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PITTURA: I MAESTRI: La grande ora del Tiepolo

7 Febbraio 2019

di Rodolfo Pallucchini
[dal “Corriere della Sera”, domenica 27 settembre 1970]

Udine, 26 settembre.

Venezia si è dimenticata che quest’anno cade il secondo centenario della morte di Giambattista Tie ­polo, uno dei più prestigio ­si artisti della sua tradizio ­ne, così come tre anni fa ha lasciato passare in silen ­zio quello della morte del Canaletto. Tranne un discor ­so commemorativo promos ­so dalla scuola di Santa Ma ­ria dei Carmini, che conser ­va del Tiepolo forse i sof ­fitti più suggestivi, e l’espo ­sizione alle Gallerie di al ­cuni frammenti restaurati del soffitto ad affresco de ­gli Scalzi quasi completa ­mente distrutto dalle bom ­be nella prima guerra mon ­diale, nessun’altra iniziativa di carattere culturale è sta ­ta presa a Venezia. I fran ­cobolli commemorativi li hanno lasciati fare alla Re ­pubblica di San Marino.

Ma altre città venete si sono mosse: Udine, quasi a ripagare il suo debito di ri ­conoscenza per l’attività del Tiepolo nel duomo, nel pa ­lazzo dei patriarchi d’Aquileia (uno dei momenti più fulgidi del suo «iter » crea ­tivo), nel Castello e in San ­ta Maria della Purità, ha preso l’iniziativa di comme ­morarlo con una mostra che andrà in scena nella prima ­vera del 1971 in una sede stupenda, la restaurata villa Manin di Passariano. II so ­lerte direttore delle Bien ­nali d’arte antica friulane, Aldo Rizzi, aveva messo le mani innanzi da tempo, or ­ganizzando nel 1965 la mo ­stra dei disegni del Tiepo ­lo: la mostra delle incisio ­ni, inaugurata qualche gior ­no fa, precede il convegno di studi che inizierà i suoi lavori lunedì, 28 settembre. Al convegno, che sarà aper ­to con la prolusione del mag ­gior studioso tiepolesco, An ­tonio Morassi, hanno assicu ­rato la loro partecipazione specialisti di tutto il mon ­do.

S’iniziano cosi a Udine quelle celebrazioni tiepolesche che culmineranno nella grande mostra di pitture del padre Giambattista e del fi ­glio Giandomenico, nell’am ­biente più fastoso e propi ­zio, quello della Villa Ma ­nin, restaurata dall’Ente Vil ­le Venete e ceduta alla Re ­gione del Friuli-Venezia Giulia.

La mostra in corso di or ­ganizzazione si differenzierà da quella che Venezia aveva dedicato all’artista nel 1951, non solo per il fatto che punterà solo su di una selezione di capolavori (co ­si come Amsterdam ha fat ­to l’anno scorso per il Rembrandt), ma anche per l’am ­biente adatto che li espor ­rà (la mostra veneziana del ’51 era stata allestita sul ­le pareti bianche ed acce ­canti del padiglione della Biennale di Venezia): infi ­ne il Comune di Udine in ­tende la mostra tiepolesca come uno strumento promo ­zionale di cultura anche per le masse, con un biglietto d’ingresso simbolico e con un catalogo sintetico di po ­che pagine: che non esclude ­rà poi quello di carattere scientifico per specialisti e amatori.

Il Museo Civico di Bassano ha esposto in questi gior ­ni tutte le incisioni ed i di ­segni che possiede del Tie ­polo, con un catalogo preci ­so ed informato, curato dal suo direttore Bruno Passa ­mani, e edito con eleganza a cura dell’Associazione Ami ­ci del Museo. Il Fogg Art Museum della Harvard Uni ­versity di Cambridge (USA) ha organizzato nella prima ­vera scorsa una bellissima mostra di disegni di Giam ­battista Tiepolo e della sua cerchia, comprendente un centinaio di fogli prestati da collezioni pubbliche e private statunitensi. A ricor ­do dell’ iniziativa, chiama ­ta « Tiepolo a bicentenary exhibition: 1770-1970 », re ­sterà il monumentale cata ­logo, presentato da Agnes Mongan e curato dal più il ­lustre studioso di grafica tie ­polesca, George Knox.

Il 20 settembre alla Staatsgalerie di Stoccarda è stata inaugurata la mostra del co ­spicuo fondo di disegni del Tiepolo, al quale sono stati aggiunti fogli del Museo del ­l’Università di Wurzburg e di altre raccolte: in tutto circa duecento fogli, che, nel caso del fondo di Stoccarda, ben pochi erano riusciti a vedere.

Nella loggia del Lionello di Udine è esposto, per la prima volta, l’intero corpus incisorio tiepolesco: i « Ca ­pricci » e gli « Scherzi di fantasia », più alcuni altri fogli, di Giambattista; 180 incisioni del figlio Giando ­menico (tre in più di quelle elencate dal De Vesme), 9 dell’altro figlio Lorenzo, più altre 9, sulle quali è ancora aperta la discussione.

Come è noto, Giambattista Tiepolo fu soltanto un « peintre-graveur », cioè utilizzò la tecnica incisoria per realiz ­zare proprie idee inventive. Mentre nella maggior par ­te dei casi il disegno per Giambattista è un campo di progettazione che potrà rea ­lizzarsi nella struttura com ­plessa d’un affresco o d’una tela, l’acquaforte è una si ­tuazione figurativa indipen ­dente, fine a se stessa. Nel ­le sue incisioni, vecchi orien ­tali in turbante, maghi, filo ­sofi, soldati, pastori, fauni, donne, animali vari si dan ­no convegno, si dispongono in gruppi, per scrutare mi ­steriosi volumi, interrogare oroscopi, trarre indizi da crani, scheletri, serpi, tra ruderi rovinosi, are, basso ­rilievi.

L’ipotesi affacciata molti anni fa dal Focillon che Tie ­polo avesse voluto fissare in tali fogli pratiche di magia piace alla critica contenuti ­stica d’oggi: in ogni caso, in tali acqueforti, siano i « Ca ­pricci » o gli « Scherzi di fantasia », la situazione te ­matica, scaturita da una del ­le fantasie più estrose del ­l’arte italiana, si concreta nella ricerca assoluta della luce. Se il Rembrandt è il grande regista delle ombre, il Tiepolo è il regista della luce, che o corrode o esal ­ta la forma, in una capric ­ciosità ancora rococò.

Giandomenico Tiepolo non solo incide all’acquaforte sue invenzioni (la serie della Fuga in Egitto) ma riprodu ­ce opere sue e del padre. L’attività incisoria di Gian ­domenico è essenziale per la comprensione della sua pit ­tura: c’è in lui un continuo appoggiarsi ad un reticolato grafico tremolante, minuto, articolato come a strappi, che impaccia la distensio ­ne della forma nella piena atmosfera, ma che diviene un mezzo linguistico coeren ­te, per estrinsecare la sua ve ­na estrosa e talvolta grotte ­sca.

Il catalogo del Rizzi è un contributo fondamentale per la conoscenza della grafica incisoria dei Tiepolo: egli, tra l’altro, propone una nuo ­va datazione delle acquefor ­ti di Giambattista, una pro ­posta che certo susciterà nuo ­ve discussioni fra gli stu ­diosi.

 

 


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A chi dovesse inviarmi propri libri, non ne assicuro la lettura e la recensione, anche per mancanza di tempo. Così pure vi prego di non invitarmi a convegni o presentazioni di libri. Ho problemi di sordità. Chiedo scusa.
Bart