono eserciti poderosi per numero, ma di cartapesta nella sostanza. Marionette come lo furono i difensori di Nixon e del suo Watergate miseramente abbattutosi sulla sua presidenza costringendolo alla dimissioni. Napolitano è destinato a vedere solo cenere intorno al suo scranno ove continuasse a negarsi alla verità, e soprattutto al diritto che hanno i cittadini di conoscerla.


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Bart