PD. Concederanno a Letta ciò che hanno rifiutato a Bersani?25 Aprile 2013 È questo l’interrogativo che dobbiamo porci a a causa della crisi in atto nel Pd. In realtà le correnti non sono soltanto due, ma ci troviamo in presenza di una serie di piccoli rigagnoli che, a seconda di quale direzione prendono di volta in volta, producono una esondazione dall’una o dall’altra parte. Nel caso di Bersani abbiamo visto che cosa è accaduto. Ci siamo trovati ad affrontare una crisi di governo che a 60 giorni dal risultato elettorale ancora naviga in cattive acque. Però, però… Certo, tra l’elezione del capo dello Stato e la fiducia che si da al nuovo governo, c’è un grossa differenza. Nel primo caso il voto è segreto, nel secondo è palese. Avranno i franchi tiratori di Marini la forza di metterci la faccia e rifiutare palesemente Letta? Infatti, sebbene Napolitano abbia gridato forte per mettere in linea con le larghe intese il suo partito, il Pd, ciò non è affatto sufficiente. La resa dei conti nel partito di Bersani è solo agli inizi e mostra già di essere feroce. La voglia di cambiamento che si agita nella politica, ha specialmente nel Pd la sua più forte accentuazione. Non si dimentichi che l’attuale Pd, insieme con l’allora Msi, fu risparmiato dalla valanga di Mani Pulite. Tutte le sue ruggini e le sue scorie sono rimaste lì a corrodere, ed oggi il partito paga lo scotto di un rinnovamento arrivato più tardi che altrove, e arrivato per giunta come un ciclone. In queste ore ci sono già stati alcuni incontri del presidente incaricato con i partiti ed emergono le prime difficoltà. Il Pdl pare fermo sulla sua posizione, sia a riguardo dei dicasteri che desidera acquisire, sia a riguardo del programma. Berlusconi “ha ricordato che per il Pdl non è importante chi guida l’esecutivo ma la linea che verrà data. E ha sottolineato che il suo partito ritiene fondamentale partire dagli «otto punti » più volte rilanciati da via del Plebiscito, tra cui spicca l’abolizione (e restituzione) dell’Imu. Un punto, questo, su cui i berlusconiani non intendono transigere, nonostante le resistenze di Scelta Civica.” (qui). Ma anche all’interno del Pd, qualcuno già esprime le sue riserve. Sempre sul “Corriere della Sera” (qui) si legge questa dichiarazione del giovane rampante Civati: “Un’altra voce critica, ma dall’interno del Pd, è quella che arriva da Pippo Civati, secondo cui «il principale azionista del governo è Berlusconi ». Per il deputato brianzolo «il calcolo è facile da fare: la coalizione di centrosinistra, che non esiste più, ha vinto le elezioni per 120.000 voti. Se a questa cifra si tolgono gli elettori di Sel (e non parlo di quelli del Pd che si sono volatilizzati, in queste ore, parlo dei voti di Sel il 24 e 25 febbraio), che sono stati 1.089.409, è il Pdl con i suoi alleati a essere il primo azionista del nuovo governo Pd-Pdl »” Faccio i migliori auguri a Enrico Letta, anche perché la sua famiglia vive ad una decina di chilometri da casa mia, ma le elezioni anticipate sono ancora lì, dietro l’angolo, in smaniosa attesa. Letto 1366 volte. Nessun commentoNo comments yet. RSS feed for comments on this post. Sorry, the comment form is closed at this time. | ![]() | ||||||||||